La fuga, dopo che la barca comincia ad affondare. L’ex ministro della Giustizia Bill Barr ora spara “cannonate” contro l’ex presidente che per due anni lo ha voluto nel suo gabinetto. “Trump sapeva bene di aver perso le elezioni” afferma al microfono di Kaitlan Collins, giornalista della Cnn nel programma di approfondimento politico “The Source” mandato in onda ieri sera, alla vigilia dell’incriminazione di Donald Trump per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio.
Per molto tempo Bill Barr è stato l’avvocato di Donald Trump anziché il ministro della Giustizia. È impropriamente intervenuto con i pubblici ministeri nei procedimenti giudiziari che riguardavano le indagini sull’ex presidente, sulla sua società, sui suoi più stretti collaboratori. Come nel caso dell’incriminazione dell’avvocato-faccendiere di Donald Trump, Michael Cohen, prima difeso e poi, una volta che aveva vuotato il sacco, minacciato di togliergli la libertà vigilata. Ha scritto al giudice chiedendo una mite sentenza per Roger Stone, allora consigliere dell’ex presidente. E’ andato in aiuto di Michael Flynn che aveva patteggiato un verdetto di colpevolezza. Interventi inappropriati di un ministro della Giustizia che avrebbe dovuto difendere l’imparzialità del sistema e che lui, invece, cercava di spostare l’ago della bilancia in favore degli amici dell’ex presidente .
Quando ha lasciato la Casa Bianca ha pubblicamente smentito Donald Trump affermando che le elezioni non avevano registrato irregolarità che avrebbero potuto cambiare il risultato elettorale.
Katie Benner del New York Times ha scritto che “Barr ha portato il Dipartimento di Giustizia più vicino alla Casa Bianca di qualsiasi procuratore generale in mezzo secolo … Barr ha preso decisioni che esaudivano i desideri di Trump e le richieste dei suoi alleati politici “.
Ieri sera intervistato da Kaitlan Collins Bill Barr ha cambiato registro. L’ex ministro della Giustizia ha definito le azioni di Trump descritte nella richiesta di rinvio a giudizio depositata da Jack Smith, come “nauseanti” e “spregevoli”, “qualcuno che ha preso parte a questo tipo di bullismo in un processo fondamentale per il nostro sistema democratico e per il nostro autogoverno non dovrebbe essere neanche lontanamente vicino allo Studio Ovale”.

Il caso istruito dal consigliere speciale Jack Smith è che Trump fosse a conoscenza che le affermazioni sui brogli elettorali erano false dopo che molti suoi stretti collaboratori gli avevano detto che aveva perso le elezioni. E, nonostante ciò, avesse continuato a propagare le bugie elettorali.
Gli avvocati di Trump sostengono che le dichiarazioni dell’ex presidente, anche se non vere, sono protette dal Primo Emendamento della Costituzione, quello che sancisce la libertà di espressione. Una difesa che Barr ha bocciato affermando che non è un argomento valido. “Può dire quello che vuole, può anche mentire. Può persino dire alla gente che l’elezione è stata rubata – ha detto Barr – ma questo non ti protegge se le tue bugie sono la base per creare un complotto per ribaltare una elezione persa. E’ una cospirazione contro lo Stato. All’inizio non ero sicuro se ci credeva veramente o se non voleva ammettere di aver perso. Poi sono arrivato a credere che sapesse bene di aver perso le elezioni”.
Barr ha inoltre difeso Jack Smith contraddicendo molti repubblicani che hanno bollato le sue indagini come una mossa politica dei democratici.
“È quel tipo di pubblico ministero che se pensa che qualcuno abbia commesso un crimine portare avanti le indagini”, ha detto Barr. “Non c’è dubbio che sia aggressivo, ma sono sicuro che le sue inchieste non sono politiche”. L’ex procuratore generale ha aggiunto che crede che Smith abbia molte più prove e testimonianze per dimostrare che l’ex presidente fosse a conoscenza che le elezioni non erano state perse con i brogli. Non le ha rese pubbliche perché il processo non è cominciato. “Stiamo vedendo solo la punta dell’iceberg su questa vicenda”, ha detto Barr. “Penso che ci sia molto di più di quello che per ora viene detto, e penso che Jack Smith abbia molte più prove e testimonianze sulle reali intenzioni dell’ex presidente e sul suo stato d’animo”.
Barr non ha voluto dire se è stato interrogato dagli inquirenti di Smith in questa indagine. L’ex procuratore generale aveva testimoniato davanti alla Commissione d’inchiesta della Camera che lo scorso anno ha svolto le indagini sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio e ha descritto Trump come “distaccato dalla realtà” dopo le elezioni del 2020.
Nonostante tutti i problemi legali, l’ex presidente sta cercando di tornare alla Casa Bianca e attualmente è in testa nelle primarie del GOP. Barr ha affermato che il suo ex capo non dovrebbe essere il candidato presidenziale repubblicano nel 2024, ma non esclude di votare per lui se dovesse ottenere la nomina del partito.
“Dovrò aspettare per vedere qual è la situazione – ha concluso Barr – e a quel punto sceglierò il mio veleno”.