Pechino nega, Washington minimizza. La visita in Cina del Segretario di Stato Antony Blinken, già rimandata ad aprile per la vicenda dei palloni spia che sorvolavano gli Stati Uniti, rischia di slittare nuovamente. Era stata riprogrammata per il 18 giugno ma la notizia data dal Wall Street Journal alcuni giorni fa secondo cui Pechino starebbe creando una base di spionaggio sull’isola per monitorare gli Stati Uniti, ha rimesso tutto in discussione.
Per ora il viaggio di Blinken non è stato cancellato, anche perché secondo indiscrezioni, è molto importante perché servirebbe per pianificare un incontro in autunno tra il presidente Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Resta il fatto che queste nuove accuse di spionaggio a Pechino, proprio a pochi giorni dal tentativo di disgelo del Dipartimento di Stato, sembrano molto sospette. Da capire chi le fa circolare e per quale motivo.
“Quelle riportate dal Wal Street Journal sono notizie false”, afferma da Pechino un portavoce del ministero degli Esteri. Per il Dipartimento di Stato, che cerca di abbassare i toni, si tratta di vecchie vicende. Un funzionario dell’amministrazione Biden ha detto sabato che la Cina spiava da Cuba già dal 2019 e recentemente aveva aggiornato le sue strutture di raccolta di informazioni.
Il viaggio di Blinken è un passo importante per la Casa Bianca che pur di riavviare il dialogo con Pechino preferisce chiudere gli occhi. Da anni la Cina sta aumentando i suoi sforzi nelle Americhe, approfondendo la cooperazione con i governi amici, molti dei quali stanno anche corteggiando migliori relazioni con l’amministrazione Biden, mentre collaborano attivamente con Pechino contro gli interessi degli Stati Uniti. L’Esercito Popolare di Liberazione cinese gestisce 11 basi di localizzazione satellitare in tutta l’America Latina. E centri di spionaggio da Panama.
Il vice ministro degli Esteri di Cuba, Carlos Fernandez de Cossio, smentisce quanto scritto dal Wall Street Journal, definendo la notizia un’invenzione “yankee” per continuare a prorogare l’embargo economico sull’isola affermando che Cuba rifiuta ogni presenza militare straniera.

Secondo quanto scritto dal Wall Street Journal alti funzionari americani, dei quali non vengono rivelati i nomi, sostengono che Cina e Cuba hanno raggiunto un accordo di principio, con la Cina che darebbe a Cuba “diversi miliardi di dollari” per consentire la stazione di intercettazione. Il quartier generale del comando centrale degli Stati Uniti ha sede a Tampa, Fort Liberty, precedentemente Fort Bragg, la più grande base militare degli Stati Uniti, si trova nella Carolina del Nord. Istallazioni raggiungibili dalle orecchie elettroniche indiscrete
“Abbiamo visto il rapporto. Non è accurato”, ha detto John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca senza però specificare cosa fosse errato. Kirby ha aggiunto che l’Amministrazione Usa ha “vere preoccupazioni” per le relazioni della Cina con Cuba e che vengono osservate da vicino.
La Casa Bianca si rende conto che con Pechino è necessario mantenere il dialogo. E così, sebbene la vicenda della base cubana abbia tutte le caratteristiche per rovinare il clima, l’amministrazione Biden minimizza la vicenda.
Al Senato però i vertici democratici e repubblicani della Commissione Intelligence, il democratico Mark Warner, che è il presidente della Commissione, e il Repubblicano Marco Rubio, che è il leader della minoranza, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando di essere “profondamente turbati” dalle rivelazioni e hanno invitato l’amministrazione Biden “a prendere provvedimenti per prevenire questa grave minaccia alla nostra sicurezza nazionale e alla nostra sovranità”.
Comunque è difficile da interpretare lo status delle relazioni perché se da una parte ci sono tentativi per normalizzarle da un’altra ci sono decisioni come quella presa nei giorni scorsi dalla Homeland Scurity che ha imposto nuove sanzioni alla Xinjiang Zhongtai Chemical Co. e la Ninestar Corporation, per esacerbarle.

A Washington l’ambasciatore cinese ammorbidisce i toni sostenendo “la Cina è aperta al dialogo con gli Stati Uniti. Ci auguriamo che gli Stati Uniti lavorino nella stessa direzione con la Cina e che attuino congiuntamente le importanti intese comuni tra i due Presidenti nel loro incontro di Bali”, dove nelle settimane scorse c’è stato il vertice del G20.
Cuba e il Centro America sono corteggiate dalla Cina e non solo. Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi è a Caracas dove è stato ricevuto da Maduro. La sua missione include i ministri degli Esteri, del Petrolio, della Difesa e della Sanità. L’Iran è uno dei principali alleati del Venezuela, insieme a Russia, Cina, Cuba e Turchia. E proprio con Cuba l’Iran vuole stabilire nuovi rapporti commerciali. Tutto questo mentre la presidente dell’Honduras, Xiomara Castro vola a Pechino, ddov sarà ricevuta da Xi Jinping anche se ha ripetutamente affermato che l’Honduras è amico, e resterà amico di Taiwan.