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October 21, 2022
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Trump convocato dalla Commissione 6 gennaio: atteso in aula il 14 novembre

La notizia mentre il Washington Post rivela che alcuni documenti recuperati a Mar-a-Lago includevano informazioni sensibili su Iran e Cina

Marco GiustinianibyMarco Giustiniani
Trump convocato dalla Commissione 6 gennaio: atteso in aula il 14 novembre

Donald J. Trump - ANSA/EPA/MICHAEL REYNOLDS

Time: 4 mins read

Il giorno in cui Steve Bannon è stato condannato per essersi rifiutato di comparire davanti alla Commissione d’Inchiesta della Camera per deporre sui preparativi per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio la stessa Commissione ha convocato per il 14 novembre l’ex presidente Donald Trump. I parlamentari vogliono sapere dall’ex capo della Casa Bianca le sue “verità” sui brogli elettorali e sulla organizzazione della manifestazione davanti al Campidoglio conclusasi poi con l’assalto al Congresso.

La convocazione dell’ex presidente, prima nella storia americana, avviene dopo un altro scoop del Washington Post secondo il quale alcuni dei documenti Top Secret recuperati dall’FBI dalla casa-club privato di Mar-a-Lago di Donald Trump includevano informazioni altamente sensibili riguardanti Iran e Cina. Se fossero state lette da occhi indiscreti queste informazioni svelerebbero i metodi di raccolta delle informazioni, un fatto questo che gli Stati Uniti vogliono mantenere segreto.

Una delle “gole profonde” che ha fatto le rivelazioni al Washington Post a condizione di non rivelarne l’identità, ha affermato che almeno uno dei documenti sequestrati dall’FBI descrive il programma missilistico iraniano. Altri documenti descrivono un lavoro di intelligence altamente sensibile svolto sulla Cina.

La divulgazione non autorizzata di queste informazioni specifiche nei documenti comporterebbe molteplici rischi, affermano gli esperti. Persone che aiutano gli Stati Uniti negli sforzi di intelligence potrebbero essere messe in pericolo e i metodi di raccolta potrebbero essere compromessi. Inoltre, altri paesi avversari degli Stati Uniti potrebbero vendicarsi per le azioni intraprese in segreto. 

I documenti altamente classificati su Iran e Cina sono considerati tra il materiale più sensibile che l’FBI ha recuperato dalla residenza di Trump. L’ex presidente ha negato di aver avuto i documenti a Mar-a-Lago, sostenendo in una recente intervista televisiva di aver declassificato tutti i documenti in suo possesso e che un presidente può declassificare le informazioni “anche pensandoci”. 

Authorities stand outside Mar-a-Lago, the residence of former president Donald Trump – ANSA/EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH

Alcuni dei materiali più sensibili sono stati recuperati durante la perquisizione eseguita dall’Fbi lo scorso 8 agosto durante la quale gli agenti hanno sequestrato circa 13.000 documenti, 103 dei quali classificati e 18 top secret. Questi documenti costituivano il terzo lotto di carteggi riservati recuperati nel corso dell’indagine. Le scatole inviate volontariamente da Mar-a-Lago alla National Archives and Records Administration all’inizio di quest’anno contenevano 184 documenti classificati, 25 dei quali erano contrassegnati come top secret. A giugno, i rappresentanti di Trump hanno risposto a una citazione fornendo agli investigatori 38 documenti classificati aggiuntivi.

Il Washington Post aveva precedentemente scritto che alcuni dei documenti sequestrati durante la perquisizione dell’FBI descrivevano le difese militari di un paese straniero, comprese le sue capacità nucleari. 

Le “gole profonde” intervistate ieri non hanno voluto confermare o smentire se quell’intelligence si riferisse all’Iran, alla Cina o a qualche altra nazione. Il programma missilistico e le capacità nucleari dell’Iran vengono seguite con particolare attenzione dagli Stati Uniti. Le agenzie di intelligence ritengono che Teheran sia vicina ad avere abbastanza materiale fissìle per un’arma nucleare, ma non ha dimostrato la padronanza di alcune tecnologie necessarie per dispiegare tali armi, come la capacità di integrare una testata nucleare con un missile a lungo raggio.

Le persone che hanno familiarità con la questione hanno affermato che molti dei documenti più sensibili che Trump o i suoi collaboratori hanno portato a Mar-a-Lago dopo aver lasciato la Casa Bianca sono documenti di analisi di alto livello che non contengono i nomi delle fonti. Ma anche senza identificare gli autori delle informazioni, tali documenti possono fornire preziosi indizi agli avversari o nemici degli gli Stati Uniti sul modo in cui le informazioni sono state ottenute. Alcuni dei documenti sequestrati descrivono in dettaglio le operazioni Top Secret che molti alti funzionari della sicurezza nazionale non ne sono informati. Solo il presidente, alcuni membri del suo gabinetto o i massimi dirigenti dello spionaggio potrebbero autorizzare i funzionari del governo a conoscere i dettagli di questi programmi di accesso speciale tanto che investigatori che hanno condotto l’indagine Mar-a-Lago inizialmente non avevano l’autorità per esaminare il materiale prelevato.

David Laufman (al centro) – Twitter, David Laufman

David Laufman, un ex alto funzionario del Dipartimento di Giustizia che ha gestito casi riguardanti la cattiva gestione delle informazioni riservate, ha affermato che la “sensibilità eccezionale” del materiale trovato a Mar-a-Lago conterà come un’aggravante nelle vicende giudiziarie dell’ex presidente. “L’eccezionale segretezza di questi documenti e la sconsiderata esposizione di fonti e metodi usati dall’intelligence per ottenere queste inestimabili informazioni influenzeranno sicuramente la decisione del Dipartimento di Giustizia di accusare Donald Trump o altri che conservano intenzionalmente informazioni sulla difesa nazionale ai sensi dell’Espionage Act”, ha affermato Laufman.

Per tutta risposta l’ex presidente Donald Trump sostiene in una petizione presentata al Dipartimento di Giustizia che i documenti, come le richieste di clemenza, che aveva portato a Mar-a-Lago sono di sua proprietà personale e non devono essere restituiti al governo federale. L’atto giudiziario affronta solo una controversia su 15 documenti, ma mette in evidenza il potenziale impegno legale poichè ci sono circa 22.000 documenti da rivedere.

Lo Special Master Raymond Dearie sta esaminando le affermazioni di Trump sul privilegio esecutivo sui documenti, che sono stati sequestrati dalla casa dell’ex presidente in Florida ad agosto.

Gli avvocati di Trump affermano che si tratta di documenti personali, mentre il governo federale afferma che sono documenti presidenziali, non di Trump da conservare e che non possono essere protetti da Trump con alcuna pretesa di privilegio esecutivo.

Finora Trump e i suoi più accaniti sostenitori hanno respinto l’indagine criminale come un tentativo di indebolire l’ex presidente, che rimane la figura più influente del Partito Repubblicano e parla apertamente di candidarsi di nuovo alla Casa Bianca nel 2024.

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Marco Giustiniani

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