Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
La poesia che Giovanni Pascoli scrisse nel lontano 1903 calza proprio a pennello ai politici italiani che si stanno rifacendo il guardaroba in occasione dell’appuntamento elettorale di marzo.
Temo però che non abbiano intenzione di gettar via quello vecchio e non si rendano conto che, a forza di nascondervi dentro la loro vera natura, prima o poi l’anta dell’armadio si spalancherà e saranno travolti dai loro stessi vestiti. Perché, se continuano giovialmente a cambiare nomi e colori ai loro partiti come fantasiosi stilisti, non basta mutar abito per sembrare nuovi e diversi. Non basta cambiar vestito per far credere che sotto ci sia qualcuno. Uno, almeno, sarà vero? Uno, nessuno, centomila. Il romanzo, che Luigi Pirandello pubblicò nel 1925, fa prendere coscienza al protagonista che sentirsi Uno, unico, è essere nessuno: sarà la follia che lo trasformerà in centomila.
Purtroppo la maggior parte dei politici fa politica per diventare Qualcuno e se ne infischia del suo compito: occuparsi di centomila e più. Degli italiani, insomma. Sotto il vestito, niente.
E venne marzo, e tu, magro contadinello, restasti a mezzo, così con le penne, ma nudi i piedi, come un uccello… continua Pascoli. Il rischio dei politici sconfitti è che si dovranno ritirare senza scarpe e neppure potranno alzarsi in volo. Prima o poi, quando si ragiona con i piedi per soddisfare la propria pancia, si incontra qualcun altro che ci fa le scarpe, nel senso che ci frega.
Il nuovo vestituccio della ministra della Sanità Beatrice Lorenzin è Civica popolare, una lista che nel simbolo fa rispuntare la margherita affinché tutto il centro sinistra vi confluisca. La Margherita, partorita da Francesco Rutelli, nacque nel 2002 e morì nel 2007. Lorenzin non ha dubbi su dove batta il suo cuore: non sfoglierà la margherita perché da subito ha deciso di sostenere il Pd, che le ha dato un posto al governo, finora. Non sarà che, per ottenere futuri consensi da tutto lo Stivale, abbia fatto quegli odiosi tagli orizzontali nella Sanità, penalizzando le regioni virtuose? Speriamo che, dopo le elezioni, le resti almeno una foglia… ma di fico. Non la vogliamo vedere nuda.
A centro destra Noi con l’Italia, vestitino dei vecchi Maurizio Lupi, Raffaelle Fitto, Saverio Romano, Flavio Tosi; li elenco anche se la storia non li ricorderà. Nuovissimo l’accordo con l’Udc di Lorenzo Cesa. Un altro aspirante di un posto al sole berlusconiano.
Certo è che sono loro a voler stare con l’Italia, che l’Italia voglia stare con loro è tutto da vedere.
Al solito tutti vogliono stare al centro, convinti che in medio stat virtus. Oh, la mediocrità non ha prezzo. Eppure ci costa. Come ci costerà – se diventasse premier – Di Maio, per il quale “destra e sinistra sono categorie superate”.
lui punta sulla “qualità della vita degli italiani”. Come non si sa, visto che la sindaca stellata Raggi e stata solo capace di offrire ai romani – spendendo 48 mila euro – un albero di Natale spelacchiato, sostenendo però che era “semplice e raffinato”.
Se tanto mi da tanto, i 5 Stelle è meglio che vadano ad addobbare gli alberi.
Quasi quasi ci potremmo tenere Gentiloni, omen nomen, gentile di nome e di fatto. L’ha detto anche Berlusconi il 13 dicembre, salvo poi smentirsi il 29 dichiarando che è stato un “governo certamente insufficiente sul piano dei risultati”.
Che l’ex Cavaliere non si ricordi più dei risultati del suo governo, possiamo capirlo vista l’età, ma ci dispiace che molti italiani lo voteranno perché hanno la memoria corta. E purtroppo l’avranno sempre di più, considerato che a scuola non si imparano più le poesie a memoria e nemmeno si stimola il pensiero analogico, che permette di sviluppare il concetto di verosimiglianza.
…come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare,
ci sia qualch’altra felicità.
Felice 2018!