Il senatore Mitt Romney dello Utah, il candidato repubblicano alla presidenza nel 2012 che venne battuto da Obama, ha annunciato che non si ricandiderà per le elezioni del prossimo anno, affermando che vuole far posto a una “nuova generazione di leader”.
Ma non solo. Nel suo messaggio televisivo il senatore ha fortemente suggerito che Trump, 77 anni, e il presidente Biden, 80 anni, seguano il suo esempio e si ritirino dalle presidenziali per aprire la strada ai candidati più giovani, sostenendo che nessuno dei due sta guidando il proprio partito in modo da poter affrontare le “sfide critiche” che gli Stati Uniti debbono fronteggiare.
“Alla fine di un altro mandato – ha detto Romney che a marzo ha compito76 anni – avrei circa 85 anni. Francamente, è tempo per una nuova generazione di leader. Sono loro che devono prendere le decisioni che daranno forma al mondo in cui vivranno”.
Nel video, Romney ha affermato che né Biden né Trump stanno affrontando i temi più importanti, come il cambiamento climatico, o le minacce della Russia e della Cina e il crescente debito pubblico. “Donald Trump definisce il riscaldamento globale una bufala e il presidente Biden offre soluzioni positive che non faranno alcuna differenza per il clima globale. Per quanto riguarda la Cina, il presidente Biden investe poco nelle forze armate e il presidente Trump investe poco nelle nostre alleanze. La prossima generazione di leader deve portare l’America alla fase successiva della leadership globale”, ha concluso Mitt Romey.
La sua decisione è arrivata nel mezzo di un rinnovato esame sull’età dei politici e di Biden in particolare. Ma non solo. Il senatore Mitch McConnell del Kentucky, 81 anni, leader repubblicano di lunga data i cui recenti problemi di salute hanno sollevato dubbi sulla sua idoneità a continuare nel suo incarico, o quelli della senatrice democratica della California Dianne Feinstein, che a 90 anni è da mesi confinata su una sedia a rotelle dopo essere stata colpita dall’encefalite che l’ha lasciata semiparalizzata, lasciano di che pensare.

Ma loro sono i politici più visibili perché molti altri, come il senatore Chuck Grassley (89 anni) o Bernie Sanders (82), Jim Risch, Ben Cardin, Angus King hanno tutti 79 anni. O i parlamentari della Camera, Grace Napolitano, che a 87 anni (ha già annunciato che finito il suo mandato l’anno prossimo non si ricandiderà), o Bill Pascrell che ha compiuto 86 anni. Hal Rogers, 85, Maxine Waters, 84, Steny Oyer, 84, Jim Clyburn, 83, Danny Davies, 82, John Carter, 82, sono a Washington e non mollano la presa. Una generazione politica vecchia e non solo per l’età, ma perché incapace a confrontarsi con i rapidi cambiamenti sociali e tecnologici che il Paese sta affrontando. Pluriottantenni che fanno ritornare in mente la figura di Strom Thurmond, il terzo senatore della storia americana a superare i cent’anni d’età, che festeggiò il secolo di vita mentre era ancora in carica.
Ma ci sono anziani e anziani. Nancy Pelosi per esempio dopo essersi dimessa lo scorso anno, a 83 anni, ha deciso di candidarsi nuovamente alle prossime elezioni. Ha detto di farlo per il partito, per portare soldi alle casse democratiche. I suoi fundraising fanno il tutto esaurito e portano milioni di dollari.
Poi non sono gli scivoloni sul parquet troppo lucido o sulle scalette per scendere dall’aereo o i buon giorno invece dei buona sera, quando fuori è notte, detti dopo un volo di 10 ore e 8 ore di differenza di fuso orario che fanno un presidente “vecchio”. Intoppi trasmessi a ripetizione da Fox News per dare questa immagine negativa del candidato Biden. Un politico deve capire le problematiche del Paese, le esigenze degli americani, le trasformazioni sociali, i diritti delle donne, dei gay, la violenza, le armi, le stragi, il diritto al lavoro e alla casa, alla salute, alla scuola, alla giustizia, alle realizzazioni individuali. “La campagna elettorale del 2024 dovrebbe essere per Joe Biden l’atto conclusivo di una carriera politica lunghissima”, ha scritto qualche mese fa il Washington Post. Basta guardare alle date: nel 1972, cinquantuno anni fa, Biden aveva 29 anni e fu eletto per la prima volta al Senato dove rimase poi per altri sei mandati. Si è candidato quattro volte alla presidenza o alla vicepresidenza. Tra il 2009 e il 2017 è stato vicepresidente durante l’amministrazione Obama. Di battaglie e sfide politiche, in pratica, se ne intende, e di certo non gli fa paura questa sfida con Trump.
Durante la campagna elettorale del 2024, Biden punterà tutto sui risultati positivi degli ultimi anni: la lotta al Covid, gli aiuti economici messi in campo durante la pandemia, la legge per ammodernare le infrastrutture, il grande provvedimento del Congresso contro la crisi climatica. E poi, ancora: i dati buoni sull’occupazione (anche se ad agosto è salita al 3.8%, facendo rallentare anche i salari), sull’inflazione diminuita (intorno al 3%). Finora, nel corso del suo mandato, come ha ricordato la scorsa settimana, “gli Stati Uniti hanno creato 13,5 milioni di posti di lavoro”. E la ricetta del presidente in politica economica (“Investire in America e negli americani”), ribattezzata dallo stesso presidente “Bidenomics”, sta dando i suoi frutti.
Nelle fila repubblicane i “nuovi”, che hanno preso parte al primo dibattito in vista delle primarie, sono schiacciati dalla personalità di Trump che domina la scena politica del Gop senza lasciare spazi. Nelle fila democratiche ci sono astri nascenti che per ora mordono il freno perché nessuno tenterà di fare lo sgambetto al presidente in carica e sfidarlo alle primarie.
Il ricambio generazionale che Mitt Romney auspica ci sarà, ma solo nel 2028, quando Biden e Trump saranno stati digeriti.