I comunisti sono risorti! Liberi e Uguali. Sono D’Alema, Bersani, Vendola, Grasso, Camusso: i magnifici 5 non stellati. Aveva proprio ragione Berlusconi quando ammoniva: “Attenti ai comunisti”. Ridevamo per l’assurdità, convinti che si trattasse di una specie estinta. In effetti D’Alema e company sono di sinistra quanto Berlusconi è di destra. Ognuno sta dove gli conviene e ha preso il posto dell’ideologia scacciandola dalla poltrona. Faccendieri della politica o, meglio, faccendieri che si servono della politica. Per il loro sporco comodo. A questi personaggi non frega un accidente del popolo, ma dei voti del popolo. Per acquisire, oltre che ricchezza, potere. Infatti libertà e uguaglianza senza fraternità che roba sono? Tutti vogliono essere uguali come i dirigenti della Consob che prendono tutti ugualmente 240 mila euro l’anno, senza aver saputo vigilare sul sistema bancario. Liberi, sì, di agire per il proprio tornaconto. Questi sono i valori-non valori che animano chi vuole occuparsi della cosa pubblica, perché la fraternità, il sentimento per l’altro, non abita più la politica: si sfrutta l’aiuto del compagno di partito per la propria scalata, togliendogli subito dopo la scala sotto i piedi. Diversi poi sono tutti coloro che non si professano uguali ai dalemiani. Ergo, a morte Renzi, il diverso! Ma grande esternazione di vicinanza, fraternità di maniera, agli extracomunitari a cui si deve elargire lo ius soli senza distinguo perché li ripagheranno con i propri voti e pagheranno le pensioni. Che sempliciotti.
Questi della “cosa rossa” rimaterializzata credono di essere il nuovo che avanza, solo perché hanno cambiato per l’ennesima volta il nome, certi che, dopo aver abbandonato il Pd, la “nostra gente”, ridarà loro fiducia, togliendo voti ai 5 Stelle. Chi vive sperando muore cantando.
E dopo le elezioni, i Liberi e Uguali sperano di fare un accordo di governo con i 5 Stelle. I 5 Stelle sperano in cuor loro di non dover fare alcun accordo ma – considerato che l’attuale legge elettorale privilegerà la coalizione che totalizzerà il 40 per cento – cominciano a dire che sono pronti a fare accordi sui programmi di governo… L’alternativa che si profila all’orizzonte è una dittatura populista di 5 Stelle Libere e Uguali. Speriamo stavolta sia femmina.
Renzi ha smesso di rivolgere le sue speranze a sinistra. Non gli rimane che sperare che risorga un centro democristiano e materializzare il piccolo grande amore con Berlusconi per dar vita a una piccola grande coalizione di governo. Berlusconi è uno che mette tutti d’accordo, senza sperare. Infatti ha sempre cantato. Tanto da esser risorto.
C’è da sperare che a Salvini non vada la mosca al naso e non abbandoni i suoi alleati, Berlusconi e Meloni, per legarsi ai 5 Selle: una Lega a 5 Stelle o 5 Stelle Legati? Sarebbe pazzo da legare. Perché questa liaison finirebbe a botte e tutti vedrebbero le stelle.
A destra, i Fratelli d’Italia al motto “prima gli italiani” ripartono da Trieste celebrando Giorgia Meloni come madre della patria. Che riconosce patrioti “i precari, gli operai, gli imprenditori che non delocalizzano, le coppie di precari che mettono al mondo un bambino, le maestre che non rinunciano al presepe in classe, le mamme che io considero delle vere eroine”.
Ognuno scava il suo bacino artificiale di voti sperando di riuscire ad infilarci dentro le trote da pescare alle prossime elezioni. Che tristezza, mentre ci sono 18 milioni di italiani sulla soglia di povertà.
Giovedì scorso, durante la trasmissione di Lilli Gruber Otto e mezzo, giustamente Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera, ha osservato che l’Italia è “uno Stato che sfrutta i contribuenti come sudditi” e Matteo Salvini ha posto una domanda: “Non è necessario forse ridurre le tasse per far ripartire il Paese? Perché ci sono un sacco di italiani che devono pagare cartelle esattoriali da 60 mila euro e questo significa che non sono i veri evasori con capitali all’estero, ma solo cittadini che non riescono a pagare le tasse”.
Alla trasmissione a seguire, Piazza Pulita condotta da Riccardo Formigli, il filosofo Massimo Cacciari ha lanciato i suoi strali su scuola e famiglia: “Il fallimento di una generazione: questi giovani che non sanno niente, perché non sentono un discorso di verità. Da trent’anni non c’è una maggioranza che sappia governare, condurre, ma solo seguire i sondaggi. Non è con un nuovo partitino e con la burocrazia del passato che salvi la situazione, ma con una destinazione comune. Liberi e Uguali è un’operazione politica a perdere: non combineranno niente se non a far perdere Renzi. Hanno un’idea sul Paese? Io non l’ho vista. Renzi, che è un’anatra azzoppatissima, ma oltre a lui non c’è niente, deve giocare alla Macron: sciogliere subito il Pd e trasformarlo in un En Marche! . I nuovi lavoratori sono abbandonati. Si è aperta una nuova epoca 25 anni fa e i partiti non sono capaci di intercettarli. L’Europa è andata in crisi: manca l’Europa. L’ordine è saltato, il mondo è in disordine e non è stupefacente che si moltiplichino le follie. C’è il rischio di una deflagrazione apocalittica. Dove? Ancora nella città santa. O scende la Gerusalemme celeste o saltiamo in aria tutti”.
E’ quello che sembra volere un certo Islam. E’ quello che vuole anche Trump? Delle due, l’una: o il presidente americano non si è accorto di aver offerto un pretesto bellico ai suoi nemici, spostando l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme , o per lui sono solo nemici apparenti. Da che parte sta? Non certo da quella di Israele, visto che la guerriglia a Gerusalemme è immediatamente iniziata. Povera America.