Nello storico Hotel National di l’Avana si è svolto il XIII Congresso mondiale della CIM. In una sala gremita, delegati di tutto il mondo hanno preso parte all’evento con la presenza del Presidente della Repubblica di Cuba Miguel Diaz-Canel, del primo ministro Manuel Marrero-Cruz e di ben 11 ministri del governo cubano.
Il tema del Congresso è stato “L’impresa, il lavoro e la cultura italiana portatori di sviluppo e di pace”. L’evento si è rivelato una piattaforma per la promozione delle relazioni economiche, politiche e culturali tra Cuba e Italia.
A Cuba lavorano stabilmente 47 succursali di imprese e società italiane, tra cui spiccano il gruppo Inalca di Luigi Cremonini nel settore alimentare, la System Costruzioni di Emanuele Orsini e Alpitur turismo, guidata da Gabriele Burgio.
La Confederazione Italiani nel Mondo, da trent’anni porta avanti iniziative a sostegno degli italiani che vivono all’estero. È presente in 33 paesi, con dodici congressi in ogni continente. Parigi, Buenos Aires, Rio, New York, Melbourne e altri. Fra tanti, un precedente congresso a Varadero Cuba nel 1998 con la presenza di Fidel Castro. La CIM conta circa 2000 associazioni italiane sparse per il mondo.

Importante l’appello al congresso dei più giovani, affinchè la CIM e altre associazioni che operano all’estero possano fare in modo che la politica riconosca il valore delle eccellenze italiane all’estero e crei incentivi e opportunità per la promozione e il rientro. Le grandi associazioni che operano all’estero possono essere riferimenti indispensabili per chi ha bisogno di interlocutori.
Durante la cerimonia, il presidente Sollazzo e l’ambasciatore italiano a Cuba, Roberto Vellano, hanno consegnato al ministro della Sanità, José Angel Portal, un riconoscimento per l’organizzazione della missione dei medici cubani arrivati in Italia durante la pandemia.
Il Congresso della CIM ha confermato il presidente On. Angelo Sollazzo e il segretario generale, ing. Attilio Moraca. Eletti vice-presidente l’ex presidente della regione Campania Stefano Caldoro, On. Federico Conte e l’imprenditore Salvo Iavarone.
Tutto questo in una Cuba nella quale dati i rapporti congelati con le autorità americane che non sono migliorati troppo nemmeno col passaggio da Trump a Biden, le strutture della capitale rimangono fatiscenti, mentre il controllo dei passaporti è accurato e le persone sono molto gentili.

Dall’aeroporto verso il centro, attraversando la zona bene dell’Avana, si possono ammirare le antiche ville coloniali di prima della Revolucion ristrutturate e riadattate ad ambasciate o a nuove strutture recettive.
Il famoso “Paseo de Martì’’, conosciuto come il ‘’Paseo del Prado’’, la strada più importante della città, è situato al centro di Avana e ti porta dal “Capitolio‘’ fino al Malecon, lunghissimo e altrettanto famoso lungomare della città, passaggio obbligato per Avana vecchia.
Avana è una città fiera pur nella sua decadenza. Molte sono le vecchie costruzioni deturpate dall’incuria e dall’abbandono, mai i colori tenui, quelli pastello delle facciate con le balconate in ferro forgiato e gli ombrosi patii che si intravedono dai portoni, le rendono affascinanti.
I negozi, botteghe di altri tempi, sono inefficienti. I beni di prima necessità sono razionati e ci sono lunghe code per entrare con il rischio di trovare scaffali vuoti.

La storica bodeguita del Medio, malgrado gli anni di pandemia, rimane il punto di riferimento più famoso di tutta Cuba. Tappa obbligatoria per tutti. Lo spazio è ridotto, ma il mojito e la musica sono di qualità superiore. Il più famoso cliente, Ernest Hemingway, ha lasciato qui una dedica: “my mojito en la bodeguita, my daiquiri en el floridita”.
La leggenda vuole che Ernest Hemingway, entrato per la prima volta al Floridita non si lasciò scappare il primo Daiquiri della sua vita. Lo apprezzò ma in seguito lo volle senza zucchero e con doppio rum. E così nacque il Papa Doble, il Daiquiri alla maniera di Hemingway.
Dopo la crisi dovuta al covid, ora Cuba è a una svolta. Lo stato che sovraintende tutte le attività sta lasciando sempre più spazio all’iniziativa privata. Il grande cambiamento è rappresentato dalla nuova Costituzione che, approvata il mese scorso, consente alle piccole e medie imprese e alle cooperative di essere private e autonome e quindi svolgere attività economiche. È già un primo passo.