Il consigliere speciale Jack Smith ha chiesto alla Corte Suprema di decidere rapidamente se l’ex presidente Donald Trump possa essere perseguito per aver preparato un complotto per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020.
La Corte ha accolto quasi immediatamente la richiesta di Smith. E già questa è un’indicazione insolita che evidenzia la natura storica del caso. Nella risposta, l’Alta Corte ha ordinato agli avvocati di Trump di presentare una risposta alla petizione dello Special Counselor entro mercoledì prossimo, 20 dicembre alle 4:00pm. La decisione non significa che verrà preso in esame il caso, ma che il collegio di nove giudici prenderà una decisione in un arco temporale molto più rapido del normale. Se il caso verrà accettato, sarà la prima volta che l’Alta Corte valuterà un procedimento penale che coinvolge l’ex presidente, in particolare se i suoi tentativi di ribaltare il risultato delle elezioni del 2020 fossero protetti dall’immunità presidenziale.
Nei giorni scorsi un giudice federale aveva stabilito che il caso giudiziario poteva proseguire, ma gli avvocati dell’ex presidente avevano detto che avrebbero presentato appello e Smith sta ora cercando di evitare questo ricorso che allungherebbe i tempi del processo.
Nella richiesta inviata alla massima corte giudiziaria americana Jack Smith sostiene che il processo attualmente fissato per il 4 marzo potrebbe subire ritardi che potrebbero rinviare il caso fino a dopo le elezioni presidenziali del prossimo anno.
“Questo caso pone una questione fondamentale al cuore della nostra democrazia: se un ex presidente sia assolutamente immune dai procedimenti federali per crimini commessi mentre era in carica o sia costituzionalmente protetto dai procedimenti federali quando è stato messo sotto accusa ma non condannato prima dell’inizio del procedimento penale”, c’è scritto nella richiesta inviata alla Corte Suprema.
Sottolineando l’urgenza per i pubblici ministeri di garantire una rapida risoluzione che possa portare avanti il caso, nella sua richiesta Jack Smith ha scritto: “È di fondamentale importanza che le richieste di immunità del convenuto siano risolte da questa Corte e che il processo proceda il più rapidamente possibile se la sua richiesta di immunità l’immunità dovesse essere respinta”.

In questione c’è la decisione del 1° dicembre del giudice distrettuale federale Tanya Chutkan che ha respinto le argomentazioni degli avvocati di Trump secondo cui Trump era immune dal procedimento. Nella sua ordinanza il giudice Chutkan ha scritto che l’ufficio del presidente “non conferisce un lasciapassare per tutta la vita per uscire di prigione”. Aggiungendo “Gli ex presidenti non godono di condizioni speciali sulla loro responsabilità penale e possono essere messi sotto a indagine federale, atto d’accusa, procedimento giudiziario, condanna e punizione per qualsiasi atto criminale compiuto mentre erano in carica.”
Trump è accusato di aver attivamente tramato per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 perse contro il democratico Joe Biden prima della violenta rivolta dei suoi sostenitori al Campidoglio degli Stati Uniti. Ha negato qualsiasi addebito.
A ottobre, il team legale di Trump aveva presentato la sua prima mozione per archiviare il caso, sostenendo l’”assoluta immunità” dell’ex presidente per azioni intraprese mentre prestava servizio nella più alta carica della nazione.
Trump ad agosto si è dichiarato non colpevole delle accuse di aver organizzato uno “schema criminale” per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 creando una lista di “falsi elettori”, utilizzando il Dipartimento di Giustizia per condurre “false indagini per crimini elettorali inesistenti”, cercando di coinvolgere il vicepresidente per “alterare i risultati elettorali” e promuovere false accuse di brogli elettorali infiammando i suoi sostenitori ad assaltare il Campidoglio il 6 gennaio 2021 tutto nel tentativo di sovvertire la democrazia e rimanere al potere.