Grande attesa per l’ottava audizione pubblica della Commissione d’Inchiesta della Camera sull’assalto del 6 gennaio 2021, che questa sera alle 8 verrà trasmessa da tutti i maggiori canali televisivi e in video stream da centinaia di media del Paese.
Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti i 187 minuti di inazione da parte dell’allora presidente Donald Trump mentre i suoi sostenitori prendevano d’assalto il Campidoglio per cercare di impedire all’ex vicepresidente Mike Pence, nella sua funzione di presidente del Senato, di certificare la vittoria elettorale di Joe Biden. Più di tre ore durante le quali una violenta fiumana di sostenitori di Trump ha attaccato la polizia, saccheggiato il Campidoglio e ha dato la caccia ai parlamentari e al vicepresidente.
La congresswoman Elaine Luria, democratica, e Adam Kinzinger, uno dei due repubblicani della Commissione, avranno un ruolo guida in questa audizione e il congressman Bennie Thompson presiederà l’udienza in remoto perché colpito dal covid.
Durante quei 187 minuti furono fatte molte pressioni sulla Casa Bianca affinché l’ex presidente richiamasse la folla dei rivoltosi per fermarsi, ma il presidente decise di non ascoltare i loro consigli. La Commissione d’Inchiesta sostiene che Trump avrebbe accolto con favore le violenze, compiaciuto che i suoi sostenitori mostrassero in questo modo il loro sostegno alle sue affermazioni sulle elezioni “rubate”. Tre ore di “buio” nell’impegnatissima agenda della Casa Bianca per le quali la Commissione d’Inchiesta vuole fare luce.
Saranno due ex funzionari della Casa Bianca che hanno lavorato nella West Wing a testimoniare. Uno è un ex funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Matthew Pottinger. Sarah Mattews, invece, era l’ex viceresponsabile della sala stampa della Casa Bianca. I due, che hanno già parlato a porte chiuse, si sono dimessi dopo l’assalto al Congresso. Pottinger ha detto che la sua decisione è maturata dopo che Trump aveva criticato in un suo tweet che il suo vicepresidente “non aveva avuto il coraggio di fare la cosa giusta”, mentre la folla in Campidoglio lo cercava e cantava “Impicchiamo Mike Pence!”

Nelle ultime sette udienze, la Commissione d’Inchiesta ha evidenziato come l’ex presidente fosse al centro di un complotto per cercare di rovesciare l’esito elettorale che si è concluso con il clamoroso assalto al Campidoglio. Testimoni, inclusi ex funzionari e personale della Casa Bianca, sono apparsi di persona e in interviste precedentemente registrate per fornire dettagli su come l’allora presidente fosse stato messo a conoscenza dal suo ministro della Giustizia e dall’avvocato della Casa Bianca di aver perso le elezioni, e come nonostante ciò avesse continuato a fare pressione su funzionari statali, legislatori e sul Dipartimento di Giustizia nel tentativo di ribaltare le elezioni a suo favore. Come? Aggrappandosi a folli teorie cospirative sostenute da alcuni suoi alleati che, senza nessuna prova, continuavano ad alimentare la sua illusione.
Sebbene questa sia l’ultima udienza programmata, la Commissione d’Inchiesta ha ventilato la possibilità di altre audizioni man mano che altri testimoni e altre prove verranno raccolte dagli inquirenti. La Commissione spera di pubblicare un rapporto finale in autunno.
Gli investigatori della Commissione d’Inchiesta speravano di ricevere questa settimana una serie di messaggi trasmessi dagli agenti di scorta al presidente, che avrebbero potuto fornire maggiori dettagli sulle azioni di Trump il 6 gennaio. Secondo l’ex aiutante della Casa Bianca Cassidy Hutchinson, Trump aveva cercato di afferrare il volante della sua auto presidenziale e aveva avuto un alterco fisico con l’agente della scoperta che si era rifiutato di andare al Campidoglio per raggiungere gli assalitori.
Il Secret Service ha consegnato più di 10.000 pagine di documenti alla Commissione d’Inchiesta, ma solo un singolo messaggio relativo alla sommossa. Quel messaggio era dell’allora capo della polizia di Capitol City Steven Sund al Service, chiedendo aiuto. L’ufficio della scorta ha detto al comitato che i messaggi degli agenti del 5 e 6 gennaio 2021 sono stati cancellati come parte di una manutenzione del sistema che era stata pianificata in anticipo. I membri della Commissione d’Inchiesta sono furiosi per la spiegazione dei servizi segreti.
“Siamo preoccupati per la cancellazione dei dati dei telefoni cellulari dei servizi segreti. Il processo di manutenzione del sistema del Secret Service è stato compiuto il 27 gennaio 2021, appena tre settimane dopo l’attacco al Campidoglio in cui il vicepresidente degli Stati Uniti, mentre era sotto la protezione dei servizi segreti, era a pochi passi da una folla violenta che gli dava la caccia” hanno scritto Bennie Thompson e la vicepresidente Liz Cheney in una dichiarazione congiunta. Tutti i 24 agenti del Service che erano in servizio il 6 gennaio verranno interrogati dall’Homeland Security che ha aperto una inchiesta sulla vicenda. La “procedura per la conservazione dei messaggi sembra essere contraria ai requisiti federali di conservazione dei documenti e potrebbe rappresentare una possibile violazione del Federal Records Act”, è stato affermato.

In un sondaggio condotto dal NPR/PBS NewsHour/Marist National Poll, il 57% degli americani, in aumento rispetto al 53% di gennaio, afferma che l’ex presidente Donald Trump è in gran parte responsabile per quello che è successo il 6 gennaio 2021. La metà (50%) pensa che l’ex presidente Donald Trump dovrebbe essere accusato di crimini sulla base delle prove presentate alle udienze della Commissione d’Inchiesta, ma solo il 28% degli intervistati ritiene che dovrà affrontare accuse penali.
L’87% dei repubblicani non pensa che Trump dovrebbe essere accusato di crimini. Quasi sei americani su dieci (58%) stanno prestando molta attenzione alle udienze del 6 gennaio. I democratici (80%) sono i più coinvolti nel seguirle. Anche il 55% degli indipendenti e il 44% dei repubblicani prestano almeno una certa attenzione.
Il 50% degli americani – compreso l’86% dei democratici, il 52% degli indipendenti e il 12% dei repubblicani – considera gli eventi del 6 gennaio 2021 un’insurrezione e una minaccia alla democrazia. Il 19% afferma che è stata una protesta politica protetta dal Primo Emendamento e il 25% afferma che si tratta di uno sfortunato incidente e non è motivo di preoccupazione futura. Tra i repubblicani, il 40% afferma che l’evento è stata una protesta politica e un ulteriore 40% lo percepisce come uno sfortunato evento passato.