Detto e fatto. Andrew Giuliani il figlio trentacinquenne di Rudy, invece di difendere il padre, molto impegnato ad evitare l’inchiesta dell’FBI si è già buttato a capofitto e senza la minima esperienza politica lanciando la sfida a Andrew Cuomo per la poltrona di governatore dello Stato di New York. “Sono un politico di nascita-ha detto il giovane Giuliani- è nel mio DNA”.
Continuando sulla possibile sfida al governatore Cuomo: “Accidenti un confronto Giuliani-Cuomo, è come Muhammad Ali contro Joe Frazier: possiamo vendere i biglietti al Madison Square Garden…..”
Super complottista, sostenitore dei brogli elettorali e assistente di Donald Trump alla Casa Bianca, il piccolo Giuliani da per scontato di essere lui il vincitore delle primarie repubblicane che si terranno l’anno prossimo e quindi l’unico sfidante di Andrew Cuomo se sopravviverà agli scandali sessuali che lo inseguono e alle bugie sul numero dei morti di Covid a New York, dichiarati solo in parte.
L’attuale governatore però ha già un premio di consolazione: 5 milioni di dollari che la casa editrice gli ha versato come diritti d’autore del libro “lezioni di leadership” scritto durante la pandemia con l’aiuto del suo staff che non ha mai pagato.
La taccagneria di Cuomo e la baldanza arrogante di Giuliani promettono un duello molto vivace tra i due Andrew se saranno loro a vincere le primarie e a sfidarsi nel 2020. Andrew il rosso figlio dell’ex sindaco della tolleranza zero fa sapere di avere già in tasca l’appoggio di Trump anche se a New York il nome dell’ex presidente soprattutto dopo l’assalto al congresso del 6 gennaio è diventato tossico.
Cuomo mentre promette le ricette per riaprire le città dello stato e le spiagge degli Hamptons, potrebbe rinunciare anche a gran parte del suo compenso letterario per darlo in beneficienza. Magari ad un movimento delle donne visto che molte di loro non sembrano amarlo affatto per le sue avances un poco sfrontate fatte alle dipendenti. Un vizietto tollerato in Europa ma punito in America che aveva anche Bill Gates.