Rosario Crocetta non perde l'occasione di parlare, parlare e straparlare e anziché agire concretamente per la Sicilia e i siciliani apre una polemica con tanti suoi sostenitori al Parlamento siciliano. Invece di ringraziarli per avergli consentito di continuare ad occupare la prestigiosa poltrona di Governatore, li insulta apostrofandoli come impresentabili.
Nei giorni scorsi il Governatore della Sicilia si è sbizzarrito rilasciando un’intervista al Giornale di Sicilia di cui riportiamo alcune dichiarazioni:
“C'è una corsa ad accaparrarsi forze politiche e singoli politici che risultavano indigeribili perfino a Cuffaro. Lui stesso mi confidò, in una rara occasione di confronto, che non sapeva come liberarsene. E ora invece mi sorprende che ci sia gente nel centrosinistra che vuole riciclare proprio queste persone. Ma se qualcuno pensa che io possa essere complice di questa restaurazione si sbaglia alla grande. Userò tutti i mezzi per oppormi”.
In quest'ultima farneticazione non accontentandosi di dare "addosso all'untore", prendendosela con deputati del Parlamento dell’Isola della maggioranza che hanno il torto terribile di aspirare e rivendicare qualche incarico di governo, Crocetta che fa? Tira in ballo l'ex Governatore Totò Cuffaro che sta pagando a caro prezzo il suo impegno istituzionale e politico al punto tale che molti cittadini pensano che stia scontando la pena al posto di tanti politici che, pur aver commesso gravi reati, continuano a godere della libertà personale.
A questo punto arriva la domanda del giornalista:
Presidente, perché parla di tentativo di restaurazione?
“Guardi, mi viene in mente un episodio del 2004. Io allora ero sindaco di Gela e venni a Palazzo d'Orleans per protestare per una situazione che stava bloccando il funzionamento del depuratore. La mia città era a secco e io me ne lamentai con Cuffaro, che allora era presidente (della Regione siciliana ndr). La vicenda riguardava anche la gestione dell'impianto, all'epoca in mano a imprenditori indagati. E sa cosa mi rispose Cuffaro? Che quella era una situazione in mano ad alcuni politici con cui neanche lui aveva e voleva avere rapporti. Mi confidò che se ne vergognava e mi disse anche di stare attento ad alcuni suoi ‘amici’ del centrosinistra nisseno. Mi viene da dire che forse Cuffaro non era il peggiore di quell'epoca, ma che si era circondato di un esercito di famelici con i quali non poteva rompere per ragioni politiche”.
Crocetta cita addirittura queste frasi profferite, che sarebbero state pronunciate da Totò Cuffaro, per estremizzare l'attacco agli aspiranti assessori del suo governo. E poi conclude sostenendo che l'ex presidente Cuffaro appena finirà di scontare la pena carceraria tornerà a fare politica e darà il ben servito a queste persone.
A chi si riferisce Crocetta? Dall’intervista si chiarisce che gli "impresentabili" militano principalmente nelle file del PDR di Totò Cardinale e di Sicilia Democratica, movimento creato dal compianto Lino Leanza il cui capogruppo al Parlamento siciliano è il galantuomo Totò Lentini. Infatti ecco di seguito una domanda al vetriolo e relativa risposta da parte del presidente Crocetta:
Domanda: “In questi giorni c'è stato il battesimo di un movimento ispirato da Totò Cardinale che, partendo dal vecchio PDR, punta ad allargarsi ai moderati che fino a ora sono stati nel centrodestra. È questo che la preoccupa?”.
“Io dico – risponde Crocetta – che tutto riconduce a un inquinamento del centrosinistra. Dietro legittimi cambi di opinioni politiche c'è anche la storia dei singoli politici. Chi stava con assessori condannati per mafia non può dire ora di volere essere più renziano di me. È un progetto politico sbagliato. E verrà sconfitto”.
Totò Cuffaro, che già nei mesi scorsi aveva affermato che per lui la politica era finita e che si sarebbe dedicato a missioni sociali umanitarie e all'impresa agricola della sua famiglia, risponde dal carcere di Rebibbia con una lettera aperta indirizzata a Crocetta, personaggio che sicuramente non è amato dai siciliani. Scrive Cuffaro:
“Egregio Signor Presidente Rosario Crocetta,
Sono siciliano, amo la mia Terra e l’ho servita anche se ho commesso degli errori, e ne sono sempre più profondamente innamorato. Mi dispiace correggerla, so che non sopporta essere contraddetto, ma non tornerò in politica, è finito per sempre il mio tempo per questa politica”.
