Nancy Pelosi, la leader del Partito Democratico, ha battuto il record del discorso più lungo mai pronunciato al Congresso. Il record precedente era stato registrato nel 1909, più di cent’anni fa, dal rappresentante del Missouri, Champ Clark, che aveva parlato per 5 ore e 15 minuti.
La rappresentante californiana italoamericana Nancy Pelosi ha ben settantasette anni. Senza pause, senza interruzioni, neanche per andare in bagno, ha parlato di Dreamer per 8 ore e sette minuti. “Quando parli, sembra che stia facendo un discorso corto. È quando ascolti, che diventa lungo,” ha poi dichiarato, ridendo.
Ad un certo punto, non poteva non ricordare la famosa scena del film con James Stewart “Mr. Smith Goes to Washington”.
Mancavano 40 ore alla chiusura di un’intesa su un funding bill, che scade giovedì a mezzanotte e che ancora non contiene un accordo sui Dreamer. “Viene stimato che 690.000 bambini clandestini hanno ricevuto protezione sotto il DACA, e sembra che ce ne siano circa 1 milione in più, che potrebbe soddisfare I requisiti per iscriversi al programma, ma che non l’ha fatto,” ha riportato il New York Times.
Fuori dal Congresso, manifestanti protestavano contro i leader democratici che accettavano l’intesa senza battersi per raggiungere un nodo sugli immigrati.
Dentro il Congresso, Nancy Pelosi ha letto una per una le testimonianze dei Dreamer che hanno mandato le loro testimonianze ai membri del partito democratico. Non era previsto che il suo discorso durasse così tanto, ma “le testimonianze continuavano ad arrivare, e arrivare, e arrivare. Ed erano sempre più interessanti e toccanti,” ha confessato.
Così, approfittando della famosa magic-minute rule che permette al Presidente della Camera dei Rappresentanti, al leader della maggioranza e al leader dell’opposizione di parlare per quanto vogliono, ha continuato a parlare, sostenendo la causa dei Dreamer.
Ha letto la Bibbia, ha citato Papa Francesco, esclamando: “Queste persone stanno per essere deportate, oggi possiamo fare qualcosa”. Tra le testimonianze c’erano Andrea Seabra, che lavora nell’Air Force; Carlos Gonzalez, che ha lavorato con Michael Honda, Democratico californiano; Al Okere, il cui padre è stato ucciso per aver scritto un articolo di critica al governo nigeriano. In totale, 300 testimonianze. “E ne ho molte di più da raccontare,” ha detto.