Chris Christie, ex governatore del New Jersey, ha lanciato ufficialmente la sua corsa alla Casa Bianca per il 2024 martedì sera, tuonando contro il suo rivale GOP Donald Trump.
“Non posso garantirvi il successo ma posso assicurarvi che alla fine non avrete alcun dubbio su chi sono e quello per cui mi batto”, ha detto il 60enne che in passato era un ardente sostenitore del magnate newyorkese – ma da cui si è poi distanziato dopo la cospirazione per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020.
Rivolgendosi a un piccolo pubblico del New Hampshire Institute of Politics, Christie non ha evitato di ammettere le sue colpe politiche. Senza nominarla specificamente, ha infatti alluso al cosiddetto ‘Bridgegate’ – ossia la decisione di chiudere le corsie di per i pendolari del George Washington Bridge per punire il sindaco della città di Fort Lee che si era rifiutato di appoggiare la rielezione a governatore di Christie nel 2013. “Mi sono fidato delle persone sbagliate”, ha detto Christie scusandosi.
Il discorso, incentrato su come esaltare l’eccezionalismo americano, ha preso di mira non solo Trump (“ossessionato dallo specchio, non ammette mai un errore, non ammette mai una colpa (…) non è un leader”), ma anche i dem Joe Biden e Barack Obama per quella che, a suo dire, è una retorica e una strategia divisiva.
“C’è una grande discussione nel nostro Paese sul fatto che il carattere conti o meno. E abbiamo leaders che ci hanno dimostrato più e più volte che non solo sono privi di carattere, ma che non gliene importa nulla”, ha affermato.
La strada è però decisamente in salita: un sondaggio condotto da Echelon Insights tra il 22 e il 25 maggio sostiene che Christie incontri il favore di appena l’1% dell’elettorato, a pari merito con il conduttore radiofonico Larry Elder e nettamente dietro non solo a Trump (49%), ma anche Ron DeSantis (19%), Mike Pence (9%), Vivek Ramaswamy (8%), Nikki Haley (5%) e Tim Scott (2%).