In questo momento c’è da fidarsi del giudizio della metà del popolo italiano, che secondo Luigi Di Maio e Matteo Salvini (populisti o demagoghi?), sarebbe stato derubato della sua scelta “democratica” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che meriterebbe, per questo (e qui si aggiunge la ducetta Meloni) “l’impeachment”?
Non se la merita questa fiducia questo stesso popolo italiano che, fino a quando le tasche le aveva piene, se ne fregava se un Presidente della Repubblica accettava quello o quell’altro come ministro, o che magari al turno successivo cancellava dalla lista un nome di un altro candidato ministro magari degnissimo.
Franza o Spagna purché se magna? Già, ma quando non si magna più come prima? Ecco che è giunta l’ora delle scelte irrevocabili…. Arriva il Salvini che può al grido di Savona o morte!
Perché solo nei tempi magri troppi italiani si ricordano dei loro diritti senza saperne o capirne quasi nulla, di democrazia, di cosa si intenda col diritto del popolo di scegliere. Non gli interessava tanto il rispetto della scelta democratica quando, facendo finta di pagare le tasse, soprattuto in quei serbatoi poi riempiti di voti leghisti, si votava la balena bianca DC. Bei tempi quelli, in quelle terre che una volta esportavano migranti nel mondo, ma che di colpo alzavano i redditi facendo invidia a quelli degli svizzeri. Ancora tira e si arricchisce quell’Italia una volta migrante e ora anti tutto, soprattutto su quelle tasse perché l’Europa vuole legge e ordine dei conti. Allora non solo Roma è ladrona, ma lo diventa soprattutto Bruxelles. Per carità, di colpe da farsi perdonare l’UE dello strapotere franco-teutonico ne ha eccome, e ci mancherebbe se i tedeschi non debbano avere delle colpe per togliere delle responsabilità agli italiani. Ma al punto di essere la causa di tutti i mali che “affliggono” il popolo italiano, orfano della liretta?
Ma mi faccia il piacere! Avrebbe urlato quel genio di Totò, che al posto delle parole ordinate e sommesse di Mattarella per spiegare le sue ragioni a questo popolo italiano, sul perché non poteva accettare il “diktat” del duo Salvini-Di Maio, gli avrebbe lanciato da quel microfono una pernacchia colossale.

Abbiamo atteso più di 80 giorni per scrivere come ci apparivano, dopo le elezioni del 4 marzo, queste manovre “per il governo del cambiamento”. Abbiamo esitato a lungo perché abbiamo sperato che quello che sospettavamo fosse solo una sensazione sbagliata, dovuto al nostro “snobismo” viziato dal vivere lontani e magari dalla lettura di giornali al servizio dei “liberisti”. Abbiamo aspettato. E aspettato. Ma dopo quello che abbiamo visto in queste ultime settimane, quello che abbiamo sentito dire dai cinquestelleghisti, che neanche la mente geniale di un Pirandello sarebbe riuscito a immaginare per una commedia dell’assurdo, con quell’ultima ciliegina sulla scelta di Giuseppe Conte, un prof. qualunque, mai eletto da nessuno e infatti sconosciuto, presentato a Mattarella proprio da coloro che per anni avevano ripetuto ai loro elettori che non se ne poteva più di non eletti a Palazzo Chigi e che una volta che avrebbero vinto loro… Ecco, come si può aver fiducia nell’ “istinto democratico” di un popolo che per sbarazzarsi di una classe politica piena di difetti, ormai incapace di scuotersi per dare soluzioni concrete ai cittadini, decide di affidarsi al web-comandato Luigi Di Maio e del ‘ora mi incazzo’ Matteo Salvini? Povera Italia, dalla padella del PD del c’era una volta la sinistra e del Berlusconi show, alla brace ardentissima del venite avanti, cretini…
E’ la moda dei tempi, gente che qualche anno fa non sarebbe stata mai presa sul serio, adesso diventa condottiera del popolo italiano, della patria assediata dall’Europa matrigna al Nord e dai migranti succhia sangue italiano al Sud.
Specchio dei tempi non solo in Italia, qui é persino arrivato Donald Trump, quello che diceva in tv “you are fired”, e che mezz’America ha votato portando così l’intero mondo sull’orlo del rischio di essere “licenziati” tutti ad altra vita. Certo, non mi fido di Trump, ma del popolo americano continuo a fidarmi e, almeno lo spero ancora, so come reagirà quando finalmente capirà la presa per i fondelli: lo vedremo presto alle prossime elezioni.
I popoli di cui bisogna fidarsi sono quelli che reagiscono alle ingiustizie e agli errori con la democrazia e il rispetto della Costituzione, quando si può. Con la rivoluzione quando non c’è altra via. Ma del popolo italiano che non ha mai fatto una rivoluzione vera in vita sua, e che ora si affiderebbe al duo che si odiava e mai si amerà, Gigi e Matteo, per “spaccare le reni” alla “perfida” Europa, ecco non solo non mi fido. Per il bene dell’Italia, ne comincio ad avere una fottuta paura.