Fuga in massa dalla Camera e dal Senato. Anche l’ex speaker della Camera Kevin McCarthy e il suo “vice”, che lo ha sostituito come speaker per una decina di giorni, Patrick McHenry, abbandonano il parlamento. Addirittura McCarthy non aspetterà neanche la fine naturale del suo mandato. Ha detto che le dimissioni sono dal primo gennaio 2024.
In totale, più di 35 parlamentari, tra deputati e senatori hanno annunciato che non cercheranno la rielezione nel 2024.
Quasi una dozzina di repubblicani alla Camera da soli hanno detto negli ultimi due mesi che non si sarebbero ricandidati. Alcuni lo hanno fatto per ragioni personali, ma la maggior parte ha detto di aver abbandonato in disgusto con la politica di Washington.
McHenry è stato un parlamentare per 10 mandati: per 20 anni ha rappresentato gli elettori del North Carolina ha avuto molta notorietà ad ottobre in seguito alla sfiducia votata dalla Camera per Kevin McCarthy. Tanto zucchero nella sua amara decisione. Ha ringraziato tutti. Ha detto di essere “fiducioso” sul futuro della Camera, ma ha detto né per quale motivo ha deciso di lasciare il parlamento, né quali piani ha per il futuro. “Ci sono state molte lamentele e inchiostro versato sul futuro di questa istituzione perché alcuni, come me, hanno deciso di andarsene. Tali preoccupazioni sono esagerate”, ha affermato McHenry. “Ho visto molti cambiamenti in vent’anni. Sento davvero che questa istituzione è sull’orlo della prossima grande svolta”.
Il deputato repubblicano del Colorado Ken Buck è stato meno diplomatico. “Troppi leader repubblicani mentono all’America, sostenendo che le elezioni del 2020 sono state rubate, descrivendo il 6 gennaio come un tour non guidato del Campidoglio e affermando che i procedimenti giudiziari che ne seguiranno sono un’arma usata dai democratici nel nostro sistema giudiziario”, ha detto Buck. Che poi aggiunto che essere conservatori “non vuol dire propagandare le bugie elettorali di un presidente sconfitto”.

La rappresentante Debbie Lesko, repubblicana dell’Arizona è stata ancora più dura. “In questo momento la Camera è a pezzi; è impossibile legiferare. Il dialogo e la mediazione, che dovrebbero essere la nostra forza, non sono più considerati strumenti di lavoro, ma debolezze del partito”, ha scritto nella sua lettera in cui annunciava di non ricaandidarsi.
Il senatore Joe Manchin, democratico della West Virginia, dando l’annuncio cche non si sarebbe ricandidato ha affermato che “Ogni passo a Washington è progettato per rendere estrema la nostra politica”.
Altri parlamentari affermano che si stanno facendo da parte per trascorrere più tempo a casa, tra cui la deputata Victoria Spartz, repubblicana dell’Indiana, parlamentare nata in Ucraina contraria agli aiuti a Kiev, che ha annunciato il suo pensionamento con mesi di anticipo rispetto ai suoi colleghi a febbraio.
“Ho vinto molte battaglie al Congresso – ha detto – ma essere una mamma che lavora è dura con due figlie teenager è difficile e ho bisogno di spendere più tempo con le mie due ragazze per questo non mi ricandido”.
In un video pubblicato su X il mese scorso, il deputato repubblicano dell’Ohio Brad Wenstrup ha annunciato che non avrebbe cercato la rielezione dopo un decennio in carica in modo da poter trascorrere più tempo con sua moglie e i suoi due figli.

Il deputato democratico del Michigan Dan Kildee ha annunciato il mese scorso che non avrebbe cercato la rielezione nel 2024, “dopo aver trascorso del tempo con mia moglie, i miei figli e i miei nipoti e aver contemplato il nostro futuro”. Una decisione maturata dopo la sua grave malattia che lo ha colpito all’inizio dell’anno.
La deputata repubblicana del Texas Kay Granger, ha detto di aver deciso di lasciare il parlamento dopo 24 anni “per lasciare spazi alla prossima generazione di leader”. In realtà ha 80 anni ed è contraria alla linea estremista assunta dal partito e la leadership locale, capeggiata da Chip Roy, da mesi spinge per le sue dimissioni. “È tempo che la prossima generazione politica si faccia avanti”, ha detto Key Granger nel suo annuncio.
Le sue parole fanno eco a quelle di un altro repubblicano anche lui non più giovanissimo che si dimetterà dopo il 2024.
Il senatore repubblicano dello Utah Mitt Romney che ha 77 anni, ha annunciato i suoi piani di pensionamento a settembre e ha invitato “la prossima generazione di leader” a farsi avanti.
Romney è molto critico con la gestione del partito finita nelle mani di Donald Trump anche se crede che il partito alla fine volterà le spalle all’ex presidente.