Il presidente Joe Biden ha commemorato il secondo anniversario dell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio con una cerimonia alla quale hanno partecipato le persone che si sono battute per difendere la democrazia.
Nella East Room della Casa Bianca il capo della Casa Bianca ha ricordato il valore morale di quanti si sono schierati in difesa della democrazia quando i rivoltosi hanno invaso il Campidoglio per cercare di fermare la certificazione dei risultati delle elezioni del 2020, consegnando 12 Presidential Citizens Medal e altri attestati non solo agli agenti, ma anche a quei politici repubblicani che si sono opposti alla richiesta di infrangere la legge come pretendeva l’ex presidente.
Nove persone che erano al Campidoglio il 6 gennaio 2021 sono morte durante o dopo i disordini, tra cui una donna che è stata colpita dai proiettili sparati dalla polizia mentre cercava di entrare nella Camera e altri tre sostenitori di Trump che le autorità hanno detto che sono morti dopo le cure mediche. Due agenti, Kyle DeFreytag e Gunther Hashida, si sono tolti la vita nei giorni immediatamente successivi, e un terzo agente, Brian Sicknick, è crollato a terra ed è morto dopo i duri scontri con i manifestanti.
Le cerimonie sono cominciate questa mattina con un minuto di silenzio al Campidoglio con brevi osservazioni dei leader democratici Nancy Pelosi e Hakeem Jeffries. Nessun parlamentare del GOP ha preso parte alla cerimonia. Il neo leader della minoranza democratica alla Camera ha detto che quel giorno 140 agenti sono rimasti gravemente feriti e “molti altri saranno segnati per sempre dalla violenza sanguinaria della folla insurrezionalista. Siamo qui oggi – ha concluso Hakeem Jeffries – con la nostra democrazia intatta grazie a questii agenti”.
Accanto ai parlamentari democratici alcuni dei familiari delle vittime che pronunciavano i loro nomi mentre veniva suonata una campana in loro onore. “Vorrei che non dovessimo essere qui”, ha detto Ken Sicknick, fratello di Brian Sicknick, dopo la cerimonia. Sandra Garza, a lungo la partner del poliziotto Brian Sicknick ha fatto sapere di aver citato in giudizio Donald Trump e ed altre due persone coinvolte nell’attacco chiedendo 10 milioni di dollari di danni. Nella causa sostiene che la morte dell’agente è stata il risultato dalla retorica incendiaria dell’allora presidente e dalle sue false accuse di brogli elettorali.
Mentre i democratici ricordavano i tragici avvenimenti di 2 anni fa, Derrick Evans, un ex legislatore repubblicano della West Virginia che è stato condannato per aver partecipato al tentativo insurrezionale, ha annunciato la sua candidatura per la Camera. Evans ha scontato tre mesi di carcere dopo essersi dichiarato colpevole di aver impedito, ostacolato o interferito con le forze dell’ordine durante l’assalto al Congresso. Si era dimesso dopo essere stato arrestato.
On January 6th, our democracy was attacked. Two years later, we honor a few heroes – officers and public servants alike – responsible for safeguarding our democracy with absolute courage.
Today, 14 of them receive the Presidential Citizens Medal. pic.twitter.com/o9oqtToFxA
— President Biden (@POTUS) January 6, 2023
“Ho scelto oggi per annunciare la mia candidatura alla Camera dei Rappresentanti perché è un anniversario importante nella storia degli Stati Uniti”, ha dichiarato Evans.
Altre persone che hanno partecipato all’insurrezione hanno cercato cariche pubbliche, ma Evans è il primo che dopo aver scontato una pena detentiva ha annunciato formalmente di puntare a una carica elettiva.
Nelle elezioni di Midterm molti candidati che hanno sposato le bugie elettorali di Trump sono stati sconfitti, ma molti altri che hanno sostenuto le accuse dei brogli o hanno minimizzato la gravità del tentativo insurrezionale continuano a rimanere al Congresso e continuano a propagare le falsità sui risultati elettorali mettendo in dubbio la legittimità della vittoria di Biden.
Molti dei seguaci di Trump che presero parte all’assalto sono attualmente in prigione. Secondo Insider due anni dopo l’assalto sono 978 le persone arrestate in un evento dove si sono intrecciati il grave attacco alla democrazia e il ridicolo.
Spavaldi al momento dell’attacco, accecati da folli teorie complottiste, tanto sconsiderati da diffondere loro stessi le immagini incriminanti sui social, alcuni si sono pentiti, tanti sono stati condannati e uno ha addirittura chiesto asilo in Bielorussia.
Lo Sciamano di QAnon, Jacob Chansley, alias Jake Angelo che è stato l’improbabile simbolo dell’attacco con il suo bizzarro costume tribale, il copricapo con le corna da bisonte e il volto dipinto con la bandiera americana, è stato forse il più pubblicizzato. Una perizia psichiatrica lo ha riconosciuto affetto da schizofrenia transitoria e disturbo bipolare. E’ stato condannato a tre anni e mezzo di carcere. Ora ha presentato ricorso in appello. Nel suo personaggio si riferiva alla delirante teoria complottista QAnon sull’esistenza di una setta satanica pedofila in seno all’amministrazione che operava dalla cantina di una pizzeria a Washington.

