Prima udienza in Georgia e prime riprese televisive in un processo in cui è stato rinviato a giudizio Donald Trump.
L’ex presidente oggi non era in aula ad Atlanta perché l’udienza verteva su due dei coimputati, Sidney Powell e Kenneth Chesebro, entrambi avvocati, che nei giorni scorsi hanno richiesto sia il rito del “processo rapido” sia che i loro casi vengano separati l’uno dall’altro e dal resto dei coimputati – incluso l’ex presidente Trump – anche se tutti sono accusati di aver cercato di ribaltare il risultato elettorale in Georgia. Questa loro richiesta di separare il processo è stata respinta dal giudice Scott McAffe, il quale ha stabilito che i due andranno a processo insieme il 23 ottobre.
Il giudice non ha ancora deciso se in questa data verranno processati anche gli altri 17 imputati sostenendo che due lunghi processi avrebbero intasato il calendario del tribunale e “sacrificato” i giurati. “Mi sembra un po’ irreale tuttavia processare insieme tutti gli imputati in ottobre”, ha affermato il magistrato sottolineando che “abbiamo meno di due mesi per risolvere la questione”. Il giudice ha detto che spera di decidere sul programma del processo “entro la fine di questa settimana o all’inizio della prossima settimana”.

Sei degli imputati hanno chiesto l’archiviazione dei loro casi, tra cui Trump e l’ex presidente del partito repubblicano della Georgia David Shafer. Altri imputati stanno cercando di trasferire i loro casi alla corte federale. Un giudice federale deve ancora pronunciarsi sulla questione.
Lo statuto del “processo rapido” consente a un imputato di richiedere allo Stato di essere giudicato velocemente e avere la data del suo processo entro un periodo di tempo specifico. Se il caso non viene giudicato entro tale termine, l’imputato viene assolto “per difetto della corte”.
McAfee ha indicato di volere che i pubblici ministeri forniscano una “stima in buona fede” di quanto tempo sarebbe necessario per tenere un processo congiunto per tutti i 19 imputati e quanto tempo sarebbe necessario se il caso fosse diviso in sottogruppi di imputati. Nello specifico, vuole sapere quanti testimoni e quanti reperti possono produrre i pubblici ministeri.
La pubblica accusa ha affermato che vuole processare insieme tutti i 19 coimputati aggiungendo che il processo dovrebbe durare quattro mesi – esclusa la selezione della giuria – e che verrebbero chiamati più di 150 testimoni.
Quella di oggi, comunque, non è stata una giornata favorevole per l’ex presidente. A Manhattan quattro mesi dopo che la giuria di un processo civile aveva stabilito che Donald Trump aveva abusato sessualmente e diffamato l’editorialista E. Jean Carroll, un giudice federale ha deciso che altri commenti fatti dall’ex presidente sulla donna erano diffamatori. La decisione significa che un imminente secondo processo riguarderà solo la penalizzazione su quanto dovrà risarcire la donna per le offese.
La decisione dovrebbe snellire significativamente il secondo processo, fissato per gennaio. Si tratta di volgari commenti che Trump fece nel 2019, dopo che Carroll aveva dichiarato pubblicamente per la prima volta di essere stata aggredita sessualmente in un camerino di un grande magazzino dopo un incontro casuale con Trump nel 1996.
Il primo processo riguardava l’accusa di violenza sessuale e se alcuni commenti di Trump del 2022 fossero diffamatori. I giurati hanno assegnato a Carroll 5 milioni di dollari, ritenendo che E Jean Carroll avesse subito abusi sessuali ma respingendo la sua accusa di essere stata violentata.

L’avvocato di Trump, Alina Habba, ha dichiarato che il suo team legale è fiducioso che il verdetto della giuria verrà annullato in appello.
In Florida poi Yuscil Taveras, uno dei testimoni nella vicenda dei documenti top secret nascosti dall’ex presidente a Mar A Lago dopo aver lasciato l’incarico, ha stipulato un accordo con i pubblici ministeri per fornire la sua testimonianza dopo che l’ufficio del procuratore speciale Jack Smith aveva minacciato di perseguirlo. Taveras, che era il capo della tecnologia informatica presso il resort di Trump aveva mentito nella sua testimonianza al gran giurì quando aveva affermato che non gli era stato chiesto di cancellare i file con le videoregistrazioni in cui si vedevano alcune persone che spostavano le scatole con i documenti.
Il futuro politico dell’ex presidente non è costellato solo dalle sue pendenze giudiziarie o dai suoi appuntamenti con l’elettorato. Numerosi gruppi in difesa degli elettori in molti Stati dell’Unione sostengono che Donald Trump non possa candidarsi alla presidenza in base al terzo capitolo del 14mo emendamento della Costituzione.
Citizens for Responsibility and Ethics (CREW), un gruppo di controllo con sede a Washington, ha intentato una causa per conto di un pugno di elettori che cercano di escludere l’ex presidente Donald Trump dalle elezioni del 2024 in Colorado. Stessa cosa anche in New Hampshire, Arizona e Oregon dove la settimana scorsa è stata presentata una richiesta legale per squalificare Trump. I segretari di Stato affermano di aver iniziato a prendere provvedimenti per prepararsi alla possibilità di amministrare le elezioni senza l’attuale favorito del GOP. In un’intervista con ABC News, il segretario di Stato del Michigan Jocelyn Benson, una democratica, ha affermato che lei e altri segretari di stato di Pennsylvania, Georgia, Nevada, New Hampshire e Maine hanno iniziato ad avere conversazioni più di un anno fa sulla preparazione alle sfide legali per La candidatura dell’ex presidente.
Il capitolo 3 del 14° Emendamento della Costituzione afferma che qualcuno non è idoneo a una futura carica se, mentre era in precedenza in carica, ha prestato giuramento a sostegno della Costituzione ma poi “si è impegnato in un’insurrezione o in una ribellione contro la stessa, o [ha dato] aiuto o conforto alla Costituzione e ai ” suoi nemici”, a meno che non venga concessa loro l’amnistia con un voto di due terzi del Congresso. I sostenitori di questa regola sostengono che ciò si applica a Trump a causa della sua condotta dopo aver perso le elezioni del 2020 cercando poi di invertire i risultati.