L’ex presidente Donald Trump cambia strategia, o forse sono stati i suoi avvocati che glie l’hanno fatta cambiare: dall’inarrestabile valanga di insulti e bugie è passato al silenzio.
Cancellata la conferenza stampa programmata per lunedì nel suo campo da golf di Bedminster, nel New Jersey, annunciata dopo il rinvio a giudizio in Georgia, in cui aveva detto che avrebbe fornito le “prove” dei brogli elettorali, avrebbe anche deciso di saltare il dibattito politico di Milwaukee tra i candidati del suo stesso partito per le primarie organizzato da Fox News, preferendo affidarsi al benevolo microfono di Tucker Carlson che dal network dopo l’imbarazzante e costosissima vicenda giudiziaria con la Dominion Voting Systems, era stato allontanato. Da allora Carlson ha avviato una versione online del suo popolare programma in prima serata su X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter, in una guerra privata contro la sua vecchia testata.
Ronna McDaniel, la presidente del Republican National Committee, ha cercato di convincere Trump a prendere parte al dibattito, recandosi nel suo club privato di Bedminster. All’inizio di Agosto Trump ha ospitato a cena il presidente di Fox News, Jay Wallace, e l’amministratore delegato della rete, Suzanne Scott, che erano andati anche loro a Bedminster per prendere gli accordi per la sua partecipazione al dibattito. Ma il quarto rinvio a giudizio avrebbe cambiato le carte in tavola. Al dibattito si sarebbe parlato quasi esclusivamente dei suoi problemi giudiziari. Se ne parlerà ugualmente, ma lui non sarà sul palco per difendersi e dare spiegazioni.
L’ex congresswoman repubblicana Liz Cheney dopo i quattro rinvii a per Trump mette in risalto il lavoro del comitato della Camera sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio affermando di aver cercato di fare tutto il necessario per tenere Trump fuori dalla Casa Bianca e riportare il GOP sui binari tradizionali del partito della legge e dell’ordine, in uno scontro frontale contro l’ex presidente che le è costato la carriera politica.
In un post su X, la piattaforma di social media precedentemente nota come Twitter, Cheney ha affermato che “potrebbe essere un buon momento” per esaminare i risultati dell’indagine della Commissione d’Inchiesta, respingendo le recenti affermazioni di Trump secondo cui il comitato della Camera ha distrutto tutta la documentazione. “Un’altra bugia – ha detto Liz Cheeney – tutti i documenti sono archiviati”, fornendo anche il sito web. “Non sorprende che Trump non voglia che nessuno veda le prove raccolte dal Comitato J6”,
In un’intervista con Jonathan Karl, corrispondente capo di ABC News da Washington, Cheney ha espresso disappunto nei confronti dei suoi colleghi repubblicani per la loro passività dinanzi alle bugie e prepotenze dell’ex presidente che hanno portato il partito ad essere gestito da una minoranza estremista fedele all’ex presidente. “Sono triste nel vedere dove si trova il mio partito”, ha detto Cheney. “Sono triste per il modo in cui troppi miei colleghi hanno risposto a quella che ritengo sia una grande prova morale e una sfida del nostro tempo”. Facendo la previsione che se i suoi compagni di partito non prenderanno le distanze dall’ex presidente verranno rigettati dall’elettorato. Dopo che Trump è stato incriminato da Jack Smith, i due membri repubblicani della Commissione, Liz Cheney e Adam Kinzinger , hanno affermato che l’accusa mossa dallo Special Couselor era in linea con le loro conclusioni.

In Georgia un senatore statale sta cercando di mettere sotto accusa la procuratrice distrettuale della contea di Fulton Fani Willis per il rinvio a giudizio dell’ex presidente Trump. Il repubblicano Colton Moore ha accusato il il district attorney di portare avanti una crociata politica contro Trump.
“In qualità di senatore dello stato della Georgia, chiedo ufficialmente una sessione di emergenza del Senato statale per rivedere le azioni di Fani Willis”, ha detto Moore sui social media. Ad Atlanta proseguono le indagini per identificare i gruppi di estrema destra che hanno messo sul web i nomi, gli indirizzi e le fotografie dei giurati che hanno votato per il rinvio a giudizio dell’ex presidente. Febbrili anche i contatti tra lo sceriffo della contea e gli avvocati delle 19 persone incriminate che dovranno costituirsi entro il 25 agosto a mezzogiorno. Il tempo stringe e alcuni degli imputati, Mark Meadows e Jeffrey Clark, hanno chiesto di avere i loro casi spostati in una corte federale. In attesa del mezzogiorno di fuoco ad Atlanta gli avvocati di Donald Trump hanno chiesto al giudice di Washington che sovrintende al suo processo per il suo coinvolgimento nel tentativo di ribaltare l’esito elettorale, di posticipare la data di inizio del processo ad aprile 2026, quasi 18 mesi dopo le prossime elezioni presidenziali e più di due anni dalla data del processo proposta da Jack Smith che aveva chiesto allo stesso magistrato di avviare il procedimento penale il 2 gennaio 2024.
A Washington nei processi per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio il dipartimento di giustizia chiede 33 anni di carcere per Enrique Tarrio, l’ex leader dei Proud Boys condannato per cospirazione sediziosa in uno dei casi più gravi emersi dall’attacco al Campidoglio.
La dura richiesta di condanna è arrivata quando è emerso che Christopher Worrell, un altro membro del gruppo estremista neonazista, è scomparso, pochi giorni prima della sentenza prevista per oggi. La condanna per Tarrio, se inflitta, sarebbe di gran lunga la pena più lunga comminata per l’assalto del 6 gennaio 2021. Il fondatore di The Oath Keepers Stewart Rhodes, che è stato condannato per cospirazione sediziosa in un caso separato, ha ricevuto la condanna più lunga fino ad oggi: 18 anni.