Alcuni documenti top secret del periodo in cui il presidente Joe Biden era vicepresidente di Obama sono stati scoperti a novembre, in un ufficio privato a Washington che Biden ha utilizzato dal 2017 al 2019 quando era professore onorario all’Università della Pennsylvania.
I National Archives hanno portato la questione al Dipartimento di Giustizia per ulteriori indagini. A trovare i documenti, potenzialmente classificati, sono stati gli avvocati di Biden che hanno notificato la scoperta ai National Atchives. Non si conosce il contenuto né il motivo per cui questi documenti siano stati portati nell’ufficio. Gli avvocati del presidente li hanno casualmente scoperti mentre stavano facendo spazio in un ufficio usato dall’allora vicepresidente e li hanno trovati all’interno di un armadietto chiuso.
Una notizia imbarazzante questa, sia per la Casa Bianca che per i democratici dopo le indagini su Trump e sulle carte top secret portate a Mar A Lago. Anche se i documenti trovati nell’ex ufficio di Biden avrebbero una modesta rilevanza paragonati a quelli trovati in Florida. Ma tanto basta per rilanciare le accuse dei repubblicani alla Casa Bianca e al Dipartimento della Giustizia di usare le leggi federali come arma contro l’ex presidente Trump. E proprio una delle nuove regole imposte dagli irriducibili dell’ala estrema del Gop è quella di creare una sottocommissione della Commissione Giustizia che indaghi sull’uso della Giustizia come arma per mettere sotto inchiesta i repubblicani.
Ovviamente il ritrovamento di questi documenti top secret avvantaggia Kevin McCarthy, che alla Camera ha fatto passare il pacchetto delle nuove regole per il 118° Congresso, dopo che lui ha fatto concessioni molto significative agli estremisti del suo partito per ottenere da loro il voto per essere nominato. Vantaggi concessi ad una banda di repubblicani irriducibili che tra le modifiche imposte hanno incluso anche il modo per detronizzarlo più facilmente.

Questi accomodamenti concessi agli intransigenti hanno frustrato i repubblicani centristi come la congresswoman Nancy Mace della South Carolina che in un programma di approfondimento politico della domenica aveva detto di avere molte incertezze sulle nuove regole della Camera.Tanto che ha votato contro. La riforma è passata con 220 voti favorevoli e 213 contrari.
La leadership repubblicana è fiduciosa di avere i voti per passare le nuove regole, ma il margine così striminzito di voti, solo quattro che danno la maggioranza ai repubblicani, mette in dubbio qualsiasi votazione.
I leader del partito repubblicano speravano di superare rapidamente il voto sulle nuove regole per lanciare la loro agenda legislativa partendo dall’annullamento del finanziamento di 80 miliardi di dollari per il personale dell’Internal Revenue Service che è stato incluso nell’Inflation Reduction Act, un massiccio disegno di legge sulla spesa sociale inserito all’ultimo momento dai repubblicani nel pacchetto Omnibus.
I parlamentari hanno ristabilito la cosiddetta la “Regola Holman” varata nel 1876, abolita nel 1983, riattivata dall’amministrazione Trump nel217 e successivamente modificata da Nancy Pelosi. La norma consente ai legislatori di utilizzare i conti di spesa per definanziare programmi specifici e licenziare funzionari federali o ridurre la loro paga. Inoltre tra le nuove regole sarà possibile porre un numero illimitato di emendamenti alle leggi che contengono spese federali. In più gli ultras repubblicani hanno imposto la creazione del sottocomitato che indagherà sul governo federale che, secondo loro, userebbe la giustizia per distruggere i nemici politici.

Nel loro insieme le nuove regole imposte potrebbero aumentare la trasparenza sul modo in cui viene elaborato un atto legislativo. Ma nello stesso tempo potrebbero anche rendere difficile per la Camera svolgere anche i suoi compiti più basilari come evitare il catastrofico default del debito federale.
Il rappresentante del Texas Tony Gonzalez è stato il primo repubblicano a opporsi al cambiamento dele regole per i tagli al bilancio federale. Il congressman David Joyce, un repubblicano moderato dell’Ohio, ha detto alla CNN che McCarthy dovrebbe essere preoccupato che un singolo membro possa forzare il voto di sfiducia sullo speaker.
Il congressman Tom Cole, che presiede la Commissione per le regole della Camera, ha dichiarato alla CNN: “Sono disposto a tagliare le spese e dobbiamo farlo. Ma non sono disposto a tagliare il bilancio della difesa e questa è metà del budget discrezionale”.
Molti repubblicani alleati di McCarthy hanno detto che non taglieranno la spesa per la difesa, dicendo che sarà la spesa interna ad essere presa di mira. È probabile che il disegno di legge passi alla Camera sulla linea del partito, ma non sarà accolto dal Senato a maggioranza democratica.