Da anni gli Stati Uniti sono preoccupati delle ingerenze russe nelle elezioni di altri Paesi. Soprattutto delle intromissioni nelle loro elezioni. Lo scoop di ieri del Washington Post secondo cui Mosca ha segretamente donato almeno 300 milioni di dollari a partiti, funzionari e politici in più di due dozzine di Paesi dal 2014 e prevede di trasferirne altre centinaia di milioni, è stato l’ultimo articolo in ordine di tempo in cui viene denunciata l’intromissione di Mosca nei sistemi elettorali.
Con un cablogramma che è stato fatto trapelare all’influente quotidiano della capitale, il segretario di Stato Anthony Blinken ha avvertito le ambasciate americane di tutto il mondo che “Il Cremlino e i suoi delegati hanno trasferito questi fondi nel tentativo di plasmare ambienti politici stranieri a favore di Mosca”.
Nella nota non si fanno nomi di politici e Paesi individuati dagli 007 americani, ma si dice che Washington informerà direttamente le nazioni coinvolte.
I primi nomi a circolare negli Stati Uniti – secondo il Washington Post – sono quelli di Albania, Montenegro, Madagascar e, “potenzialmente”, Ecuador. Nel caso specifico di un Paese asiatico non identificato, l’ambasciatore russo avrebbe dato milioni di dollari in contanti a un candidato presidenziale.

Le agenzie statunitensi hanno anche scoperto che negli ultimi anni la Russia ha utilizzato contratti falsi e società di comodo in diversi paesi europei per dare denaro ai partiti politici.
Non è la prima volta che l’intelligence Usa denuncia una campagna di influenza a suon di finanziamenti sui partiti nazionalisti, contrari all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica. Durante l’amministrazione Obama, il Congresso affidò a James Clapper, che era alla guida della National Intelligence, l’incarico di controllare i finanziamenti russi degli ultimi 10 anni ai partiti europei. I risultati dell’indagine non sono mai stati rivelati.
E proprio oggi l’ultima “vittima” eccellente delle ire di Mosca è stata Magdalena Andersson in Svezia, sconfitta dall’ultradestra dei Democratici Svedesi di Jimmie Akesson, dopo che a maggio la Anderson aveva portato il suo Paese a chiedere di entrare nella Nato. Invito accettato dall’Alleanza Atlantica, ma non ancora ratificato e che ora molto probabilmente verrà annullato dalla nuova maggioranza del governo svedese.

Ieri sera Ned Price, il portavoce del Dipartimento di Stato, ha confermato l’allarme affermando che è stato il risultato del lavoro delle agenzie di intelligence statunitensi. Price ha aggiunto che l’ingerenza delle elezioni russe è stata “un assalto alla sovranità”, simile alla guerra della Russia contro l’Ucraina.
Il cablogramma del Dipartimento di Stato e il rilascio di alcuni documenti sui risultati dell’intelligence equivalgono a uno sforzo iniziale dell’amministrazione Biden per utilizzare quanto esaminato dagli analisti dei servizi per evidenziare le interferenze russe nei processi politici e nelle elezioni globali e per rendere partecipi altre nazioni democratiche in modo da aiutarla a combattere queste interferenze.
Le agenzie di intelligence statunitensi hanno stabilito che la Russia ha interferito nelle elezioni presidenziali del 2016 a favore di Donald J. Trump, allora candidato repubblicano che ha sconfitto Hillary Clinton, la candidata democratica. Aiuti soprattutto con operazioni informatiche per diffondere la disinformazione online. L’intelligence statunitense ha anche scoperto che il presidente russo Vladimir V. Putin ha autorizzato una campagna di disinformazione per danneggiare Joe Biden quando si è candidato contro Trump nel 2020.
Nel documento si afferma che una serie di agenzie e individui russi svolgono le operazioni globali, inclusi il Servizio di sicurezza federale e altre agenzie di sicurezza, nonché figure aziendali.

Su tutti Yevgeny Prigozhin e Aleksandr Babakov, entrambi stretti collaboratori di Putin, coinvolti nelle campagne di influenza o interferenza. Yevgeny Prigozhin secondo alcune agenzie potrebbe essere stato ucciso ad agosto nel bombardamento ucraino del quartier genererale del Wagner Group. Ad aprile, il Dipartimento di Giustizia ha accusato Babakov, che è anche un legislatore russo, e altri due cittadini russi di aver cospirato per violare le sanzioni statunitensi e aver cospirato per commettere frode sui visti mentre gestiva una “rete internazionale di influenza straniera e disinformazione per promuovere gli interessi della Russia.”
Nel cablogramma del Dipartimento di Stato viene anche raccomandato agli ambasciatori di fare pressione presso i governi per coordinare la condivisione dell’intelligence, migliorare l’esame degli investimenti esteri, rafforzare le capacità investigative sui finanziamenti dall’estero dei partiti politici e selle loro campagne elettorali e applicare ed espandere le regole di registrazione degli agenti stranieri che operano nei loro Paesi. Nella nota si afferma anche che i governi dovrebbero espellere gli agenti dell’intelligence russa che hanno preso parte alle operazioni di finanziamento segrete.
Il Dipartimento di Stato ha affermato nella sintesi che stava esortando i governi a proteggersi dal finanziamento politico segreto “non solo dalla Russia, ma anche dalla Cina e da altri paesi che imitano questo comportamento”.