La Washington degli scandali politici è sempre alla ricerca di uno nuovo.
Michael Sussmann, un ex procuratore del Dipartimento di Giustizia che ha continuato a lavorare in uno studio legale che ha rappresentato a lungo i Democratici, è accusato di aver mentito all’FBI. Il suo processo inizierà lunedì con la selezione della giuria presso la corte federale di Washington e si concentrerà sulle controversie delle elezioni presidenziali del 2016.
In un incontro con l’FBI, nel settembre 2016, Sussmann, un partner della prestigiosa firm di New York, Perkins Coie, ha presentato al capo del servizio legale dell’Fbi documenti che suggerivano comunicazioni informatiche tra le società di Donald Trump e una banca russa. L’accusa è di aver mentito all’FBI quando non ha detto agli agenti che lo interrogavano il nome del cliente che lo aveva assunto.
Gli inquirenti federali affermano che Sussmann agiva per conto della campagna di Hillary Clinton e per conto di un dirigente tecnologico che ha raccolto i dati, Rodney Joffe.
Il caso Sussmann segna il primo processo sorto dal lavoro del consigliere speciale John Durham nominato dall’Amministrazione Trump poco prima di lasciare la Casa Bianca. Durham venne selezionato nel 2019 dal procuratore generale William P. Barr per esaminare come l’FBI e altre agenzie federali avevano svolto le indagini sulle interferenze russe durante la campagna elettorale di Trump nel 2015. La nomina di Durham e i casi che ha presentato sono controversi. I repubblicani hanno voluto a lungo “indagare sugli investigatori”, sperando di dimostrare che l’FBI aveva preso ingiustamente di mira Trump. I democratici hanno accusato Durham di cercare di punire coloro che hanno indagato su Trump.
Una condanna potrebbe segnare la fine della carriera legale di Sussmann e gettare nuove ombre sulla campagna elettorale di Hillary Clinton, ma è improbabile che si traduca in gravi pene detentive. Un’assoluzione danneggerebbe la credibilità di Durham e probabilmente intensificherebbe le richieste dell’Attorney General Merrick Garland di abolire un procuratore speciale per un’indagine su una campagna elettorale di sette anni fa.
Ma non è solo la campagna elettorale di Hillary. A tenerle compagnia c’è il figlio di Joe Biden, Hunter che dal 2013 al 2018, secondo la NBC News, lui e la sua azienda hanno guadagnato circa 11 milioni di dollari tra parcelle come avvocato e per essere membro del consiglio di un’azienda ucraina accusata di corruzione. Ma anche per il suo lavoro con un uomo d’affari cinese ora accusato di frode. I documenti che sono stati “trovati” da Rudy Giuliani in un negozio che riparava lap top, sono stati esaminati da NBC News non specificano cosa Hunter Biden abbia fatto per guadagnare milioni dai suoi partner cinesi, sollevano interrogativi sulla sicurezza nazionale, l’etica aziendale e la potenziale esposizione legale per le attività che potrebbero essere illecite del figlio di un presidente. Nel dicembre 2020, Hunter Biden ha ammesso di essere stato al centro di un’indagine federale sulle sue tasse. Nei mesi scorsi il National Intelligence Council ha affermato che prima delle elezioni lo spionaggio russo aveva lanciato una campagna di fango contro Joe Biden e i suoi familiari.
Da mesi i repubblicani affermano che se a novembre alle elezioni di Mid Term riprenderanno la maggioranza alla Camera, apriranno ufficialmente un’inchiesta per stabilire se anche l’attuale presidente Biden potesse aver avuto un coinvolgimento.
“Nessuna regola etica del governo si applica ad Hunter Biden”, ha affermato Walter Shaub, ex direttore dell’Office of Government Ethics degli Stati Uniti che ora è un esperto di etica con il Project on Government Oversight. Shaub ha aggiunto, tuttavia, che “è imperativo che nessuno al Dipartimento di Giustizia e nessuno alla Casa Bianca interferisca con le indagini penali in Delaware”.
Shaub aveva precedentemente sollevato domande sulla vicenda di Hunter Biden, che ha venduto i propri quadri a misteriosi acquirenti per i quali, dopo un intervento della Casa Bianca, sono stati secretati i nomi. Un fatto che crea un serie di interrogativi soprattutto sulla provenienza del denaro.
Frank Figliuzzi, ex vicedirettore dell’FBI per il controspionaggio, ha affermato che esiste un rischio per la sicurezza nazionale quando potenze straniere come la Cina vedono un’opportunità per avvicinarsi a qualcuno come Hunter Biden. I documenti analizzati da NBC News mostrano tuttavia che pochi accordi di Hunter Biden si sono realizzati. Molta evidenza invece c’è della velocità con cui il figlio del presidente ha speso i suoi soldi. Secondo NBC News ha speso più di $200.000 al mese da ottobre 2017 a febbraio 2018 in camere d’albergo di lusso, il pagamento della sua Porsche, lavori dentistici e prelievi di contanti.
Biden ha ammesso di aver bruciato soldi per pagare la droga e festeggiare con sconosciuti che abitualmente gli chiedevano soldi, e ha lottato per pagare più mutui o tenere il passo con gli alimenti e il mantenimento dei figli alla sua ex moglie. Nella sua biografia, “Beautiful Things”, dice che i soldi della società ucraina Burisma “si sono trasformati in un determinante scivolone nella mia dipendenza” e “mi hanno permesso di gettare al vento migliaia di dollari in modo sconsiderato, pericoloso e distruttivo. Umiliante. Così ho fatto”.
Nella dichiarazione di divorzio del febbraio 2017, un avvocato dell’ex moglie di Hunter Biden ha affermato che i debiti insoluti della coppia erano “enormi” e che dovevano anche $ 313.000 in tasse arretrate. Un avvocato di Biden ha detto che tutte le sue responsabilità fiscali nei confronti dell’IRS sono state soddisfatte.
I repubblicani delle Commissioni Finanze e Sicurezza interna del Senato, allora presiedute rispettivamente da Chuck Grassley dell’Iowa e Ron Johnson del Wisconsin, hanno pubblicato il loro primo rapporto sugli affari di Biden nel settembre 2020. Il rapporto di 87 pagine affermava che Biden aveva “monetarizzato” sul suo nome, ma Johnson ha detto in un’intervista che nel rapporto non c’erano accuse sostanziali. Ora in minoranza, i repubblicani dei due comitati stanno ancora rivedendo e analizzando diverse centinaia di pagine di documenti finanziari e commerciali legati a Biden e ai suoi soci. Hunter Biden ha negato qualsiasi attività illegale e ha detto a CBS News in un’intervista che sta “collaborando completamente” con l’indagine federale nel Delaware. “E sono assolutamente certo che alla fine delle indagini, sarò scagionato da qualsiasi illecito”.