Con le elezioni di Midterm a 46 giorni, come ha ricordato questa mattina il presidente Joe Biden nel suo intervento al Democratic National Committee, la campagna elettorale entra nel vivo. “Una campagna – ha detto il capo della Casa Bianca – che si basa sulla scelta di accettare bugie o verità, sulla difesa della democrazia e dell’integrità del nostro processo elettorale”.
Prima di lui il leader repubblicano della Camera Kevin McCarthy ha presentato il programma elettorale del suo partito, sperando non solo di sconfiggere i democratici ma di tenere insieme la complicata componente repubblicana, profondamente divisa dai simpatizzanti di Donald Trump che hanno accettato le falsità elettorali dell’ex presidente e lo difendono su tutti i fronti. Un serio pericolo questo, perché allontana dal partito repubblicano la grande fascia dell’elettorato indipendente che dell’ex presidente, delle sue bugie elettorali e delle sue vicende giudiziarie non ne vuole sapere. E sono proprio le scelte degli indipendenti, la fascia elettorale più ampia, quelle che fanno la differenza nelle elezioni.
Un dibattito politico diverso quest’anno, con i ruoli invertiti. I repubblicani, normalmente più rigidi sui temi di legge e ordine pubblico, difendono il tentativo insurrezionale del 6 gennaio e accusano gli agenti dell’Fbi di aver piazzato i documenti Top Secret nella casa di Donald Trump. E con i democratici, normalmente critici delle scorrettezze e degli abusi commessi dalla polizia, che chiedono il rispetto della legge e il rispetto per l’operato degli agenti.

Di norma le campagne elettorali americane puntano sull’economia, perché è un fatto ben noto che l’elettorato vota con il portafoglio in mano. Ma quest’anno è un po’ tutto differente: l’inflazione, le cui “colpe” i repubblicani vogliono far cadere su Biden, è stata dimostrata essere la fase finale della lunga pandemia che ha sconquassato l’economia mondiale. Poi la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto il resto. Per rallentare l’inflazione la Fed ha alzato i tassi e Wall Street fa le bizze mandando in fumo i fondi pensione privati (i 401K) di milioni di americani. Ferree leggi di mercato per le quali la politica è assolutamente impotente.
Un altro tema importante nelle elezioni è la qualità della vita. Il voto non è solo una scelta politica, ma anche una risposta indiretta alle problematiche sociali del Paese perché saranno proprio i politici eletti quelli che dovranno sciogliere, o tentare di sciogliere, i nodi. La scelta delle donne su maternità, discriminazione, sicurezza, acquisto delle armi, immigrazione, tutti temi scottanti e attuali.
E gli schieramenti non possono essere più netti: i repubblicani vogliono limitare, o bloccare completamente, il diritto delle donne di interrompere la maternità. Si oppongono, nonostante le ripetute stragi, al bando della vendita delle armi d’assalto. Accusano i democratici per l’aumento della criminalità e nello stesso tempo condannano polizia e magistrati che catturano e processano gli insurrezionisti e i suprematisti bianchi che hanno preso d’assalto il Congresso.

Per regolamentare l’immigrazione né repubblicani, né democratici, quando avevano la maggioranza, sono stati in grado di trovare l’accordo per passare una riforma globale della legge varata nel 1952. Con il passare degli anni si sono fatte modifiche e contro-modifiche, ma di base la struttura che regola il flusso immigratorio negli Stati Uniti è rimasto lo stesso per 70 anni. Una legge antiquata e fuori dalla realtà attuale che viene usata come arma elettorale. Un ultimo esempio c’è stato con la provocazione politica del governatore della Florida, Ron DeSantis, che ha adescato una cinquantina di immigrati illegali, promettendogli lavoro e un posto dove stare, e poi li ha trasportati in aereo, abbandonandoli a Martha’s Vineyard, in Massachussetts, un’isola in cui il jet set fa le vacanze. Una mossa cinica e meschina con cui ha ricevuto il plauso dei suoi sostenitori e lo sdegno del Paese che lo ha però consacrato come erede spirituale di Trump.
In questo scenario politico, l’ex presidente Donald Trump cerca di conservare il suo spazio decisionale all’interno del partito repubblicano nonostante le sue vicissitudini giudiziarie. Ma ogni giorno che passa i suoi problemi con la giustizia aumentano e, inevitabilmente, la sua presa sul partito si affievolisce. Ora anche lo Special Master che i suoi avvocati hanno voluto nominare, Raymon Dearie, giudice federale di nomina repubblicana il quale supervisiona le indagini sui documenti sequestrati dagli agenti federali a Mar-a-Lago, ha ordinato agli avvocati di Trump di portare le prove delle accuse mosse dall’ex presidente secondo il quale l’FBI avrebbe piazzato i documenti Top Secret nella sua residenza durante la perquisizione. Se gli avvocati non le presenteranno sarà un altro colpo alla credibilità di Trump.