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December 7, 2020
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Mentre Biden vola alto con le nomine di governo, Trump tira colpi sempre più bassi

Il presidente eletto sceglie Xavier Becerra per la Sanità contro il virus covid-19 che infetta pure Rudy Giuliani, avvocato di Trump, ricoverato in ospedale

Massimo JausbyMassimo Jaus
Mentre Biden vola alto con le nomine di governo, Trump tira colpi sempre più bassi

Xavier Becerra, nominato da Biden alla Sanità (Foto Wikimedia/ Gage Skidmore)

Time: 6 mins read

Pioggia di nomine da parte del presidente eletto Joe Biden per lanciare l’offensiva contro il coronavirus.

Sarà Xavier Becerra, l’attuale Attorney General della California, il generalissimo al comando delle truppe anti covid-19.  Biden lo ha nominato a dirigere l’HHS, Health and Human Services Department, il ministero della Sanità. Il politico di origine ispanica, con quasi 30 anni di esperienza al Congresso avrà al suo fianco di Anthony Fauci, che manterrà la sua attuale posizione di direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive e sarà anche anche il capo consulente medico di Biden sul Covid-19. Anthony Fauci, come è noto, è il principale esperto di malattie infettive degli Stati Uniti ed è stato consigliere di sei presidenti, tra cui Donald Trump, con cui era in disaccordo sulla strategia per combattere il coronavirus.

Becerra è stato il politico ispanico di grado più alto alla Camera dei Rappresentanti, e tra le sue battaglie anche la difesa dell’Obamacare, dibattendo il mese scorso davanti alla Corte Suprema l’importanza dell’assistenza sanitaria pubblica per i 28  milioni di americani che non hanno un’assicurazione. Becerra era anche  uno dei papabili per la carica di Attorney General, il ministro della Giustizia, e in quella per il dipartimento della Homeland Security, ma alla fine è stato scelto per il dipartimento della Salute, dove lavorerà a stretto contatto con Rochelle Walensky nominata da Biden per dirigere il Center for Disease and Control Prevention (CdC). Attualmente Walensky è professore all’Università di Medicina di Harvard dove insegna virologia ed è la primaria del dipartimento di malattie infettive al Massachusetts General Hospital. Ed infine Vivek Murthy sarà il nuovo ‘Surgeon General’, il capo del servizio sanitario nazionale, ruolo che aveva già ricoperto durante l’amministrazione Obama.

Joe Biden presidente USA (Illustrazione di Antonella Martino)

Il team, secondo quanto affermato in un comunicato stampa rilasciato da uno dei portavoce  del presidente eletto, si concentrerà sull’espansione dell’uso dei test per rilevare il coronavirus e aumenterà gli sforzi per educare il Paese all’uso di mascherine. Inoltre supervisionerà la distribuzione “sicura, equa e gratuita” di trattamenti medici e dei vacccini, ma non solo. Tra gli altri scopi  anche quello di espandere l’Obamacare, con l’obiettivo di ridurre le spese mediche e il prezzo dei medicinali, politica questa in totale contrapposizione a quella dell’attuale amministrazione che ha tentato più volte, con l’appoggio dei repubblicani al Senato, di smantellare i servizi pubblici sulla Sanità. Ad oggi qui negli Stati Uniti ci sono stati quasi 15 milioni di casi di covid-19 che ha causato la morte di 282 mila persone.

Rudy Giuliani, avvocato di Trump, durante la conferenza stampa in cui ha sudato “nero” per cercare di convincere i giornalisti dei complotti che secondo lui – senza fornire alcuna prova – sarebbero stati orditi dai democratici e i loro alleati stranieri per far vincere Biden e perdere, con gli imbrogli, il presidente… (Immagine da Youtube)

Il coronavirus, fuori controllo più che mai nelle ultime settimane, ha colpito anche l’avvocato del presidente Trump, Rudy Giuliani che ieri sera è stato ricoverato al Georgetown University Hospital di Washington. Come si è diffusa la notizia molti dei collaboratori dell’ex sindaco di New York sono corsi a fare i test per vedere se fossero stati contagiati. Anche molti legislatori repubblicani dell’Arizona, della Pennsylvania, della Georgia e del Michigan dove Giuliani è stato la settimana scorsa per cercare di trovare il modo per ostacolare l’assegnazione dei Grandi Elettori per Biden, temono ora di essere stati infettati, perché Giuliani, come molti repubblicani, è anche uno dei minimalisti del pericolo del coronavirus. Non crede molto nell’uso delle mascherine, che infatti toglie appena può, e nelle distanze di sicurezza. Moltissime le foto dell’ex sindaco di New York mentre stringe la mano, abbraccia gli interlocutori, da pacche sulle spalle e parla a poca distanza dagli altri, durante pranzi e cene nei suoi tour post elettorali.

