Migliaia di persone dormono da giorni per le strade di El Paso. Molti non hanno ne servizi pubblici ne coperte. La marea di immigrati clandestini continua giornalmente al ritmo di 10,000 persone al giorno. Il sindaco della città ha dichiarato lo stato d’ emergenza e chiede aiuto alla Casa Bianca. Molti di loro sono donne incinte con bambini piccoli. Ieri faticosamente e’ stato raggiunto un accordo tra la Casa Bianca e il governo messicano per gestire la complicata situazione dei migranti non messicani che hanno attraversato il confine e sono entrati illegalmente negli Stati Uniti.
Con l’avvicinarsi della scadenza delle regole straordinarie applicate per motivi di salute pubblica durante la pandemia, il T”itle 42″, anche i non messicani verranno rimandati in Messico dalle autorità statunitensi in attesa che la loro situazione immigratoria venga risolta e non finisca fuori controllo.
L’accordo tra Washington e Città del Messico consentirà all’amministrazione Biden di continuare a deportare quei migranti che l’ufficio immigrazione statunitense non è riuscito a rimandare nei loro paesi d’origine per motivi diplomatici o logistici, come cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani. L’intesa consente di espellere i migranti che sono entrati illegalmente nel territorio americano.
L’accordo è stato annunciato dopo che alti funzionari statunitensi, tra cui il consigliere per la Sicurezza Interna di Biden, Liz Sherwood-Randall, hanno incontrato il presidente messicano Andres Manuel López Obrador a Città del Messico per delineare i loro piani per gestire la migrazione una volta che la prossima settimana scadrà il Title 42.
Da marzo 2020 il Title 42 ha consentito agli agenti CBP, Customs and Board Protection, di espellere centinaia di migliaia di migranti in Messico o nei loro paesi d’origine senza dare loro la possibilità di chiedere asilo. Questa regola scadrà l’11 maggio, con la scadenza dell’emergenza sanitaria pubblica causata dal COVID.
La maggior parte dei migranti è stata espulsa in Messico, che ha accettato i rimpatri di migranti da Guatemala, Honduras ed El Salvador, insieme ai propri cittadini. Da gennaio, il Messico ha anche accettato le espulsioni di migranti da Nicaragua, Cuba, Haiti e Venezuela.
Alti funzionari statunitensi, tra cui il segretario per la Sicurezza Interna, Alejandro Mayorkas, avevano precedentemente affermato che era loro intenzione continuare a deportare migranti da questi quattro paesi verso il Messico. Ma il Messico non aveva annunciato pubblicamente il proprio accordo fino a ieri sera.
Nella dichiarazione congiunta, il Messico ha affermato che continuerà ad accogliere migranti non messicani per “ragioni umanitarie”.
I rimpatri verranno effettuati ai sensi dell’attuale legge sull’immigrazione con la rimozione accelerata, che comporta l’espulsione immediata per quanti sono entrati illegalmente negli Stati Uniti. Si prevede che tali espulsioni funzioneranno in combinazione con un regolamento che sarà finalizzato nei prossimi giorni che dovrebbe escludere i migranti non messicani che prima di entrare illegalmente negli Stati Uniti avevano cercato rifugio in un altro paese.
L’accordo ha anche evidenziato gli sforzi per prendere di mira i trafficanti di esseri umani, inclusa una campagna con funzionari panamensi e colombiani per arginare il flusso migratorio del Darién Gap, la “terra di nessuno” gestita dai trafficanti umani e di droga che collega Panama con il Sud America.
Il piano include riferimenti al miglioramento delle condizioni in America Centrale, all’ampliamento dei percorsi di migrazione legale e alla modernizzazione dei porti di ingresso lungo il confine tra Stati Uniti e Messico per facilitare il commercio e i viaggi legali. I funzionari hanno anche indicato l’istituzione di centri di elaborazione in Colombia e Guatemala, annunciata la scorsa settimana dagli Stati Uniti, in modo che i migranti possano essere presi in considerazione per il reinsediamento in quei paesi, Stati Uniti, Canada o Spagna.
Il piano ha rivelato per la prima volta che gli Stati Uniti si sono impegnati ad ammettere fino a 100.000 migranti provenienti da Guatemala, Honduras e El Salvador accettando le richieste di sponsorizzazione da parte di familiari che sono cittadini statunitensi o residenti legali negli Stati Uniti.
L’accordo sottolinea il crescente ruolo del governo messicano negli sforzi degli Stati Uniti per gestire e scoraggiare la migrazione verso il confine meridionale.
Ieri il Pentagono ha annunciato il dispiegamento di altri 1.500 soldati al confine meridionale per alleviare parte della pressione sugli agenti di frontiera aiutandoli con compiti operativi, come il trasporto e l’immissione di dati.