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December 20, 2021
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Il colpo mancino di Manchin che decapita il piano di Biden e lo obbliga al reset

La debacle politica rischia di alimentare il disincanto della base democratica nei confronti della Casa Bianca per come ha gestito il senatore della West Virginia

Massimo JausbyMassimo Jaus
Il colpo mancino di Manchin che decapita il piano di Biden e lo obbliga al reset

Nella composizione il senatore Joe Manchin ha in mano la testa di Joe Biden

Time: 5 mins read

Tutto da rifare. Il presidente Joe Biden dopo il no di Joe Manchin al suo piano di welfare e ambiente deve affrontare l’inaspettato compito di riscrivere rapidamente la sua agenda politica in un anno cruciale per la sua leadership a causa delle elezioni di Mid Term del prossimo novembre. Un “reset” dopo che il senatore Joe Manchin ha bocciato il suo piano economico da mille e 750 miliardi di dollari affermando che non produrrebbe i benefici promessi ai suoi elettori della West Virginia. Tutto da rifare per la Casa Bianca quindi, almeno per ora, anche se in politica i “no” di oggi nel giro di pochi giorni si possono miracolosamente trasformare in “si”.
Una decisione questa di Manchin che ha spinto tra l’altro gli analisti di Goldman Sachs a rivedere al ribasso le stime sul PIL Usa alle prese con la nuova ondata di contagi della variante Omicron e ora anche senza un piano preciso sul welfare e l’ambiente.

Ma questa tra Joe Manchin e Joe Biden sembra più una ripicca personale tra il senatore e il presidente che una sfida di principio.

Secondo quanto scrive The Hill, i due Joe, dopo le numerose conversazioni avute, avevano deciso che la Casa Bianca avrebbe rilasciato una dichiarazione in cui si affermava che l’accordo era stato raggiunto per rinviare a marzo-aprile la discussione del progetto con la speranza di trovare un accordo e che si sarebbe potuto presentare in primavera. “Niente regalo di Natale – scrive The Hill – ma neanche carbone”. Improvvisamente però la Casa Bianca dopo la fine dell’ultimo colloquio tra i due avvenuto il 14 di dicembre ha rilasciato una dichiarazione incolpando Manchin per i ritardi per la presentazione della legge. Da qui il risentimento e la “piazzata” del senatore alla compiacente Fox News.

Questa mattina Manchin ha risposto allo staff della Casa Bianca e ha avvertito che i Democratici avevano fatto male i loro calcoli pensando di metterlo davanti al fatto compiuto affinché sostenesse il piano della Casa Bianca. “Hanno pensato che infastidendomi mandando abbastanza manifestanti davanti casa mi avrebbero messo a disagio e avrei cambiato idea” ha detto ad una radio locale. “Ma io vengo dal West Virginia. Non vengo da dove vengono loro che pensano di poter sottomettere una persona con le intimidazioni” ha aggiunto Manchin al microfono di Hoppy Kercheval di West Virginia MetroNews.

Immediata la risposta della Casa Bianca: “Ha ribaltato la sua posizione” ha detto seccamente la portavoce Jen Psaki. “E’ una vendetta” risponde Manchin. Aggiungendo che era sempre “disposto a lavorare, ascoltare e provare”, affermando poi, e questo è il punto che lo ha particolarmente annoiato, che il personale della Casa Bianca aveva fatto trapelare informazioni negative su di lui e che era “a corto di senno”.

Inferocito contro Manchin anche ileader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer il quale ha detto che, nonostante l’improvvisa metamorfosi di Manchin, metterà al voto il disegno di legge proposto dalla Casa Bianca anche se sa che l’American Families Plan non passerà per la decisione personale di Manchin. “Che ogni senatore si assuma le proprie responsabilità nell’aula del Senato non davanti alle telecamere” ha detto Schumer. “Una farsa questa di Manchin” è stata la dichiarazione di Alexandria Ocasio Cortez, la giovane congresswoman democratica, leader dell’ala progressista dei dem. “La gente della West Virginia avrebbe gli stessi vantaggi dall’assistenza all’infanzia, con l’espansione pre-Medicare e dall’assistenza a lungo termine, proprio come tutti gli altri americani”, ha scritto. “Tutte scuse quelle di Manchin – ha scritto la bellicosa congresswoman Ilhan Omar – Questo è esattamente ciò che avevamo previsto che sarebbe successo una volta che è stato separato il voto dell’American Families Plan dal voto sulle infrastrutture”.

