Frode bancaria, assicurativa ed evasione fiscale. Queste sarebbero le conclusioni delle indagini di Cyrus Vance, il District Attorney di Manhattan, sulla Trump Organization, la holding dell’ex presidente, depositate ieri che verranno esaminate da un grand Jury popolare chiamato a decidere se le prove presentate dal procuratore distrettuale sono fondate e convincenti per il formale rinvio a giudizio dell’ex capo della Casa Bianca. Lo scrive il Washington Post che ha raccolto le confidenze di due persone a conoscenza dell’inchiesta giudiziaria le quali hanno parlato a condizione della loro anonimità. Non si sa se anche i due figli di Trump, Donald Jr ed Eric, entrambi vicepresidenti esecutivi della Trump Organization siano parte delle indagini. Il grand jury è anonimo. Cyrus Vance ha chiesto che questa giuria si riunisca tre volte a settimana per i prossimi sei mesi.
Secondo l’influente giornale di Washington l’inchiesta giudiziaria avrebbe avuto una svolta dopo che le tasse personali e societarie dell’ex presidente sono state consegnate al Procuratore distrettuale al termine di una lunga battaglia giudiziaria finita davanti alla Corte Suprema federale.
La Trump Organization è stata fondata dai genitori di Trump nel 1923. Una holding che controlla circa 500 “business entitity” che spaziano dal settore immobiliare ai campi da golf, dal Wollman Rink, la pista di pattinaggio di Central Park, all’azienda vinicola di Charlottesville, in Virginia, oltre a una cinquantina di alberghi distribuiti tra Stati Uniti, Israele, Dubai, Indonesia e Canada. Un impero del quale non si conosce la reale situazione patrimoniale non sapendo se dietro le bandiere e le colossali lettere dorate sulle facciate dei palazzi con il logo di famiglia ci sia anche una condizione finanziaria solida. Della holding Donald Trump è l’unico azionista.

L’indagine del District Attorney di Manhattan è partita dopo le dichiarazioni dell’ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, che testimoniando al Congresso affermò che i pagamenti fatti a due donne che affermavano di aver avuto relazioni con l’ex presidente, la pornostar Stormy Daniels e la modella Karen McDougal, erano avvenuti poco prima delle elezioni del 2016 su ordine di Donald Trump con un complesso passaggio di assegni.
Ultimamente nel mirino degli investigatori era finito Allen Weisselberg, il CFO della Trump Organization, consigliere finanziario della Trump Organization sin dai tempi in cui il timone societario era nelle mani del padre di Trump, Fred, e la holding si chiamava E. Trump and Son. Venne ribattezzata nel 1973, quando Donald prese lo scettro dell’impero, temporaneamente passato ai figli dopo l’elezione presidenziale del 2016.
Secondo quanto affermato da Michael Cohen, Allen Weisselberg è il personaggio “che sa dove Trump ha nascosto i cadaveri”, e su di lui si è concentrata negli ultimi mesi l’attenzione degli inquirenti. Indagini agevolate anche dal tempestoso divorzio del figlio di Allen, Barry, dalla moglie Jen. Nello scantinato della loro casa Allen aveva depositato casse di documenti delle società dell’impero Trump che non voleva custodire in casa sua. Il mese scorso l’ex moglie di Barry ha consegnato tutto il materiale agli inquirenti. Da li sono partite altre indagini e nei giorni scorsi gli inquirenti hanno ottenuto da una scuola privata di Manhattan la lista delle rette pagate dalla Trump Organization per i figli dei dirigenti delle sue società. Probabilmente gli investigatori volevano controllare se questi benefici collaterali siano stati dichiarati nell’imponibile o se, invece, siano stati concessi in nero. Questo per forzare la mano dei Weisselberg e farli testimoniare contro l’ex presidente.
Oltre alle indagini del District Attorney di Manhattan c’è anche quella dell’Attorney General di New York Letitia James, che conduce l’inchiesta sulla grande proprietà immobiliare di Seven Springs di prorietà della Trump Organization situata nella contea di Westcheter. 212 acri di terreno con una gigantesca casa-castello che confinano con tre differenti villaggi il cui valore patrimoniale sarebbe stato ingigantito come bene dato in garanzia alle banche per ottenere prestiti e nello stesso tempo sarebbe stato ampiamente ridotto nella denuncia dei redditi in modo da ottenere una deduzione fiscale di 21 milioni di dollari. Nei giorni scorsi Letitia James aveva annunciato che l’indagine condotta dal suo ufficio non riguardava più la sfera del diritto civile, ma era entrata in quella dell’ordinamento penale. Un primo segnale ad indicare la gravità delle indagini. Due dei procuratori dell’ufficio dell’Attorney General sono stati distaccati alla Procura Distrettuale di Manhattan pr coordinare le indagini ed evitare doppioni di inchiesta.
Dal New Jersey dove l’ex presidente si è trasferito dalla Florida nelle settimane scorse, Donald Trump ha continuato a ripetere che le indagini sono politicamente motivate e che si tratta di una caccia alle streghe lanciata dagli inquirenti per la sua incriminazione.
Nei mesi scorsi Cyrus Vance ha detto che non si ripresenterà alle elezioni di District Attorney del prossimo novembre non dicendo se in futuro punterà ad altre cariche politiche. Difficile da capire ora se il District Attorney di Manhattan lascerà la sua carica prima della conclusione della vicenda consegnandola ad un suo successore o, se invece, tutto verrà risolto prima del 31 gennaio di quest’anno.