A quanto pare, se ne è accorto pure il Governo Renzi. Che dopo avere tenuto un atteggiamento molto discutibile sulla Grecia, adesso che Atene è stata messa all'angolo, comincia a porsi qualche domanda sulla democraticità delle istituzioni europee.
Lo fa attraverso il sottosegretario con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi, che in una intervista al Corriere della Sera, lancia l'idea di un referendum su tutte le questioni più importanti che si decideranno a Bruxelle e Francoforte (o forse dovremmo dire Berlino):
"Ormai è evidente che non abbiamo un metodo democratico per gestire dei beni comuni come, per esempio, la moneta unica" ha dichiarato Gozi, secondo il quale "non possiamo pensare di assistere a un meccanismo che consente a una nazione o a un singolo organismo di decidere del destino di altri 300 milioni di cittadini europei. Mi riferisco al referendum indetto in Grecia, cosi' come, in passato, all'intervento del Bundestag o a quello della Corte costituzionale tedesca".

Sandro Gozi
Motivo per cui Gozi suggerisce l'introduzione di uno strumento come il referendum europeo: "Le prossime grandi decisioni in materia monetaria, economica o di sviluppo dovranno essere sottoposte nello stesso giorno a tutti i cittadini degli stati membri".
L'idea piace al deputato nazionale del PD, Giuseppe Lauricella, che all'interno del partito è considerato un 'battitore libero'' e che suggerisce anche il modo di passare dalla teoria alla pratica:
"L'idea di Sandro Gozi di introdurre lo strumento del referendum europeo per le scelte 'comuni" è non solo interessante ma anche necessaria.- dice in una nota l'esponente del PD eletto in Sicilia- Significherebbe restituire ai cittadini, al popolo d'Europa, il potere di scelta, recuperando il deficit democratico che ha pervaso l'Europa: l'idea di Barroso di rendere i parlamenti nazionali meri organi di ratifica (anche di scelte anche distruttive). E, conseguentemente, rendere innocua la volontà del popolo".
Quindi la pratica:

Giuseppe Lauricella
"Avremmo potuto introdurre nella nostra Costituzione lo strumento di un referendum popolare per la ratifica di trattati con l'Ue, ma siamo ancora in tempo al Senato. Avevo presentato alla Camera una proposta in sede di approvazione della legge di revisione costituzionale, ma non ha ricevuto la necessaria attenzione, a quel tempo".
E, proprio al Senato, dunque, che è tornato ad occuparsi di riforme costituzionali, si vedrà se il Governo Renzi sta davvero cambiando direzione rispetto alle questioni europee, o se l'idea del referendum è solo una boutade data in pasto alla stampa, Magari per tentare di riconquistare la sinistra del PD o, magari, per tentare di recuperare terreno nei confronti di una opinione pubblica che, secondo gli ultimi sondaggi, continua a perdere fiducia nel Governo Renzi.
E, certamente, l'atteggiamento pacato (se non piegato) nei confronti della Germania, avrà avuto il suo peso.