Ieri, giorno del suo 64mo compleanno, Mike Pence ha annunciato la sua candidatura alle primarie repubblicane per la Casa Bianca. Lo ha fatto con un video dall’Iowa, lo Stato che per primo, con un caucus, il prossimo gennaio aprirà la prima parte della lunga competizione elettorale che si concluderà con la convention del partito a Milwaukee il 15 luglio.
Pence non è stato il solo ad aver lanciato ieri la sfida all’ex presidente Donald Trump. Da Bismark, capitale del North Dakota, il governatore-milionario Doug Burgum, si è unito al folto gruppo di contendenti.
Il gruppo già include l’ex presidente Donald Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex ambasciatore delle Nazioni Unite Nikki Haley, il senatore della South Carolina, Tim Scott, l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, il giornalista radiofonico superconservatore Larry Helder, l’imprenditore Vivek Ramaswamy, l’ex governatore del New Jersey Chris Christie.
Altri candidati sono in in attesa di vedere cosa accadrà all’ex presidente con tutte le sue pendenze giudiziarie. Tra tutti l’ex parlamentare Liz Cheney, con lei anche il governatore del New Hampshire Chris Sununu, poi c’è Marco Rubio, il senatore della Florida, il senatore del Texas Ted Cruz, l’ex ambasciatore alle Nazioni Unite, John Bolton, il governatore della Virginia Glen Youngkin, e quello del South Dakota Kristi Noem.
Nel suo video Pence ha affermato che il sogno americano è”schiacciato da un’inflazione incontrollata” mentre i salari diminuiscono, la recessione incombe e crescono i rischi di violenza come conseguenza dell’immigrazione incontrollata. Ha anche detto, davanti alle immagini dei leader di Russia e Cina, che “i nemici della libertà sono in marcia in tutto il mondo”.
“Peggio ancora, i valori americani senza tempo sono sotto attacco come mai prima d’ora”, ha aggiunto, mentre sul video venivano mostrati volti di atleti transgender e drag queen.

“Quando Donald Trump si è candidato alla presidenza nel 2016, ha promesso di governare come un conservatore, e insieme abbiamo fatto proprio questo”, ha detto Pence. “Oggi, l’ex presidente ha dimostrato di non aver rispettato tale promessa.”
Pence ha citato l’aborto come uno degli esempi di Trump per essersi allontano dai principi conservatori del partito. “La santità della vita è stata la vocazione del nostro partito per mezzo secolo, molto prima che Donald Trump ne facesse parte. Ora questo argomento fondamentale per il nostro partito lo tratta come un inconveniente, e viene messo sotto accusaper i miseri risultati elettorali del 2022 dopo che la Corte Suprema aveva ribaltato Roe v. Wade”. E poi i rimproveri per i tentativi di Trump di ribaltare il risultato elettorale. “Un presidente che si è posto al di sopra della Costituzione – e ha chiesto al suo vicepresidente di fare lo stesso – non dovrebbe mai più essere presidente degli Stati Uniti”, ha detto Penceche per quattro anni ha condiviso buona parte delle decisioni di Trump, ma i rapporti tra i due si erano interrotti proprio in seguito al tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021, quando Trump non aveva riconosciuto la propria sconfitta alle presidenziali del 2020.
Al momento Trump è favorito nei sondaggi delle primarie repubblicane, davanti al governatore della Florida RonDeSantis.
Pence è nato a Columbus, in Indiana, il 7 giugno 1959. Avvocato ed esponente del Partito Repubblicano, evangelico conservatore, opinionista radiofonico, è stato membro della Camera dei rappresentanti dal 2001 al 2013 e governatore dell’Indiana dal 2013 al 2017.
Nel 2016, è stato scelto da Donald Trump come vicepresidente, offrendo alla candidatura di Trump il sostegno cristiano e conservatore.

È estremamente raro che un vicepresidente si candidi contro un presidente che lo aveva voluto con lui nel ticket presidenziale. E’ successo solo una manciata di volte nella storia degli Stati Uniti. Pence entra nelle primarie presidenziali repubblicane con solo il 5% di voti e dietro a Trump di 44 punti, secondo un sondaggio di opinione di Reuters/Ipsos a maggio.
Il successo della sua campagna dipenderà dalla sua capacità di conquistare un numero sufficiente di conservatori, offesi dalla retorica e dal comportamento dell’ex presidente.
L’altro repubblicano che ha annunciato la sua candidatura, Doug Burgum, 66 anni, è un ricco self made man, ex dirigente di software che è in gran parte sconosciuto al di fuori del suo stato. Nel suo discorso ha detto di essere un uomo del North Dakota che ha avuto l’opportunità nella vita passando dal suo lavoro di spazzacamino a fondatore di un’azienda IT da un miliardo di dollari. Affermando con orgoglio di essere riuscito come governatore a tagliare la burocrazia e ridurre le tasse. “Per sbloccare il meglio dell’America, abbiamo bisogno di un leader concentrato su tre cose: economia, energia e sicurezza nazionale”.
Il posto di vicepresidente, secondo John Nance Garner, che è stato il vice di FDR per due mandati “non vale un secchio di sputo”. Il colorito politico del Texas che era stato scelto da Roosevelt era nel 1933 lo speaker della Camera. Dopo due mandati “senza fare nulla, se non andare ai funerali”, scrisse nella sua biografia, FDR lo sostituì con Harry Truman. Anche se un ufficio senza valore, la vicepresidenza ha certamente prodotto molti presidenti. Nel complesso, l’ufficio ha dimostrato di essere uno dei trampolini di lancio più comuni per la presidenza, o almeno per diventare il candidato presidenziale di un partito.
Pence è il nono vicepresidente eletto dalla seconda guerra mondiale a candidarsi alla presidenza come presidente in carica o ex vicepresidente. Sei degli otto vicepresidenti che si sono candidati hanno vinto la nomina presidenziale del loro partiti.