“Fu una mia decisione” quella di credere che le elezioni presidenziali del 2020 fossero state “truccate”, nonostante gli avvocati sostenessero il contrario.
A dichiararlo è stato l’ex presidente Donald Trump in un’intervista alla NBC, in cui il frontrunner repubblicano per il 2024 sostiene di essersi basato sul proprio “istinto” per giungere alla conclusione che i democratici avessero truccato il voto.
In un colloquio andato in onda domenica mattina, Trump ha confessato alla trasmissione Meet the Press di aver ignorato i suggerimenti dei suoi “avvocati più anziani” e i collaboratori della campagna elettorale, che lo invitavano ad ammettere la sconfitta. Il motivo è che “non li rispettavo”, ha risposto Trump.
Tra coloro che lo imploravano di alzare bandiera bianca c’era anche l’ex procuratore generale degli Stati Uniti William Barr. “Ho ascoltato alcune persone”, ha detto Trump. “Gente come Bill Barr, che era un duro, ma non era lì in quel momento. Ma non ha fatto il suo lavoro perché aveva paura”. Nella stessa intervista, Trump ha inoltre affermato di essere disposto a testimoniare in un altro procedimento federale relativo al possesso illegittimo di documenti riservati nella sua villa privata di Mar-a-Lago.
In tutte e quattro le indagini penali in cui è coinvolto l’ex presidente – tra cui un procedimento federale a Washington e un altro in Georgia riguardante i suoi tentativi di formare una lista di falsi elettori per la certificazione congressuale dei risultati delle elezioni del 2020 – Trump si è dichiarato non colpevole.
Le sue osservazioni di fatto potrebbero tuttavia impedirgli di sostenere in giudizio che si sia affidato ai consigli dei suoi legali per continuare a contestare la sua sconfitta.