Il presidente Trump ai microfoni di Fox News, dopo aver continuato nella sua narrativa che le elezioni sono state truccate e che Biden ha vinto solo con i brogli, ha detto di aver parlato al telefono con Giuliani, che il suo avvocato è in ottimo spirito e che le cure stanno facendo effetto. Nelle settimane scorse il figlio di Giuliani, Andrew, era stato colpito dal virus. Tra le persone politiche incontrate da Giuliani in Georgia anche il governatore, il segretario di Stato e alcuni legislatori che, a loro volta, si sono imbattuti con i due candidati repubblicani che il 5 gennaio prossimo si presenteranno al giudizio degli elettori per le elezioni suppletive. Ieri sera c’è stato il dibattito tra due dei candidati: la repubblicana Kelly Loeffler e il democratico Raphael Warnock. Ci doveva essere anche l’altro dibattito, quello tra il senatore repubblicano David Perdue e il candidato democratico Jon Osoff, ma Perdue all’ultimo momento si è rifiutato di parteciparvi. Nelle ultime settimane è stato al centro di una valanga di accuse per i suoi movimenti in Borsa che, secondo Osoff, sarebbero meno che cristallini. 

Kelly Loeffler ha continuato la litania di accuse al suo sfidante, pastore protestante di una grande chiesa di Atlanta dove predicava Martin Luther King. Lo ha definito “liberale radicale” e socialcomunista. Ha evaso la risposta alla domanda fattale dal Warnock il quale le ha chiesto se secondo lei le elezioni del 3 novembre erano truccate. E la Loeffler ha fatto salti mortali verbali per non rispondere. Da dire che le elezioni in Georgia hanno visto Trump sconfitto mentre i repubblicani hanno ottenuto la maggioranza dei congressmen e i due candidati repubblicani al Senato hanno ottenuto più voti dei democratici, non sufficienti però per superare la soglia del 50 % necessaria per l’investitura. Perdue ha ottenuto 86.000 voti in più di Ossoff e Kelly Loeffler non e riuscita a battere Warnock poiché era in corsa tra i repubblicani anche Doug Collins e il voto del Gop si è disperso.

Il giudice della Corte Suprema Samuel Alito (Wikimedia/ Josh Ellie)

Questa mattina in aiuto di Trump il giudice della Corte Suprema Samuel Alito che ha anticipato di un giorno la risposta che gli avvocati dello Stato della Pennsylvania avrebbero dovuto dare il 9 dicembre al congressman Mike Kelly che ha chiesto di spiegare perché lo Stato della Pennsylvania abbia accettato 2 milioni e mezzo di voti via posta che, secondo lui, non sono contemplati dalla Costituzione come sistema di voto e che per autorizzarli si sarebbe dovuto provvedere ad una modifica costituzionale. Il giudice Alito era quello di turno e non ha scelto lui di intervenire. La sua decisione è importante, perché domani, 8 dicembre, è il Safe Harbor Day, l’ultimo giorno possibile per contestare legalmente il voto del 3 novembre. Quindi mercoledì, dopo la scadenza dei termini, la risposta dello Stato della Pennsylvania sarebbe stata inutile. Comunque secondo i costituzionalisti intervistati da Cnn e da Cbs News, la richiesta avanzata da Kelly non ha nessun appiglio legale valido perché un intervento della Corte Suprema sarebbe in netto contrasto con la volontà elettorale poiché priverebbe del voto milioni di persone.

La capitale federale in questi ultimi giorni di presidenza Trump è in fermento. Molte le partenze da ruoli chiave dell’apparato pubblico. Secondo il New York Times l’Attorney General William Barr sta seriamente considerando di dimettersi prima della scadenza del mandato di Trump. Non è chiaro, scrive il quotidiano, se la decisione di Barr sia influenzata dal rifiuto del presidente di riconoscere la vittoria di Biden o dal furioso risentimento del presidente dopo che Barr ha pubblicamente escluso che nelle elezioni ci siano stati brogli di massa tali da cambiare l’esito del voto. 

Trump as “The Great Dictator” (Illustration by Antonella Martino)

Comunque l’uscita di Trump dalla Casa Bianca non segna la fine della sua carriera politica. Il presidente non ha nessuna intenzione di allentare la presa sul partito repubblicano e starebbe pensando di ricandidarsi tra 4 anni, azzerando così le aspirazioni di tutti gli altri repubblicani. Da capire se abbia patteggiato con il vicepresidente Mike Pence il perdono presidenziale in caso si dovesse dimettere il giorno prima dell’investitura di Biden. In questo caso però Pence chiederebbe la sua non candidatura tra 4 anni. I sondaggi comunque vedono Trump in pole position nel 2024 e i suoi Pac, i Political Action Committee,  le associazioni per i finanziamenti politici, hanno accumulato centinaia di milioni di dollari per lui. 

Per ora il presidente sta studiando un’uscita teatrale in coincidenza con il giorno del giuramento di Joe Biden.  Secondo quanto scrive l’agenzia di informazioni Axios, Trump sta preparando la sua partenza dalla Casa Bianca con l’elicottero Marine One per fare un ultimo volo con l’aereo presidenziale e andare in Florida per annunciare in un comizio dei suoi, tra cappellini MAGA e cartelli “Stop the Steal”, la sua ricandidatura per il 2024, cercando di oscurare  l’insediamento di Biden e di evitare sia la cerimonia di insediamento che le formalità del passaggio delle consegne alla Casa Bianca.

 

AGGIORNAMENTO: Il presidente eletto Joe Biden, secondo fonti di “Politico”, avrebbe scelto per il Pentagono il generale in pensione Lloyd Austin, già al comando del US Central Command. L’annuncio ufficiale della sua nomina come Segretario alla Difesa dovrebbe avvenire martedì.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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