Era nell’aria, ma il quarto dibattito repubblicano non ha fatto che confermarlo: è Nikki Haley l’anti-Trump.
Il magnate newyorkese, forte di un vantaggio titanico nei sondaggi, ha deciso di disertare anche l’incontro di a Tuscaloosa, nell’auditorium della University of Alabama. Ma c’è da giurare che abbia tratto dall’evento alcune lezioni utili. Su tutte il fatto che, a meno di 40 giorni dall’inizio delle primarie in Iowa, sia proprio l’ex ambasciatrice USA all’ONU la sua più temibile e credibile rivale.
Accanto a lei mercoledì sera erano in tre: il governatore della Florida Ron DeSantis – che da anti-Trump pare ormai degradato al ruolo di anti-Haley -, l’ex governatore del New Jersey Chris Christie – l’unico a criticare senza se e senza ma l’operato dell’ex presidente -, e infine l’imprenditore biotech Vivek Ramaswamy, un outsider vicino alla retorica di The Donald.
A conferma dell’ascesa irresistibile di Haley – tanto nei sondaggi quanto nelle preferenze dei donatori repubblicani – c’è il fatto che l’ex governatrice della Carolina del Sud sia stata oggetto del fuoco incrociato dei suoi competitors. Da parte di DeSantis, che l’ha accusata di essere favorevole alle terapie di cambio del sesso da parte degli adolescenti transgender (cosa che lei ha negato). Ma soprattutto da parte di Ramaswamy, che rinfacciandole il sostegno da parte dei paperoni di Wall Street e il periodo trascorso nel CdA della Boeing l’ha definita una “corrotta”, “fascista più di Biden” e “Dick Cheney col rossetto”
“Mi piacciono tutte queste attenzioni, grazie ragazzi”, la risposta sardonica di Haley. La 51enne nativa di Bamberg ha poi avanzato qualche (timida) critica contro Trump, accusato di essere stato troppo morbido con la Cina. “Trump è stato bravo sul commercio, ma con la Cina non ha fatto altro”, le parole dell’ex governatrice, riferendosi in particolare al flusso di fentanyl che dal Paese asiatico arriva negli Stati Uniti.
Cogliendo la palla al balzo, DeSantis – che al contrario della rivale ha preferito non bersagliare Trump – è intervenuto per rimproverare a Haley le sue politiche favorevoli agli investimenti cinesi quando era governatrice della Carolina del Sud, suggerendo per l’ennesima volta che la sua rivale fosse al soldo dei “donatori liberali di Wall Street”. “Non le permetteranno di essere dura con la Cina”, ha detto DeSantis.
“È solo arrabbiato perché quei donatori di Wall Street lo sostenevano e ora sostengono me”, la risposta di Haley.
A prendere le difese di Haley è stato anche Chris Christie, che si è rivolto in particolare contro la retorica offensiva di Ramaswamy. “Sei lo sbruffone più odioso d’America, questa è una donna intelligente e di successo, dovresti smetterla di insultarla”, ha detto, rimproverandolo di attaccarla a livello personale e non politico.
“Fa’ un favore a tutti, scendi da quel palco, goditi una bella cena e vattene da questa corsa”, ha risposto Ramaswamy a Christie, facendo riferimento al peso del suo rivale.