Il Senato della Florida ha approvato un disegno di legge che vieta il ricorso all’aborto dopo 15 settimane di gravidanza.
La misura, che ha potuto contare sul sostegno della netta maggioranza repubblicana in entrambe le camere del parlamento statale, concretizza uno dei divieti di aborto più duri degli Stati Uniti, non prevedendo alcuna eccezione per per le vittime di stupro, di incesto o del traffico di esseri umani.
Un inasprimento considerevole anche rispetto al regime attuale nel Sunshine State, che limita il ricorso all’aborto dopo 24 settimane di gravidanza.
Ora la palla passa metaforicamente al governatore Ron DeSantis, le cui note posizioni conservatrici rendono pressoché scontata la firma finale sulla legge, la cui entrata in vigore è prevista per il 1° luglio.
Vocale l’opposizione della minoranza democratica, che ha polemicamente ribattezzato le misure come “Don’t Say Gay bill“, dato che costituiscono solo una parte di un più ampio pacchetto di previsioni, tra cui una che vieta lezioni sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere nelle scuole elementari.
‼️BREAKING‼️ The Florida GOP have chosen to limit a woman’s access to healthcare with NO exceptions for rape, incest, or human trafficking. https://t.co/iWKfpQTzkd
— Florida Senate Democrats (@FLSenateDems) March 4, 2022
Come la Florida, anche altri stati a trazione repubblicana in tutto il Paese, tra cui Arizona e West Virginia, si sono mossi per limitare l’accesso all’aborto dopo 15 settimane, in un vero e proprio assedio legislativo alla storica sentenza del 1973 Roe v Wade della Corte Suprema (che ha affermato il diritto costituzionale all’aborto e proibito agli stati di vietarlo prima che siano passate 23 settimane, identificato come il momento di vitalità del feto).
Il regime più restrittivo a livello nazionale è attualmente quello introdotto in Texas dal governatore Greg Abbott, che proibisce l’interruzione della gravidanza dopo appena 6 settimane dal concepimento. Proprio a quest’ultimo si sta ispirando il parlamento dell’Idaho.
Il futuro politico di tali misure dipende molto dalla prossima sentenza della Corte Suprema, a cui da poco si è aggiunta Ketanji Brown Jackson, sulle legislazioni anti-abortiste di Mississippi e Texas. Il verdetto è atteso per l’estate, e indiscrezioni sembrano suggerire che la maggioranza dei Justices sia propensa ad annullare le garanzie di Roe v Wade, e accorciare notevolmente il limite temporale per praticare l’aborto, come auspicato dai repubblicani.