Scatenato, irriverente, cinico, polemico, ma anche distaccato dalla realtà. Così domenica Donald Trump nel programma di approfondimento politico “Meet The Press” condotto dalla giornalista Kristen Welker che lo ha intervistato nel suo club del golf di Bedminster, in New Jersey.
Secondo i sondaggi l’ex presidente è il leader indiscusso nelle primarie del partito repubblicano per le presidenziali di novembre del prossimo anno. Conduce con più di 40 punti di vantaggio sul governatore DeSantis, quasi 50 su Ramaswamy e Nikki Haley. Distacchi abissali che gli danno la sicurezza di ottenere la nomina del partito nonostante i quattro procedimenti penali che lo attendono.
Il suo dilemma non è se i repubblicani gli daranno il voto, ma se la stragrande fascia degli elettori, gli indipendenti, gli daranno i consensi per farlo tornare alla Casa Bianca. E per cercare di fare breccia tra loro ha cambiato tono su questioni cruciali come l’aborto, la guerra in Ucraina, i tassi di interesse e persino sugli sforzi del suo partito per mettere sotto impeachment il presidente Joe Biden.
Una lunga conversazione un po’ surreale con un candidato politico che se da un lato cerca di avere i consensi per le elezioni generali, dall’altro continua a minare con le sue bugie la democrazia riducendo ulteriormente la fiducia che gli americani hanno delle istituzioni.

I suoi commenti nel corso della lunga conversazione hanno affrontato le indagini del procuratore speciale Jack Smith sui suoi tentativi per sovvertire i risultati elettorali del 2020. Trump ha affermato che sapeva che le sue dichiarazioni elettorali erano false dopo che gli era stato detto da diversi stretti collaboratori che aveva perso le elezioni. “È stata una mia decisione, ma ho ascoltato alcune persone – ha detto Trump – che al contrario mi dicevano che le elezioni erano state vinte da Biden con i brogli”.
Dopo la sconfitta elettorale, Trump ha provato in diversi modi di ribaltare i risultati. Ha fatto pressioni sul segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger e su un altro funzionario affinché “ricalcolassero” i numeri e “trovassero” voti sufficienti per lasciarlo vincere, e i funzionari della sua campagna elettorale hanno anche cercato di sostituire i Grandi Elettori veri, che avevano certificato la vittoria di Biden, con falsi Grandi Elettori repubblicani, che in sette stati in cui aveva perso per una manciata di voti avevano contraffatto i risultati delle elezioni. Trump si è dichiarato non colpevole in tutti i casi e ha negato qualsiasi illecito da parte sua, continuando a dire che è una caccia alle streghe, una lotta lanciata dalla sinistra radicale e che è stato un grande presidente. E tra le tante bugie e qualche mezza verità ha detto che aveva sollecitato l’intervento della Guardia Nazionale, che non c’è mai stato, per contenere i suoi sostenitori al Campidoglio, che lui dei piani per ribaltare il risultato non ne sapeva nulla e che molti suoi assistenti erano sicuri che c’erano state irregolarità nel voto e che lui ha scelto di dare ascolto a loro.
Trump, abbandonato il terreno minato del suo tentativo insurrezionale, ha affermato nell’intervista che alcuni repubblicani hanno perseguito “terribili” restrizioni sulla scelta delle donne per la maternità a livello statale che potrebbero alienare l’elettorato in gran parte del Paese, criticando la controversa legge statale della Florida che vieta la maggior parte degli aborti dopo sei settimane di gravidanza. Legge che il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato all’inizio dell’anno. “Penso che quello che ha fatto sia una cosa terribile e un terribile errore”, ha detto Trump, la cui nomina di tre giudici della Corte Suprema è stata determinante nel ribaltare il diritto federale sulla scelta delle donne di interrompere la gravidanza.
Trump, che non ha detto che tipo di legislazione federale sulla scelta delle donne per la maternità sosterrebbe se dovesse essere rieletto, affermando di ritenere che sia “probabilmente meglio” lasciare le restrizioni sull’aborto agli stati invece di cercare di approvare una legislazione federale.

Nell’intervista, Trump ha anche detto di aver discusso di aver pensato di concedersi la grazia negli ultimi giorni della sua presidenza, ma alla fine ha respinto l’idea.
Trump ha anche affermato che sarebbe disposto a testimoniare sotto giuramento di non aver ordinato a nessuno dei suoi dipendenti di cancellare i filmati di sicurezza di Mar-a-Lago dopo che gli Archivi Nazionali gli avevano chiesto di restituire i dossier segreti che aveva portato via dalla Casa Bianca.
Neanche 24 ore dopo questa chiacchierata televisiva di Trump, uno dei suoi principali consiglieri, Jeffrey Clark, l’alto funzionario del Dipartimento della Giustizia considerato “il teorico della congiura” per cercare di ribaltare il risultato elettorale in Georgia, ha detto oggi in aula che la lettera da lui inviata agli alti funzionari della Georgia in cui dichiarava che c’erano seri motivi per dubitare della legittimità delle elezioni statali gli era stata espressamente richiesta da Donald Trump. Una decisione dettata dal presidente e che quindi lui, come dipendente federale, ha dovuto assecondare. La testimonianza c’è stata nella corte federale di Atlanta dove Clark, che è stato incriminato il mese scorso nella contea di Fulton, in Georgia, insieme a Trump e altre 17 persone per i loro tentativi per ribaltare le elezioni del 2020 in Georgia, ha chiesto al magistrato di avere il procedimento spostato nel tribunale federale invece di quello statale. Richiesta già respinta per Mark Meadows, l’ex capo di gabinetto di Trump che aveva sostenuto anche lui la tesi di essere un dipendente federale che eseguiva gli ordini del Capo della Casa Bianca.
Infine c’è stata un’ultima provocazione dell’ex presidente che domenica sera ha condiviso un’immagine sul suo sito Truth Social dicendo agli “ebrei liberali” di “fare scelte migliori” durante le celebrazioni del capodanno ebraico.
Una foto che includeva il messaggio: “Solo un breve promemoria per gli ebrei liberali che hanno votato per distruggere l’America e Israele perché avete creduto alle false narrative! Speriamo che abbiate imparato dai vostri errori e che facciate scelte migliori andando avanti! Buon Anno!”
L’immagine includeva un elenco di misure adottate durante la sua presidenza a sostegno di Israele, inclusa la sua decisione di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e riconoscere la sovranità israeliana sul territorio delle alture di Golan.
Trump ha condiviso il post al termine di Rosh Hashanah, che è la celebrazione del Capodanno ebraico. Il post ha attirato critiche da parte dei liberali, così come di alcuni repubblicani. Trump si è spesso presentato come il più grande alleato di Israele, ma in più occasioni ha attaccato gli elettori ebrei che non lo sostengono sostenendo che gli ebrei che votano per i democratici sono ignoranti o sleali.