A una settimana e mezza dai caucus dell’Iowa, Nikki Haley e Ron DeSantis hanno cercato di convincere gli elettori di essere loro l’alternativa all’ex presidente Donald Trump per la nomina delle presidenziali. I sondaggi mostrano che Trump è in netto vantaggio nello Stato – ma DeSantis e Haley hanno insistito entrambi che competeranno per vincere la nomina del partito.
Un duello a distanza, perché hanno incontrato gli elettori in due Town Hall organizzati dalla CNN, uno dopo l’altro. Sia il governatore della Florida sia l’ex governatrice della Carolina del Sud hanno avvertito gli elettori repubblicani dell’Iowa che nominare nuovamente Trump potrebbe costare al loro partito la Casa Bianca.
Haley, che è stata al centro del primo Town Hall moderato da Erin Burnett, ha cercato di dimostrare di essere pronta per assumere il ruolo alla Casa Bianca. Ha sottolineato le sue idee sulla responsabilità fiscale, ha sostenuto che Israele dovrebbe ottenere tutto ciò di cui ha bisogno dagli Stati Uniti per combattere Hamas e, dopo lo scivolone della settimana scorsa sulla schiavitù, ha ricordato che quando era governatrice della Carolina del Sud riuscì a rimuovere la bandiera confederata davanti al palazzo degli uffici statali a Columbia, la capitale dello stato.
DeSantis ha cercato di mostrare un lato più conciliante del suo carattere aggressivo. Ha aperto la serata consegnando a Kaitlan Collins, la giornalista della CNN che ha moderato l’incontro, la maglia della star del basket femminile dell’Università dell’Iowa Caitlin Clark, prendendo in giro Haley, che in un comizio tenuto lo scorso weekend aveva confuso i loro nomi.
Il governatore della Florida ha delineato alcune nuove basi politiche, affermando di sostenere una “flat tax” – un’aliquota unica nazionale sull’imposta sul reddito, senza detrazioni o esenzioni – e che abolirebbe l’Internal Revenue Service, l’ufficio elle tasse.

Entrambi hanno prestato molta attenzione nelle critiche a Trump sorvolando sulle pesanti accuse che l’ex presidente deve affrontare nei tribunali federali, così come in Georgia e New York cercando di circoscrivere i suoi problemi legali come un dramma personale che però potrebbe danneggiare il partito.
“Il caos lo segue. E non possiamo avere un paese allo sbando e un mondo in fiamme e attraversare altri quattro anni di caos. Non sopravviveremo – ha detto Nikki Haley parlando di Trump – Abbiamo un Paese da salvare, e questo significa niente più drammi. Basta prendere le cose in modo personale”.
DeSantis si è lamentato delle accuse mosse a Trump, affermando che hanno rafforzato politicamente l’ex presidente perché hanno ulteriormente motivato la sua base elettorale che vede i procedimenti legali come politicamente motivati, affermando però che i processi che Trump dovrà affrontare potrebbero danneggiare tutto il partito. Aggiungendo che “I democratici vogliono che Trump sia il candidato. Stiamo mettendo il futuro del Partito Repubblicano, e forse il futuro della nazione, nelle mani di 12 giurati scelti in una città fortemente democratica”.
Ad entrambi i candidati, poche ore dopo che era avvenuta un’altra sparatoria in una scuola proprio nello stato in cui si trovavano, è stato chiesto cosa farebbero per limitare la violenza con le armi. Ed entrambi i candidati hanno sottolineato le difficoltà costituzionali che rappresenterebbe la limitazione dell’acquisto delle armi a persone sospettate di avere disturbi mentali.
De Santis ha mantenuto la sua posizione anti-aborto, mentre Nikki Halley è notoriamente in favore della libertà di scelta delle donne. DeSantis ha cercato di presentare un tono più morbido quando ha discusso del ruolo del governo nel far rispettare il provvedimento da lui firmato che impone il divieto di interrompere la maternità dopo sei settimane.
Non ci sono stati scontri, non ci sono state accuse. Qualche battuta, ma i due Town Hall, alla fine, non hanno rivelato granché di nuovo se non la recondita speranza, che Trump dia – o sia costretto – a dare forfait. E che lo scettro venga assegnato al secondo classificato di questa maratona politica.