Analisi complicate dopo le elezioni primarie tenute ieri in South Carolina, North Dakota, Nevada e Texas. E proprio da quest’ultimo Stato è arrivata la batosta più pesante per i democratici, che da oggi hanno perso un altro congressman alla Camera dopo che la repubblicana Mayra Flores ha battuto il democratico Dan Sanchez in una elezione forzata, e limitata fino all’8 novembre quando si voterà per rinnovare l’intera Camera, ma necessaria per riempire questi ultimi quattro mesi di legislatura dopo che il congressman democratico Filemon Vela si è dimesso.
Una vittoria repubblicana in un seggio considerato “sicuro” per i democratici nella valle del Rio Grande, fortemente ispanico: un segnale inquietante per i democratici che non solo stanno perdendo terreno in una regione che hanno dominato a lungo, ma il successo della Flores dimostra anche che i repubblicani si stanno facendo strada con gli elettori ispanici.
Una sconfitta pesante per il partito di Nancy Pelosi perché i repubblicani premono, e fremono, per riconquistare la maggioranza alla Camera e, come primo obiettivo dichiarato, sciogliere la commissione d’inchiesta sull’assalto al Congresso del 6 gennaio. A questo proposito l’audizione che questa mattina si sarebbe dovuta tenere è saltata a causa di problemi tecnici. Si terrà domani all’1:00 pm.

Nelle altre elezioni c’è stata una vittoria a metà per Donald Trump in South Carolina, dove il candidato da lui scelto ha facilmente estromesso Tom Rice, congressman già eletto per cinque mandati, primo rappresentante repubblicano “silurato” dopo aver votato lo scorso anno per mettere sotto accusa l’ex presidente.
Fallisce, invece, il tentativo dell’ex presidente di silurare la congresswoman Nancy Mace, che con parole al vetriolo, dopo aver votato per deferire Steve Bannon alla magistratura ordinaria per il suo rifiuto di testimoniare davanti la commissione d’inchiesta della Camera, aveva accusato i suoi compagni di partito di avere paura della verità sull’assalto del 6 gennaio al Congresso. Ma questa della Mace era una battaglia nella battaglia perché la congresswoman era sostenuta da Nikki Haley, ex governatore dello Stato ed ex ambasciatrice all’Onu, che vuole candidarsi contro Trump per le presidenziali del 2024.
E quindi Trump sosteneva l’avversario della Mace nel tentativo di ridimenzionare la forza della Haley. Sempre nella Carolina del Sud, il repubblicano Tim Scott ha ottenuto una vittoria facile e incontrastata per quello che secondo lui sarà il suo ultimo mandato al Senato.
In Nevada Adam Laxalt, un candidato appoggiato sia da Mitch McConnell che da Donald Trump ha vinto le primarie al Senato e molto probabilmente vincerà le elezioni di novembre contro la senatrice democratica al primo mandato Catherine Cortez Masto, considerata tra i senatori più vulnerabili. In North Dakota facile riconferma per il senatore repubblicano John Hoeven che a novembre affronterà la democratica Katrina Christiansen.

Ma queste elezioni primarie hanno riservato anche altre sorprese: ieri il segretario di stato del New Mexico, Maggie Toulose Olive, si è rivolta alla magistratura statale per ordinare alla commissione repubblicana della contea di Otero di certificare i risultati delle elezioni primarie del 7 giugno perchè i commissari si sono rifiutati di farlo per sfiducia nei confronti delle macchine per il conteggio dei voti della società Dominion, quella messa sotto accusa dagli avvocati di Trump, Rudy Giuliani e Sidney Powell che in 60 aule dei tribunali avevano cercato di annullare i risultati elettorali delle elezioni presidenziali del 2020.
Peraltro tutti i ricorsi sono stati respinti e i due avvocati a loro volta sono stati citati in giudizio per diffamazione dalla Domino e Giuliani per le sue assurde dichiarazioni è stato sospeso dall’ordine degli avvocati di New York.
La commissione che si è rifiutata di certificare il risultato elettorale è formata da tre membri: uno di questi Couy Griffin è il fondatore del movimento “Cowboys for Trump” che ancora oggi sostiene che l’ex presidente Donald Trump ha vinto le elezioni del 2020. Griffin è stato condannato per essere entrato illegalmente in aree riservate del Campidoglio, sebbene non nell’edificio, durante il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 e per lui la condanna è prevista per la fine di questo mese.
Il fatto che la commissione, senza nessuna prova, abbia bloccato la certificazione del voto è l’ultimo esempio di come le teorie del complotto e la disinformazione stiano influenzando l’integrità delle elezioni negli Stati Uniti con l’ex presidente che ancora oggi continua a ripetere che le elezioni del 2020 sono state “truccate” o “rubate”, nonostante la mancanza di prove e le smentite dei più alti funzionari della Giustizia e della cybersicurezza da lui nominati nella sua stessa amministrazione.