La politica ha avuto un giorno in più per le vacanze di fine anno a causa dell’abbondante nevicata che ha colpito Washington. La neve però non ha raggiunto New York e il primo lunedì dell’anno si è aperto con la richiesta di testimonianza per due dei figli dell’ex presidente nell’inchiesta dell’Attorney General Letitia James.
La sosta forzata nella capitale federale è stata usata dalla Casa Bianca per contattare gli alleati del presidente per fare il punto e stabilire gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere alla riapertura dei lavori al Congresso nel tentativo di resuscitare il piano del welfare familiare e dell’ambiente. I democratici stanno cercando un modo per riaprire il dibattito, dopo che il senatore Joe Manchin lo ha bloccato. Il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, si è impegnato a forzare un voto all’inizio della prossima settimana su una versione rivista del disegno di legge approvato dalla Camera, usando le regole del budget, che comporta un voto con la maggioranza semplice. Questo per evitare l’ostruzionismo dei repubblicani con il filibuster (che invece comporta la maggioranza qualificata di 60 voti). Per metterlo ai voti, comunque, Schumer dovrà contare sul sostegno di tutti i suoi compagni di partito, incluso quello di Manchin, per avviare il dibattito. “I contatti sono ripresi – afferma CNN – anche se per ora il senatore della West Virginia sembra essere irremovibile”.

Schumer inoltre sarebbe pronto a lanciare la battaglia sui diritti di voto, ma per fare questo deve cambiare la regola del filibuster al Senato. In una lettera al suo caucus, il leader democratico ha affermato che avrebbe presentato la legislazione sul voto a gennaio e che se dovesse essere bloccata dai repubblicani, “il Senato prenderà in considerazione modifiche a qualsiasi regola che ci impedisca di discutere e raggiungere la conclusione finale su importanti legislazioni”. Tutti e due i partiti hanno usato il filibuster, che una volta richiesto immediatamente comporta il voto con la maggioranza qualificata di 60 voti, in modo da bloccare tantissimi progetti. Ma dall’era di Obama il Senato, anziché un luogo di dibattito, è diventato un luogo di confronto e il negoziato tra i due partiti per trovare soluzioni comuni ai problemi del Paese non c’è più.

La neve che ha investito la capitale federale non ha bloccato l’inchiesta della Commissione della Camera sull’assalto al Congresso. La congresswoman repubblicana Liz Cheney ha rivelato che il comitato ha “testimonianze di prima mano” che Ivanka Trump ha chiesto a suo padre di richiamare i suoi sostenitori dall’assalto al Campidoglio e il presidente della Commissione d’inchiesta Bennie Thompson afferma che si hanno “testimonianze significative” che alla Casa Bianca sia stato chiesto di intervenire, ma l’ex presidente ha aspettato quasi tre ore prima di esortare a malincuore i suoi sostenitori a tornare a casa. Affermazioni sostenute anche da Jonathan Lemire, corrispondente dalla Casa Bianca di Politico, che alla stazione televisiva MSNBC ha riferito delle frustrazioni dei collaboratori e sostenitori di Trump nel tentativo di convincere l’ex presidente ad intervenire per calmare gli animi. “Nella sala da pranzo privata appena fuori dallo Studio Ovale – ha detto Lemire – guardava i filmati e faceva il tifo per i manifestanti. Alla fine lo hanno portato fuori nel Rose Garden per preparare un video. Nei primi tre appelli filmati non ha davvero esortato la gente a tornare a casa, ha salutato gli sforzi dei manifestanti in Campidoglio. Solo al quinto take finalmente ha detto ai manifestanti di andarsene. Anche mentre lo faceva, diceva che li amava. Ora – ha detto Lemire – la Commissione d’inchiesta sta anche cercando di trovare quei video, le versioni inedite, per ricostruire lo stato d’animo dell’ex presidente il 6 gennaio”.
Anche Bob Woodward, il famoso giornalista del Watergate, intervistato dalla Cnn ha svelato particolari inediti dell’assalto e l’importanza del tenente generale in pensione Keith Kellogg, alleato di lunga data dell’ex presidente, che inutilmente cercava di convincere l’ex presidente ad intervenire per fermare le violenze. “Un testimone credibile e rispettato dai repubblicani – ha detto Bob Woodward – che però ora non lo vogliono ascoltare”.

A New York, invece, il gelo non è arrivato con la neve, ma con la decisione dell’Attorney General Letitia James che ha convocato come testimoni due figli dell’ex presidente, Donald Junior e Ivanka nelle indagini sulla Trump Organization, la società dell’ex presidente indagata in sede civile per una presunta truffa. L’altro figlio maggiorenne, Eric, è già stato interrogato nei mesi scorsi. Gli avvocati della Trump Organization stanno cercando di bloccare sia la loro convocazione che le indagini dell’Attorney General e si sono rivolti alla magistratura federale. Tutti e tre i figli avevano ruoli manageriali all’interno della Trump Organization. Al centro delle indagini alcune proprietà immobiliari date in garanzia per dei prestiti bancari il cui valore sarebbe stato maggiorato per ottenere i finanziamenti e diminuito nella denuncia dei redditi. Per ora l’indagine di Letitia James è solo di carattere civile, mentre quella del District Attorney di Manhattan, che indaga sulla Trump Organization, è di carattere penale. Il Chief Executive Officer della holding, Allen Weisselberg, e la Trump Organization sono stati incriminati per evasione fiscale. Dal primo gennaio c’è stato il passaggio delle consegne tra Cyrus Vance, che ha avviato l’inchiesta e il nuovo procuratore distrettuale Alvin Bragg.
Bragg ha detto alla CNN che sarà direttamente coinvolto nelle indagini, aggiungendo che ha chiesto ai due magistrati inquirenti che hanno guidato il caso quando Vance era il District Attorney – il consigliere generale Carey Dunne e l’ex procuratore di mafia Mark Pomerantz – di continuare a condurre le indagini. “Si tratta ovviamente di un caso eccezionale, che merita tutta l’attenzione del procuratore distrettuale”, ha detto Bragg alla CNN.