Emozionatissima, Giorgia Meloni ha giurato sulla Costituzione entrando ufficialmente in carica e diventando la prima presidente del consiglio donna a capo del governo più di destra della storia repubblicana. Un doppio primato.
Capello dritto, giacca e pantaloni scuri, niente orecchini pendenti che ama molto, in piedi al fianco del presidente Mattarella ha stretto la mano a tutti i suoi ministri, ad alcuni con maggior trasporto, come a Giorgetti al quale ha preso la mano e l’ha stretta tra le sue. Del resto Giorgetti è il ministro dell’economia e delle finanze, quello che deve far quadrare i conti in un momento così difficile per gli italiani alle prese con le bollette esorbitanti e un’inflazione galoppante.
Meloni come prima scelta voleva un tecnico come Panetta membro del board della BCE, ma nessuno dei tecnici ai quali aveva rivolto l’invito a far parte del suo governo ha accettato. La patata bollente è passata quindi a Giorgetti, che ha il compito con la premier di dare continuità in Europa agli impegni assunti dall’Italia con il PNRR da Draghi. Da oggi il governo entra in carica e gli slogan lasciano il campo alle azioni vere e proprie. La situazione è tale da far tremare i polsi e oggi Giorgia Meloni un certo tremolio lo ha lasciato trasparire mentre poneva la firma sul documento che le porgeva il capo dello stato.
È comprensibile visto che oltre a dover tranquillizzare gli italiani sempre più preoccupati per i costi dell’energia e la precarietà dei posti di lavoro, Meloni dovrà tenere a bada il protagonismo di Salvini e di Berlusconi. La sinistra ha promesso opposizione dura, ma la neopremier dovrà guardarsi anche dal fuoco amico, come abbiamo potuto constatare i giorni scorsi. Sarà tosta. Ha davanti un compito colossale e c’è da sperare che il suo governo riesca a reggere perché l’Italia ha bisogno di stabilità.

C’è da sperare che non inizino a litigare, c’è da sperare che Salvini si dia una calmata e non riprenda a vagare alla ricerca di clandestini da castigare in mezzo al Mediterraneo bloccando porti e navi. A proposito ma la delega sui porti ce l’ha lui o il ministro del mare? Lo sapremo presto. Giorgia Meloni può essere soddisfatta di quello che è riuscita a fare da sola. Un esempio per tante donne, perché pur non condividendo molte delle cose che sostiene, ha dimostrato che la tenacia,la coerenza, l’autostima,la determinazione,sono gli ingredienti giusti per sconfiggere i maschi che si incontrano sul cammino.
Un esempio per le politiche di sinistra abituate a farsi guidare dai capicorrente che arrivano persino a candidare le mogli. Giorgia Meloni ha dimostrato che agli uomini potenti si può dire No e vincere. Lo ha fatto con Berlusconi che crede di averla creata e voleva imporgli la Casellati come ministra della giustizia, lo ha fatto con Salvini che la voleva sovrastare e chiedeva il ministero dell’interno. Riusciranno i suoi compagni di viaggio a restare buoni in un ruolo ancillare? Lo vedremo.
Auguro buon lavoro a Giorgia Meloni, sperando che quei nomi pittoreschi e ideologici scelti per alcuni ministeri siano coniugati in modo positivo per aggiungere diritti e non per toglierne. Incominci a riscaldarsi bordo campo la sinistra perchè da tempo non è più abituata a fare opposizione. Rispolveri i ricordi di come si fa e ricominci ad andare tra i giovani,perché se oggi ha prestato giuramento il governo più di destra mai avuto è per colpa della sinistra, in modo particolare di quei dirigenti romani del PD che hanno pensato solo alla gestione del loro potere.