Probabilmente oggi c’è stato un record: in quattro tribunali differenti si sono svolte udienze per le vicende giudiziarie dell’ex presidente Donald Trump. E in un quinto tribunale si sta decidendo la sorte dei leader del gruppo estremista di destra degli Oath Keepers accusati di cospirazione sediziosa per mantenere Donald Trump alla Casa Bianca nonostante la sconfitta elettorale.
Tutto questo mentre la Corte Suprema ha respinto nel pomeriggio le obiezioni degli avvocati dell’ex presidente e ha autorizzato il rilascio delle dichiarazioni dei redditi di Donald Trump ad una commissione della Camera. L’ordinanza della corte, che non è firmata e non rileva dissensi, è l’ultimo caso in cui si è schierata contro l’ex presidente, che ha nominato tre dei giudici che ne fanno parte. La decisione significa che il Dipartimento del Tesoro dovrà consegnare quanto prima i documenti finanziari di Trump alla Camera, che li attende dal 2019.
Da New York alla Florida, passando per Atlanta, i magistrati statali e federali sono alle prese con casi giudiziarie in cui è coinvolto l’ex presidente quattro giorni dopo che il ministro della Giustizia, Merrick Garland, ha nominato un Consigliere Speciale per sovrintendere all’intera indagine penale del Dipartimento di Giustizia sulla gestione di materiale classificato da parte di Trump dopo aver lasciato l’incarico, e per valutare se vi siano gli estremi per l’incriminazione del presidente per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio. E su questo molto dipenderà anche dalla decisione che verrà emessa nel processo agli Oath Keepers.

Ad Atlanta il Dipartimento di Giustizia è in aula per chiedere a una corte d’appello federale di rimuovere lo Special Master – l’arbitro indipendente nominato per esaminare il materiale sequestrato dagli agenti dell’Fbi a Mar A Lago. Lo Special Master era stato nominato da un giudice federale della Florida per esaminare se tra i carteggi top secret ce ne fossero alcuni protetti dal privilegio esecutivo o dal privilegio avvocato-cliente.
A Manhattan la pubblica accusa ha finito di esporre il caso in cui sono stati incriminati sia la Trump Organization che il Chief Financial Officer della holding dell’ex presidente dopo che Allen Weisselberg, che ad agosto si è dichiarato colpevole di non aver pagato quasi 2 milioni di dollari in tasse sul reddito, ha testimoniato che è stato lui a commettere la frode fiscale. I pubblici ministeri hanno ripetutamente detto che le azioni di Weisselberg implicano la società perché era un “agente di alto livello manageriale”. La Trump Organization ha negato ogni illecito. La parola ora passa alla difesa che chiamerà a deporre i propri testimoni, compreso il contabile esterno della società di Mazars USA. Dopo di che la prossima settimana ci saranno la requisitoria e l’arringa finale.
Sempre oggi, gli avvocati che rappresentano Trump sono comparsi davanti alla Corte Suprema dello Stato di New York in un’udienza nella causa civile dell’Attorney General dello Stato di New York contro l’ex presidente, i suoi figli e la sua compagnia. A settembre, dopo un’indagine di 17 mesi, Letitia James ha intentato una causa civile da 250 milioni di dollari contro i Trump per presunta “grossolana” inflazione del patrimonio dell’ex presidente per miliardi di dollari architettando una frode con false e fuorvianti dichiarazioni finanziarie.
Letitia James la settimana scorsa è riuscita a far nominare dal magistrato che presiede il caso un supervisore che esamina la gestione della Trump Organization procedimento giudiziario. Trump, che ha negato qualsiasi illecito, ha definito l’indagine di James una “caccia alle streghe” politicamente motivata.

Infine, gli avvocati dell’ex editorialista del magazine “Elle”, E. Jean Carroll hanno depositato nel tribunale federale di New York City la lista dei testimoni nella sua causa per diffamazione contro Trump che si celebrerà a febbraio. Carroll lo ha citato in giudizio per diffamazione dopo che nel novembre 2019 l’ex presidente aveva negato di averla violentata e, usando termini molto rozzi, aveva messo in dubbio la credibilità della donna. E. Jean Carroll ha inoltre detto che il giorno di Thanksgiving si recherà alla procura distrettuale di Manhattan per formalizzare la sua denuncia penale nei confronti dell’ex presidente per le violenze subite più di venti anni fa in un camerino per la prova degli abiti del lussuoso grande magazzino Bergdorf and Goodman a Manhattan. Questo perché proprio giovedì entrerà in vigore a New York la legge che permette alle persone che hanno subito violenze sessuali di citare in giudizio quanti hanno abusato di loro indipendentemente dai tempi in cui queste violenze sono state commesse.
Poi, a Washington la giuria del processo in cui sono stati imputati cinque degli Oath Keepers, la milizia armata che il 6 gennaio ebbe un ruolo dominaante nel tentativo insurrezionale, si è riunita in camera di consiglio per emettere il verdetto.
Nel corso delle otto settimane del processo i pubblici ministeri hanno presentato documenti, foto e video per sostenere la teoria secondo cui gli imputati hanno pianificato, reclutato e accumulato armi come parte di un complotto più ampio per “opporsi con la forza al trasferimento legale di potere presidenziale”.
Stewart Rhodes, che ha fondato il gruppo della milizia di estrema destra Oath Keepers, e quattro dei suoi più stretti collaboratori sono accusati di aver usato la forza per bloccare i lavori del Congresso che stava certificando la vittoria elettorale del presidente Biden. Cinque persone sono morte nell’attacco al Campidoglio. Per dimostrare l’accusa di cospirazione sediziosa, i pubblici ministeri hanno cercato di dimostrare che i cinque imputati avevano un effettivo accordo per “rovesciare, abbattere o distruggere con la forza” il governo degli Stati Uniti.
E, inoltre, da stabilire se il tentativo insurrezionale fosse parte di un piano preparato dall’ex presidente o dai suoi collaboratori più stretti. La giuria, composta da sette uomini e cinque donne, sta esaminando i dici capi di accusa contro Stewart Rhodes, Kelly Meggs, Jessica Watkins, Kenneth Harrelson e Thomas Caldwell, comprese tre distinte accuse di cospirazione, di aver ostacolato il voto dei grandi elettori e vari tentativi di nascondere le prove. Tutti e cinque si sono dichiarati non colpevoli. Se vengono condannati per le accuse più gravi, ogni imputato rischia fino a 20 anni di prigione federale.