Un ritorno al passato: l’America si appresta a celebrare giovedì la Festa del Ringraziamento con aeroporti affollati e prezzi alle stelle. Dopo un anno di immobilità forzata imposta dal covid, anche se la pandemia non è stata del tutto sconfitta, milioni di persone si spostano per celebrare la festa più sentita dalle famiglie americane. Quest’anno però tutto costa di più: dal tacchino ai trasporti. E il costo della benzina negli ultimi mesi è aumentato del 60%. Per questo il presidente Joe Biden annuncia che il dipartimento dell’Energia renderà disponibili 50 milioni di barili di petrolio, provenienti dalle Riserve Srategiche, nel tentativo di ridurre i prezzi al consumo. Il ricorso alle riserve stragiche di petrolio, riferisce la Casa Bianca, sarà concertato con altre nazioni “consumatrici”, comprese “Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito”. Un altro tentativo di Joe Biden per cercare di fermare l’emorragia di consensi specialmente se come corre voce intende ricandidarsi nel 2024 per un secondo mandato nonostante la sua età.
Tra due anni Biden avrà 81 anni. Gli ultimi sondaggi demoscopici vedono la popolarità del presidente ben sotto il 50 percento a causa dell’aumento dei prezzi dei beni di consumo, Covid, immigrazione e Afghanistan. Difficoltà che danno lo spunto all’ex presidente Donald Trump per ventilare il suo ritorno. Ieri in uno dei sondaggi fatti dai pollster del partito repubblicano, è stato messo in evidenza che se le elezioni si dovessero tenere ora in 5 Stati Chiave ci sarebbe il suo clamoroso bis alla Casa Bianca.

“Non si ricandiderà – afferma al Guardian il suo ex avvocato Michael Cohen – il suo ego è fragile. Ha paura di una seconda bocciatura e non può più ripetere che le elezioni sono state truccate”.
E questa storia delle bugie sulla vittoria elettorale di Biden grazie ai brogli sta cominciando a colpire quanti hanno propagato le menzogne. Ieri il giudice federale N. Reid Neureiter del Colorado ha ordinato che due avvocati, Gary De Felder e Ernest John Walker, che sono andati in tribunale nel tentativo di screditare la vittoria di Biden con le accuse di frode elettorale senza avere nessuna prova, devono risarcire di 50.000 dollari Facebook , circa 63.000 ai sistemi di voto Dominion, circa 63.000 al Center for Tech and Civic Life, e più di $ 6.000 allo Stato della Pennsylvania e circa $ 5.000 per gli Stati del Michigan, Georgia e Wisconsin. “Devono assumersi la responsabilità della loro condotta”, ha scritto Neureiter nel suo ordine.
Altri casi di diffamazione attendono ora il giudizio dei magistrati. Sono casi miliardari che riguardano la Dominion e la Smartmatic, le due aziende che hanno costruito le macchinette elettorali, quelle che gli avvocati Sidney Powell e Rudy Giuliani insieme al chairman della “MyPillow”, Mike Lendell, hanno ripetutamente accusato di aver manomesso i risultati delle elezioni. In giudizio anche Fox News, Newsmax e OANN i “megafoni” delle bugie elettorali di Trump.

Al Congresso la commissione che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio finora ha ascoltato circa 200 testimoni. E oggi ne ha convocati molti altri. Dal Leader dei Proud Boys, Henry Enrique Tarrio, al leader degli Oath Keepers, Stewart Rhodes, al leader dei 1st Amendment Praetorian, Robert Patrick Lewis. Tutti ex militari, ex poliziotti, che hanno preso parte al tentativo insurrezionale. La settimana scorsa l’ex stratega di Trump, Steve Bannon, è stato formalmente incriminato di oltraggio al Congresso per non aver rispettato un mandato di comparizione da parte del panel di indagine sul 6 gennaio. Un forte segnale per gli altri testimoni reticenti. Lunedì sono stati convocati anche Alex Jones di Infowars e Roger Stone, il consigliere dell’ex presidente. Il presidente della Commissione, il democratico Bennie G. Thompson, ha affermato che il panel deve sapere chi ha organizzato, pianificato, pagato e ricevuto fondi relativi alle attività del 6 gennaio.
Roger Stone era stato condannato a 3 anni e 4 mesi nell’ambito delle indagini dello speciale procuratore Robert Mueller sul Russiagate, ovvero sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali del 2016. E’ stato poi graziato da Trump. Alex Jones, considerato il megafono dei cospirazionisti, è il re delle bufale mediatiche: da Robert Mueller, l’ex direttore dell’Fbi che ha condotto l’indagine sul Russiagate accusato di aver partecipato a stupri di bambini, supervisionando e “coprendo per decenni Jeffrey Epstein”, il finanziare condannato per abusi sessuali. “Robert Mueller è un mostro”, aveva attaccato Jones durante l’edizione del 23 luglio di The Alex Jones Show, il suo trashnews radiofonico. Ma se l’è presa con tutti dall’allunaggio all’attacco dell’11 settembre. Bugie anche sul massacro della scuola elementare Sandy Hook, la sparatoria del 14 dicembre 2012 a Newtown in Connecticut. Quel giorno il ventenne Adam Lanza uccise 27 persone, tra cui 20 bambini di sei e sette anni, ma per Jones non ci furono morti: i corpi dei piccoli sarebbero stati quelli di giovani attori che stavano recitando. In questo caso i parenti della giovanissime vittime hanno reagito, citando in giudizio Jones e nei giorni scorsi il tribunale ha dato loro ragione. Nel suo caso non si tratta di una limitazione alla libertà di espressione, ma di responsabilizzare chi senza nessun fondamento diffonde folli teorie complottiste.
Infine è stato condannato a due mesi di prigione Frank Scavo, il sostenitore di Donald Trump che aveva organizzato gli autobus per portare 200 persone dalla Pennsylvania a Washington per il rally che poi sfociò nell’assalto al Congresso. E’ stato il giudice Royce Lamberth, lo stesso che nei giorni scorsi ha condannato ad oltre 3 anni lo sciamano QAnon, a decidere la pena molto più severa di quella che inizialmente era stata chiesta dai procuratori. Per lui oltre alla prigione anche una multa di 5 mila dollari.