Domenica 17 e lunedì 18, nei comuni nei quali nessuno dei candidati a sindaco abbia superato il 50% al primo turno, sarà il momento dei ballottaggi. Occhi puntati su Roma, Torino e Trieste.
“Il primo turno è andato già molto bene – dice il leader del Pd Enrico Letta – siamo tornati in sintonia con il Paese, abbiamo tre sindaci di grandi metropoli, ora il nostro sforzo è far sì che Gualtieri a Roma e Lo Russo a Torino completino il quadro. Se così fosse sarebbe un trionfo, ma è già un successo con il primo turno. Aspetto di vedere il ballottaggio, credo di poter dire che se vincessero sarebbe molto importante per Torino e Roma”.
Più cauto Matteo Salvini, che si dice soddisfatto “se tanta gente andrà a votare”. Come ha spiegato nell’intervista a Radio anch’io su Radio 1, “ci sono oltre 40 comuni al voto, da Roma a Torino, da Caserta a Trieste: mi piacerebbe che votasse tanta gente. Il dato eclatante del primo turno è che la metà degli italiani non si fida di nessuno. Quindi è inutile festeggiare un sindaco in più o in meno quando va a votare un terzo della gente. Roma e Torino sono importanti? Per me sono importanti anche Caravaggio e Cassano d’Adda”.

A Roma lo scontro sarà necessario fra Enrico Michetti, candidato del centrodestra, e Roberto Gualtieri, espressione del centrosinistra. Dopo il primo turno, Michetti ha chiuso al 30,14%, mentre Gualtieri al 27,03%. Al terzo posto Carlo Calenda con il 19.8% delle preferenze, seguito dalla sindaca uscente Virginia Raggi con il 19,1%. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, e Calenda hanno dichiarato il loro voto per Gualtieri, che quindi partirà con i favori del pronostico.
A Torino, dopo il primo turno il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo ha chiuso al primo posto con il 43,86% dei voti, mentre Paolo Damilano, del centrodestra, è arrivato secondo col 38,9%.
Nel capoluogo del Friuli Venezia-Giulia, invece, i nomi che si contendono il titolo di primo cittadino sono Roberto Dipiazza, membro del centrodestra e sindaco uscente, e Francesco Russo del centrosinistra. Alla tornata del 3 e 4 ottobre, nel primo turno, nessuno dei due era riuscito a superare il 50% di preferenze: avevano preso rispettivamente il 46,9% e il 31,6% dei voti.