Alexandra Ocasio Cortez (Flickr/Photo by Dimitri Rodriguez)

Le fa eco la congresswoman Ayanna Pressley, che come Alexandria Ocasio Cortez e Ilhan Omar aveva votato il mese scorso contro il piano per le infrastrutture per timore che il Senato avrebbe approvato solo la prima parte del piano e non la seconda, ha accusato Manchin di “ostruire l’agenda del presidente e l’agenda del popolo”. La presidente del Caucus progressista, Pramila Jayapal che ha affermato in una dichiarazione che Manchin ha “tradito il suo impegno non solo nei confronti del presidente e dei democratici al Congresso ma, soprattutto, del popolo americano”. E alcuni hanno espresso rabbia nei confronti di Biden per averli incoraggiati a confidare che il senatore della West Virginia alla fine avrebbe cambiato idea. “Devi risolvere questo problema”, ha twittato il congressman democratico del Missouri Cori Bush sull’account ufficiale di Biden.

Questa debacle politica rischia di alimentare ulteriormente il disincanto tra la base democratica nei confronti di Biden, che è già nel mirino dei sostenitori per non aver fatto abbastanza per espandere i diritti di voto e l’equità razziale. Alcuni liberali hanno minacciato conseguenze elettorali. Il capo del Movimento Sunrise, un gruppo di difesa del clima progressista, ha affermato che la colpa non è solo di Manchin, ma anche di Biden, Schumer e della speaker della Camera Nancy Pelosi. “Avevano l’obbligo morale di giocare duro con Joe Manchin e hanno scelto di non farlo”, ha dichiarato in una nota il direttore esecutivo del gruppo, Varshini Prakash. “I nostri leader ci hanno deluso e noi ti sostituiremo”.

Dichiarazioni di guerra contro il loro stesso compagno di partito, sempre più isolato nella compagine dem che lo vede più come un politico alla ricerca di visibilità che non un compagno di ideali. “Ci vorrà un po’ di tempo per capire cosa vuole Manchin”, ha twittato il senatore democratico Sheldon Whitehouse “Ma il Senato ha visto tanti miracoli”.

I repubblicani gongolano: “La mega spesa del piano di Biden è morta e Joe Manchin ha messo il chiodo sulla bara – ha detto il senatore Ben Sasse, uno dei più stretti alleati di Donald Trump.

L’ex presidente intanto cita in giudizio il procuratore generale di New York Letitia James, chiedendo a un tribunale federale di fermare o limitare le indagini in corso su di lui e sulle sue società. Una mossa in questa partita a scacchi con la giustizia che il presidente sta facendo dopo che l’Attorney General dello Stato ha convocato l’ex presidente per una deposizione come parte dell’indagine che gli inquirenti della magistratura statale stanno conducendo sulle presunte frodi della Trump Organization.

L’atto di citazione, depositato questa mattina presso la corte federale di New York, accusa James di cattiva condotta, sostenendo di aver abusato dei suoi poteri investigativi per prendere di mira i suoi avversari politici e far avanzare la sua carriera. “Da quando è entrata in carica, ha bombardato instancabilmente lui, la sua famiglia e la sua azienda, la Trump Organization LLC, con citazioni ingiustificate in un’amara crociata contro il presidente”, afferma la causa.

James ha risposto affermando che la Trump Organization ha ripetutamente tentato di ritardare le indagini del suo ufficio sui suoi rapporti commerciali e ha definito la causa un “tentativo di attacco collaterale”. “Per essere chiari, né il signor Trump né la Trump Organization possono dettare se e dove risponderanno delle loro azioni”, ha affermato James nella dichiarazione. “La nostra indagine continuerà perché nessuno è al di sopra della legge, nemmeno qualcuno con il nome Trump”.

Gli inquirenti stanno indagando se la Trump Organization abbia manipolato il valore delle sue proprietà. Il suo ufficio sta anche lavorando con l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance su un’indagine criminale parallela sull’organizzazione Trump. Le due indagini sono separate, ma alcuni avvocati dell’ufficio di James sono stati designati per lavorare sull’indagine penale, che è tuttora in corso.

 

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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