Donald Trump non potrà partecipare alle primarie GOP in Maine – ma rimane in corsa per quelle che si terranno in California.
A deciderlo, con due decisioni separate e di senso opposto, sono state rispettivamente la segretaria di Stato democratica del Maine Shenna Bellows e l’omologa californiana Shirley Weber.
La squalifica di Bellows fa seguito a una sentenza del 19 dicembre della Corte Suprema del Colorado, che aveva escluso l’ex presidente dalle primarie statali in base alla cosiddetta clausola sull’insurrezione (sezione 3 del 14° emendamento della Costituzione), che impedisce a chiunque abbia preso parte a una rivolta contro gli Stati Uniti di ricoprire incarichi federali. In quel caso, tuttavia, l’efficacia legale del provvedimento è stata sospesa fino all’accertamento delle effettive responsabilità di Trump nella rivolta al Campidoglio del 6 gennaio 2021 (ancora oggetto di indagine).
La decisione della funzionaria del Maine è arrivata su impulso di alcuni residenti, tra cui un gruppo bipartisan di ex legislatori, che hanno contestato l’eleggibilità di Trump proprio in ragione del suo ruolo nella sedizione di inizio 2021. Qualche ora dopo, la California ha invece annunciato che Trump sarebbe rimasto sulla scheda elettorale.
Il Maine dispone di soli quattro voti elettorali, ma è uno dei due Stati a dividerli. Trump ha vinto uno degli elettori del Maine nel 2020, e perciò la sua esclusione dalla scheda elettorale nel caso (pressoché certo) fosse nominato candidato GOP alle elezioni del 2024 potrebbe avere implicazioni enormi in una corsa contro Biden che si prevede sarà decisa all’ultimo voto.
Un giorno prima di squalificare Trump dalla contesa elettorale (ma la parola finale spetta alla Corte Suprema a maggioranza conservatrice), Bellows era finita nel mirino degli avvocati di Trump per alcuni tweet in cui la segretaria di Stato aveva definito l’attacco al Campidoglio una “insurrezione” e si era lamentata della mancata condanna contro Trump nella procedura di impeachment.
Il 14° emendamento fu adottato originariamente nel 1868, tre anni dopo la fine della Guerra Civile. Pur concedendo la cittadinanza a coloro che erano nati o naturalizzati negli Stati Uniti e garantendo i diritti civili a tutti gli americani – compresi quelli che erano stati ridotti in schiavitù – la sezione 3 escludeva da incarichi federali coloro che avevano prestato giuramento sulla Costituzione e poi avevano combattuto o preso parte alla vita politica negli Stati secessionisti (allo scopo di impedire agli ex confederati di tornare al potere).