“Vivere 5 anni in una cella – prosegue Cuffaro – non è stato facile ma non ho perso la ragione. Non sono stati anni sterili, mi hanno insegnato ad amare con più intensità la vita, la mia famiglia, la Sicilia e i siciliani. Tutti i siciliani, quelli che mi hanno dato la loro fiducia scegliendomi come presidente e quelli che non mi hanno votato; quelli che soffrono per la mia carcerazione, quelli che sono indifferenti e quelli che plaudono”.
“So che non gradirà un mio consiglio – scrive sempre l’ex presidente della Regione siciliana – ma glielo do lo stesso: si sforzi di considerare persone perbene tutti i siciliani, anche quelli che a suo tempo hanno scelto me come Presidente, d’altronde sono soltanto il quadruplo di quelli che hanno scelto lei, i quali, io ne sono certo, sono persone perbene e in buona fede. Non perda tempo nel ‘sapere’ quello che farò io, i siciliani, tutti, si aspettano che lei lavori per far crescere la Sicilia e mi addolora dirle che questo non sta succedendo. Le imprese chiudono e ciò vuol dire meno produzione e una Sicilia sempre più povera. La Sicilia ha, in virtù della sua Autonomia, la specialità, unica tra le Regioni, di riscuotere consistentemente ‘le tasse’ o tributi che dir si voglia. Ciò significa che il suo bilancio è condizionato da quanto riscuote. Se riscuote di meno diminuiscono le entrate e si impoverisce il bilancio”.
“Le altre Regioni a statuto normale – scrive sempre Cuffaro – che non riscuotono (quasi tutte) hanno invece da parte dello Stato la stessa quota di trasferimento, anche se lo Stato in quella Regione ha riscosso di meno. Negli anni del mio Governo la spesa corrente è aumentata, ma sono aumentate anche le entrate. Sono aumentate perché si sono impegnate e utilizzate le risorse comunitarie. Si sono fatti investimenti produttivi e infrastrutture che hanno consentito di creare occasioni di lavoro: le imprese hanno lavorato, hanno realizzato le opere dando lavoro alle persone, complessivamente è cresciuta l’economia (soprattutto in alcuni comparti, vedi agricolo, turistico, edile, ecc..) anche se non come avremmo voluto. Le imprese hanno prodotto e pagato le tasse, e così pure le persone che hanno lavorato. Hanno pagato le tasse, la Regione ha riscosso, ci sono state le entrate, il bilancio non ha fatto ‘eccessivi’ buchi. Un pezzetto di minore entrate ogni anno, un pezzetto di ‘buco’ più grande”.
“Mi perdoni se le ricordo qualche dato relativo agli anni del mio governo – scrive l’ex governatore siciliano – di quello di Lombardo e del suo. Ecco i dati: sono in percentuale. Tasso di Occupazione: nel 2001 era del 41% nel 2008 era del 45%. Nel 2012 torna al 41% oggi è arrivato al 37%. Tasso di Disoccupazione: è passato dal 24 del 2001 al 12,9 del fine 2007. E’ risalito dal 12,9 del 2008 al 18,6 del 2012 e oggi è arrivato al 25%. Occupazione Giovanile: (dai 15 ai 29 anni) dal 23% del 2001 al 26,2% del 2007, dal 26,2% del 2008 al 19,9% del 2012 e da 19,9% del 2013 al 14,7% del Maggio 2015. Disoccupazione Giovanile: dal 37,6% del 2001 al 28,4% del 2007, dal 28,4% del 2008 al 41,6% del 2012 e dal 41,6% del 2013 al 49,8% del Maggio 2015. Indice NEET: (Incidenza dei giovani dai 15 ai 34 anni Non Occupati, Non in Istruzione, Non in Formazione). Negli anni del 2001/2007 l’indice era del 26,9%; negli anni 2008/2012 era del 31,5%; in questi ultimi tre anni l’indice è del 33,9%”.
E ancora: “Il PIL (Prodotto Interno Lordo), nel 2001, era 14,1 e nel 2007 era 17,3. Nel 2012 scende al 16,7 e nel 2014 scende al 15,9. Negli ultimi 8 anni gli appalti sono diminuiti del 75%”. Seguono altri dati sulla Sicilia relativi ancora agli anni in cui la Sicilia era governata da Cuffaro: “Dal 2001 al 2007 si sono creati 101.000 posti di lavoro in più e 133.000 disoccupati in meno, il tasso di disoccupazione è calato di quasi il 10%. I bandi pubblici per servizi di ingegneria e architettura sono aumentati del 108%, gli investimenti pubblici nel campo della sanità sono aumentati del 45% e per la pubblica istruzione del 43%(Fondi MEF e Oice). Ed infine le maggiori agenzie rating a livello mondiale, Fichrating Moody’s e Standars & Poor’s, hanno tutte innalzato il livello di credibilità finanziaria della Regione siciliana. Sono tutti dati ufficiali che può facilmente verificare”.