La foto di Richard “Bigo” Barnett, 60enne attivista pro armi dell’Arkansas con i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi ha fatto il giro del mondo. Il suo processo si sta svolgendo in questi giorni. si è proclamato innocente.
L’uomo dalla giacca con la bandiera americana e il cappellino “Florida for Trump” soprannominato dai media “Florida flag Jacket”, Robert Scott Palmer è stato rapidamente identificato grazie a numerosi filmati mentre lanciava un estintore e brandiva un palo contro i poliziotti. E’ stato condannato a cinque anni di carcere, la pena più pesante finora inflitta ad uno degli assalitori.
Nei video che riprendono Palmer si sente la voce di una donna che grida:”non ci porterete via il nostro Trumpy Bear!”, con un gioco di parole fra Trump e ‘teddy bear’. Si tratta di Gina Bisignano, un’estetista californiana, immortalata anche lei in una foto messa su Facebook con il rimmel che le cola sulle guance dopo essere stata colpita da uno spray irritante. Accusata di aver spaccato finestre del Campidoglio e aver incoraggiato altri a far altrettanto, si è dichiarata colpevole e sta collaborando con le autorità.
Uno dei casi più curiosi è quello di Eric Munchel, un uomo vestito in tuta da combattimento, accompagnato dalla madre Lisa Marie Eisenhart, che esibiva una sorta di giubbotto anti proiettile. Entrambi devono rispondere di diverse imputazioni, fra cui il porto di un taser all’interno del Campidoglio. I loro avvocati dicono che Munchel è entrato nell’edificio solo per tener d’occhio la madre. In un video nell’aula del Senato si sente il figlio dire: “mamma, stai attenta”.
Jenna Ryan, che aveva affittato un jet privato per recarsi all’attacco è stata condannata a 60 giorni di carcere e una multa di centinaia di dollari. Inizierà a breve a scontare la pena, ma ha già dichiarato su Tik Tok che ne approfitterà per fare ginnastica, una dieta detox e dimagrire.
Pauline Bauer, proprietaria di una pizzeria in Pennsylvania, appare nei filmati all’interno del Campidoglio ed è accusata di aver detto ad un poliziotto di voler impiccare “quella p…” della speaker della Camera. In tribunale ha rivendicato “l’immunità diplomatica” riferendosi ad un movimento dei “cittadini sovrani” che non riconosce la legge degli Stati Uniti.
Riconosciuta in video da un ex fidanzato, Riley Williams è accusata di aver rubato un computer portatile dall’ufficio della Pelosi. Apparentemente voleva venderlo ai servizi russi, ma naturalmente non ci è riuscita. Assolta dall’accusa di furto è in prigione in attesa di essere processata per otto imputazioni.

Danny Rodriguez è stato condannato ad 86 mesi di carcere per aver colpito alla nuca l’agente Michael Fanone con una pistola elettrica. “Eravamo così stupidi – ha detto durante il processo – da pensare che stavamo salvando il paese”.
Evan Neumann, ripreso in video mentre picchia degli agenti durante l’assalto al Campidoglio, ha venduto la sua casa in California ed è fuggito in Europa. Arrivato in Italia in aereo a marzo con la scusa di un viaggio d’affari, ha poi viaggiato fino in Bielorussia dove ha chiesto asilo politico ed è apparso sulla tv ufficiale di Minsk. E’ ricercato dall’Fbi.
Il fondatore della milizia di destra Oath Keepers, Stewart Rhodes, è stato riconosciuto colpevole di “cospirazione sediziosa”, per l’assalto. Una condanna che è stata una vittoria per il dipartimento di Giustizia che ha sempre sostenuto che l’attacco al Campidoglio è stato più di una semplice protesta politica sfuggita di mano, ma il violento attacco alla sede della democrazia americana e un tentativo per tenere Joe Biden lontano dalla Casa Bianca con ogni mezzo possibile. Anche un altro membro degli Oath Keepers, Kelly Meggs, è stato giudicato colpevole di cospirazione sediziosa mentre gli altri tre coimputati, Kenneth Harrelson, Jessica Watkins e Thomas Caldwell, sono stati assolti dalla stessa accusa. Sono in corso altri due processi con questo capo d’imputazione, sia a carico di altri membri degli Oath Keepers, sia a carico del gruppo di estrema destra dei Proud Boys, incluso il suo ex leader Enrique Tarrio.
E ci sono le indagini di Jack Smith, lo Special Counsel del Dipartimento della Giustizia che forse riusciranno a fare piena luce su una delle pagine più buie della storia americana.
Il video dell’uomo con i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi rilasciato dal Dipartimento della Giustizia