È stato Donald Trump ad accendere la fiamma del tentato golpe del 6 gennaio. Nella sua prima udienza pubblica, la Commissione d’Inchiesta sull’assalto al Campidoglio ricorda agli americani quanto accaduto in quel giorno del 2021.
Lo fa con immagini inedite raccolte in un filmato di oltre 10 minuti e grazie alla testimonianza di una degli agenti feriti. Ma anche presentando spezzoni delle testimonianze raccolte a porte chiuse.
Uno spettacolo mediatico a tutti gli effetti, trasmesso davanti a milioni di telespettatori sintonizzati. Le due ore di diretta si aprono con le parole presidente della Commissione Bennie Thompson: “Il 6 gennaio e le bugie che hanno portato all’insurrezione hanno messo due secoli e mezzo di democrazia a rischio. La nostra democrazia resta in pericolo. Il complotto non è finto”.
Thompson si spinge poi su un parallelismo con il passato: “Nel 1814 il Campidoglio è stato assalito da una forza straniera, mentre il 6 gennaio da nemici interni”. Poi la presentazione dell’amica e “patriota” Liz Cheney, nemica giurata di Trump. La deputata repubblicana spiega che Trump aveva un “sofisticato piano in sette punti” per capovolgere il voto e restare al potere.
Rep. Liz Cheney, Republican of Wyoming, gave a preview of testimony to be revealed in hearings concerning Donald Trump’s actions during the Jan. 6 attack on the U.S. Capitol. https://t.co/WwU1kDet2U pic.twitter.com/KnxhgzcZCO
— The New York Times (@nytimes) June 10, 2022
“Vedrete le prove”, dice ricordando la pressione esercitata dall’ex presidente su Mike Pence affinché rifiutasse il conteggio dei voti elettorali. “A questo punto non c’è spazio per il dibattito – ha ricordato la vicepresidente repubblicana della Commissione – Coloro che hanno invaso il Campidoglio e combattuto per ore contro le forze dell’ordine erano motivati da ciò che il presidente Trump aveva detto loro: che le elezioni erano state rubate e che lui era il presidente legittimo. Il presidente Trump ha convocato la folla, l’ha radunata e ha acceso la fiamma di questo attacco”.
Cheney introduce poi agli americani spezzoni delle testimonianze dell’ex ministro della Giustizia di Trump William Barr e della figlia Ivanka.
“Ho avuto tre discussioni con il presidente Trump e gli ho detto chiaramente che non credevo che le elezioni fossero state rubate”, ha dichiarato Barr alla commissione, precisando di “aver detto ripetutamente” al tycoon che non vedeva prove di frode. “Rispetto Barr e ho accettato” quanto ha detto sulle elezioni, ovvero che non c’erano prove di Frode e che Trump aveva perso, ha messo in evidenza Ivanka.
A descrivere quelle ore oltre nelle nuove immagini è stata Caroline Edwards, una delle agenti ferite. Ha raccontato “scene di guerra” con protagonisti “gli americani come lei” che l’hanno insultata.
La sua testimonianza ha chiuso la prima udienza pubblica bollata dal portavoce di Donald Trump, Taylor Budowich, come un “circo” non in grado di catturare l’attenzione pubblica. I democratici sanno bene che le udienze rischiano di ritorcersi contro di loro alle elezioni di novembre, ma hanno scelto lo stesso di andare avanti e rischiare.