La Niaf è insorta. La congresswoman repubblicana Marjorie Taylor Greene se l’è presa con il congressman democratico David Cicilline. Lo ha chiamato il “congressman Mussolini” perché voleva mettere un freno ai suoi teatrali interventi al Congresso.
Il parlamentare italoamericano del Rhode Island, dopo che la collega dei QAnon ha inutilmente fatto rinviare di un’ora la discussione in aula del pacchetto di aiuti contenuti nello stimolo economico da mille e 900 miliardi chiedendo la sospensione del dibattito, ha sollecitato la speaker della Camera di cambiare la regola che permette di chiedere il rinvio di una seduta accettando solo le richieste fatte dai parlamentari che fanno delle commissioni. Nelle settimane scorse la Taylor Green è stata esclusa da tutte le commissioni per i suoi bizzarri e razzisti comportamenti e quindi non potrebbe più fare le sue richieste di rinvio dei dibattiti.

Nei giorni precedenti la Taylor Greene aveva fatto lo stesso teatrino durante la discussione in aula di altre leggi. La prima volta quando si discuteva della proposta di legge HR 1, quella per il cambiamento delle regole finanziarie per le campagne elettorali e per la difesa del diritto di voto. Poi per il George Floyd Justice in Policing Act, con cui si limita l’uso della forza da parte della polizia, e poi durante il dibattito dell’Equality Act, che elimina la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sulla identità del proprio sesso. Rinvii che non hanno avuto effetto e che hanno provocato solo una inutile perdita di tempo.

Quando la Taylor Green ha chiesto di rinviare il dibattito per lo stimolo economico anche 40 parlamentari repubblicani hanno votato per respingere la sua richiesta. “Il congressman Mussolini” – ha detto la Taylor Green a Newsweek rivolgendosi a David Cicilline – mi vuole tappare la bocca. I democratici non solo mi hanno rimosso dalle commissioni ora mi vogliono zittire”.
E questo paragone all’ex dittatore ha fatto arrabbiare la National Italian American Foundation che condanna i commenti razzisti della deputata repubblicana. “Come altri gruppi di emigranti gli italiani e gli italoamericani vengono bersagliati con commenti offensivi – scrive la Niaf in una nota – e da oltraggiosi stereotipi. Il fatto reale è che per decine di anni la nostra comunità ha contribuito ad ogni livello alla formazione di questo Paese. I nostri valori si rispecchiano nella famiglia, nella fede e nel Paese. Questi insulti etnici non trovano posto in una società civile”.