Hunter, il cacciatore. Il figlio del presidente da bersaglio nel mirino dei pretoriani di Trump che per mettere in difficoltà il padre lo stano ostinatamente indagando sui suoi poco cristallini rapporti d’affari, ha reagito trasformandosi da preda in predatore.
Questa mattina il figlio del presidente Joe Biden ha citato in giudizio Rudy Giuliani e il suo avvocato Robert Costello, sostenendo che i due hanno violato le leggi federali e californiane sulle frodi informatiche e sulla violazione della sua privacy diffondendo, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 2020, materiale che avrebbe potuto danneggiare la campagna elettorale del padre.
Nell’atto di citazione gli avvocati di Hunter Biden affermano che Rudy Giuliani e il suo avvocato, Robert Costello, hanno infranto la legge quando hanno avuto accesso ai dati del laptop che hanno preso da un riparatore di computer nel Delaware. Biden non ammette che il computer sia suo, nonostante contenesse sue lettere, messaggi e foto, sostenendo che solo alcuni dei dati elettronici estratti dall’hard disk dal riparatore fossero i suoi e che la ripetuta copia e accesso a tali dati da parte di Giuliani e Costello sia stata una campagna illegale di hacking. “Alla luce delle suddette attività illegali da parte degli imputati, del loro rifiuto di cessare e desistere dal loro comportamento illegale e della loro apparente intenzione di continuare a violare la legge in futuro, il querelante non ha altra alternativa che avviare questa causa”, hanno scritto gli avvocati di Hunter nell’atto di citazione depositato presso il tribunale federale di Los Angeles, città dove vive il figlio del presidente.
All’inizio di questo mese Hunter Biden aveva citato in giudizio Garrett Ziegler, un ex assistente di Donald Trump alla Casa Bianca con simili accuse. Recentemente ha anche citato in giudizio due agenti dell’IRS, l’ufficio delle tasse, accusandoli di aver violato le leggi sulla privacy condividendo con i media informazioni personali sulle sue finanze che erano state raccolte nel corso delle loro indagini.

Giuliani e Costello hanno sempre sostenuto che il laptop di Hunter Biden era stato lasciato per mesi nel negozio del tecnico che lo doveva riparare. Al centro della causa c’è la tesi secondo cui, indipendentemente da dove si trovasse il computer, le lettere, i conti bancari, i messaggi e le foto di Hunter Biden non avrebbero dovuto essere resi noti. “E’ come se una persona che porta in tintoria una giacca e di dimentica nella tasca il portafoglio o il libretto degli assegni e poi vede pubblicato sui giornali il suo numero di conto corrente” aferma uno degli avvocati di Hunter Biden.
Giuliani ha affermato di aver raccolto i dati dal computer “abbandonato”. Costello ottenne una copia dell’hard disk che Giuliani successivamente consegnò al New York Post che pubblicò lettere e messaggi del figlio del presidente. Ora la causa avviata da Hunter Biden sostiene che Giuliani e Costello hanno agito in violazione del Computer Fraud and Abuse Act federale.
Il materiale contenuto nel computer ha dato l’occasione ai parlamentari repubblicani di aprire le indagini anche al Congresso e due settimane fa lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha annunciato che i repubblicani hanno aperto un’inchiesta per l’impeachment del presidente.

Per Giuliani, la causa intentata da Hunter Biden è l’ultima vertenza legale di una lunga serie di battaglie in tribunale. Un giudice federale lo ha recentemente ritenuto responsabile di aver diffamato due operatori elettorali della Georgia e ha messo in calendario il processo per l’11 dicembre per determinare l’ammontare del risarcimento che dovrà versare. L’ex sindaco di New York è stato incriminato insieme a Trump nella contea di Fulton, in Georgia, per i tentativi di ribaltare il risultato delle elezioni del 2020. È stato identificato come uno dei complici nel procedimento penale di Trump a Washington per essere stato uno degli organizzatori del tentativo insurrezionale del 6 gennaio. Ed è stato citato in giudizio da una ex dipendente per molestie sessuali sul posto di lavoro. E poi, paradossalmente, anche il suo avvocato Robert Costello lo ha citato in giudizio per recuperare più di 1 milione di dollari di parcelle legali non pagate.
Nella sua carriera di consulente e lobbista Hunter Biden ha inanellato una serie di rapporti d’affari con soggetti controversi, a cominciare dalla società energetica ucraina Burisma, il cui fondatore è stato accusato di corruzione, le cui vicende erano al centro delle indagini di Robert Muller.
In Cina poi ha fatto affari con il magnate del petrolio Ye Jianming ed il suo socio Patrick Ho che nel 2018 è stato condannato a New York, dal Southern District per aver cercato di pagare tangenti ai funzionari governativi in Ciad ed in Uganda.
Hunter Biden ha sempre cercato di mettere in dubbio l’autenticità del contenuto del suo laptop, sottolineando che Giuliani e Costello hanno solo ricevuto l’hard disk del laptop che gli è stato consegnato Mac Isaac, il proprietario del negozio di riparazioni del Delaware, affermando che i dati erano stati manipolati. Secondo il Washington Free Beacon, un giornale on line dell’estrema destra, Hunter Biden avrebbe incontrato un funzionario del Dipartimento di Stato nel marzo 2016 per conto del magnate immobiliare rumeno Gabriel Popoviciu, il quale avrebbe versato più di 1 milione di dollari al figlio del presidente per aiutarlo ad affrontare il suo caso di corruzione. Queste e-mail secondo Giuliani e Costello erano sul laptop di Hunter Biden.