Comincia la resa dei conti nel partito repubblicano. Lo speaker della Camera Kevin McCarthy, che per essere eletto come leader della maggioranza dopo 15 votazioni in cui era stato respinto ha fatto i patti con il diavolo con i gruppi più estremisti del suo partito, si trova nella difficilissima situazione di dover trovare un accordo sull’alzamento del tetto della spesa pubblica. In pratica gli estremisti del suo partito stanno cercando di accoppiare i tagli al bilancio all’aumento del debito. Una proposta già respinta dalla Casa Bianca.
A gennaio il governo federale aveva raggiunto il limite legale di prestiti di 31,381 trilioni di dollari e per evitare il default il Dipartimento del Tesoro ha iniziato ad attuare “misure straordinarie”.
La Casa Bianca ha ripetutamente chiesto l’alzamento del tetto di spesa, come è stato fatto nelle precedenti amministrazioni, ma i repubblicani hanno voluto legare questa manovra tecnica al taglio delle spese sociali previste nel bilancio federale presentato dal presidente Joe Biden.
I funzionari del Tesoro hanno stimato che le misure straordinarie attuate dal Dipartimento del Tesoro permetteranno al governo di continuare a pagare i dipendenti federali, i fornitori dell’assicurazione sanitaria Medicare e gli investitori in possesso di titoli di debito statunitensi fino almeno all’inizio di giugno. Se dunque il Congresso non alzerà il tetto del debito prima dell’esaurimento delle capacità del dipartimento del Tesoro, gli Stati Uniti rischiano una crisi finanziaria.
L’ala dura del GOP è contraria a qualsiasi alzamento del tetto di spesa fino a quando non verranno fatti i tagli alle spese sociali e alle energie rinnovabili presentate nella proposta della Casa Bianca. L’ala moderata si oppone invece a legare l’alzamento del tetto al bilancio federale.

Dopo mesi di critiche a Biden nei giorni scorsi Kevin McCarthy ha presentato la sua controproposta, il “Limit, Save, Grow Act”. Biden l’ha definita una proposta “folle”. Il piano dei repubblicani alzerebbe il tetto del debito di 1,5 trilioni di dollari fino al 31 marzo 2024. Taglierebbe la spesa discrezionale federale ai livelli dell’anno fiscale 2022 e imporrebbe un limite di crescita dell’1%; recupererebbe i fondi di soccorso Covid non spesi, annullerebbe il piano proposto da Biden per la cancellazione del debito studentesco, revocherebbe i finanziamenti per l’IRS, l’Ufficio delle Entrate americano, e aggiungerebbe nuovi requisiti di lavoro per i beneficiari adulti in regola con l’immigrazione per ottenere i programmi federali di assistenza medica.
Per ora la proposta dello speaker della Camera non avrebbe i voti per passare alla Camera perché molti repubblicani moderati sono contrari ai tagli. Ciò nonostante lo speaker nei talk show politici della domenica con sicurezza ha affermato che la sua proposta passerà questa settimana.
Un recente rapporto di Moody’s Analytics prevede che un default causerebbe una recessione economica “paragonabile a quella subita durante la crisi finanziaria globale”, che costerebbe più di 7 milioni di posti di lavoro e distruggerebbe più di 10 trilioni di dollari di ricchezza delle famiglie. Il giorno prima che McCarthy presentasse il suo disegno di legge, gli economisti di Goldman Sachs hanno fatto eco ai precedenti avvertimenti del segretario al Tesoro Janet Yellen secondo cui il default potrebbe verificarsi già nella prima metà di giugno, a causa della “scarsa riscossione delle tasse”.
“È più un voto su McCarthy che non sul tetto di spesa”, ha detto Brendan Buck, ex consigliere del precedente speaker repubblicano della Camera Paul Ryan. “Qualsiasi accordo McCarthy raggiungerà non assomiglierà per niente alle sue proposte, e quando alla fine ci sarà l’intesa, inevitabilmente verrà evidenziata tutta la sua fragilità come speaker”.
Buck ha predetto che la Casa Bianca avrebbe ritenuto “insostenibile” non negoziare sul limite del debito, indipendentemente dal fatto che il disegno di legge di McCarthy fosse approvato o meno.
A gennaio per assicurarsi la presidenza della Camera, McCarthy aveva dovuto accettare la richiesta del Freedom Caucus che prevedeva che nel bilancio federale profondi tagli alla spesa fossero legati a qualsiasi aumento del tetto del debito. Ha anche acconsentito a un’altra richiesta cruciale: ripristinare una regola della Camera in cui un singolo legislatore può forzare un voto per estromettere lo speaker in carica in qualsiasi momento.
Almeno per ora, nessuno dice pubblicamente che McCarthy è a rischio se non dovesse riuscire a far passare la sua controproposta. Ma questa possibilità veleggia come un fantasma nell’aula del Congresso
Il New York Times scrive che McCarthy ha criticato in privato l’attuale presidente della Commissione Bilancio, Jodey Arrington, e il suo principale vice, il leader della maggioranza alla Camera Steve Scalise, da tutti considerato come il suo principale rivale per la carica di speaker. I commenti di McCarthy sono stati fatti dopo che Arrington aveva proposto Scalise come mediatore all’interno del partito, indebolendo in questo modo McCarthy.
Nelle ultime settimane, il capo della Casa Bianca e il leader del Congresso repubblicano hanno entrambi cercato di assicurare al pubblico che non vogliono che il governo della più grande economia del mondo vada in default.