Insomma, i ‘numeri’ parlano chiaro: con i governi regionali di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta la Sicilia è andata indietro.
“Non cerco giustificazioni, né assoluzioni – scrive sempre Cuffaro – sto scontando per intero la mia pena politica oltre che quella giudiziaria, ma ho creduto opportuno farle questa breve riflessione e ricordarle qualche dato, chissà, magari le potrà servire. Nella sua intervista dice che lei sa che tornerò in politica. Lei è convinto di sapere sempre tutto, ma stavolta non sa, anzi sa male. Se politica, come io credo, è contribuire a fare del bene, io non l’ho lasciata, mi sono impegnato a farla anche in carcere, dove, le assicuro, di fare del bene ce n’è tanto di bisogno. Il 16 dicembre, finita tutta e per intero la mia pena, uscendo dal carcere e presomi il giusto tempo per stare con mia madre, mia moglie e i miei figli, lo rassicuro e lo tranquillizzo, ho già preso contatto e andrò in Burundi a fare il medico volontario presso l’ospedale Cimbaye Sicilia, l’ospedale che, quand’ero presidente, la Regione siciliana ha finanziato con i soldi del Fondo della Solidarietà. La morte di tanti disgraziati che fuggono dalla fame e dalla guerra, la vita di quanti toccano la nostra Terra aggrappati ad una speranza, la vita di quelli che si passano tra le mani i bambini per superare le barriere di filo spinato, ed ancor più le vite di quelli che rimangono nei loro Paesi nella guerra, nella fame e nella miseria, hanno fatto breccia nel mio cuore e nella mia mente. Le storie di queste tragedie mi hanno convinto a voler conoscere e far qualcosa per loro vite, e non a sentire del dramma infinito delle loro morti”.
“Egoismo e indifferenza sono, anche loro, una tragedia infinita, ma inumana della società del nostro tempo. Le azioni e i comportamenti degli uomini di Stato sono una colpa politica ed è collettiva, ma c’è anche una colpa morale che attiene alla coscienza ed è la responsabilità di ognuno di noi. Il peggior male è quello commesso da nessuno, da persone che si rifiutano di capire o fanno finta di non comprendere e quindi non sono esseri umani. L’eclissarsi dell’umanità è la colpa peggiore, perché è disumana, perché nega il diritto di natura e perché lì si nasconde l’orrore. Ho maturato la convinzione che la nostra società rischia di varcare i confini dell’inumano e confesso di sentirmi in colpa. Voglio andare ad aiutarli in casa loro. Signor presidente se quando finirà di fare il presidente volesse venire in Burundi lo accoglierò con sincero affetto.
Rebibbia 2 ottobre 2015
Totò Cuffaro”.
A questo punto ci chiediamo: come mai Crocetta tira in ballo Cuffaro? La risposta potrebbe essere: perché non gode della simpatia della gente come ‘u zzu vasa vasa. Ma purtroppo per Lui – ci riferiamo sempre al Signor Crocetta – se dal paragone in esame è perdente, il risultato non cambierebbe col peggiore dei peggiori personaggi della politica siciliana. L'esperienza dei tanti governi Crocetta è sotto gli occhi di tutti e risulta completamente fallimentare, nonostante il consenso dei deputati che lo stesso Crocetta in questi giorni offende: deputati che hanno dato fiducia e sostegno al presidnete della Regione alle sue Giunte.
Questa si chiama gratitudine? Insultare, denigrare, sbeffeggiare e offendere coloro che continuano a sostenerla è un modo per ringraziarli? E ciò solo allo scopo di respingere le loro legittime aspirazioni? I loro voti però in Parlamento e per il suo Megafono le fanno comodo, governatore Crocetta?
Cari parlamentari del PDR, di Sinistra Democratica e delle forze maggioranza che vi ritenete offesi: a meno che siate affetti da masochismo, non vi rimane di dimostrare un po’ di orgoglio, abbandonando al suo triste destino l’irriconoscente Rosario Crocetta. E lo potete fare attraverso l’arma delle dimissioni, dando così una risposta adeguata al “presentabile Crocetta”. Il Popolo siciliano sicuramente ve ne sarebbe grato e anche i vostri cari perché meglio “vivere un giorno da leone che cento giorni da pecore”.
Dimettetevi, ma non solo voi perché aspettiamo da tempo le dimissioni dei parlamentari della cosiddetta opposizione a Crocetta a cominciare dai cittadini del Movimento Cinque Stelle.