“Non ci sono più alibi. La questione meridionale va superata". Era da tempo immemore che non si sentivano parole simili. Nell’ultimo decennio, infatti, eccezione fatta per la Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo industriale del Mezzogiornom che da sempre denuncia le politiche anti meridionaliste dei Governi nazionali e la faziosità dei grandi media, sul Mezzogiorno si è registrato un silenzio assordante.
Un silenzio rotto, oggi, dai governatori di Puglia, Campania e Calabria che hanno deciso di fare squadra nel nome del rilancio del Sud Italia e che al loro partito- il Pd di Renzi che governa il Paese- chiedono un deciso cambio di passo sulla questione meridionale.
Lo hanno fatto nel corso di una riunione dei governatori italiani, alla presenza dei vertici del PD rappresentati da Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.
Parliamo di Michele Emiliano, neo presidente della Puglia, da sempre considerato un meridionalista (non a caso, il Partito del Sud lo ha appoggiato alle elezioni) ed un uomo libero pure rispetto al suo partito; del neo governatore della Calabria, Mario Oliviero che ha già mostrato i muscoli schierandosi con Emiliano contro le trivelle in mare tanto care a Renzi; e di Vincenzo De Luca, Presidente della Campania che proprio oggi ha incassato una vittoria contro chi voleva ‘farlo fuori’ (il Tribunale di Napoli ha accolto il suo ricorso contro la sospensione della sua contro la sospensione dalla carica prevista dalla legge Severino).
Tutti e tre hanno lasciato intendere che con loro al governo delle regioni meridionali, le politiche strozza Sud non passeranno inosservate:
"Siamo un Sud che considera la questione meridionale come questione nazionale.- ha detto Emiliano all’agenzia di stampa Dire- E se diciamo che il sud deve contare è perché, come dice Renzi, solo se rinasce il sud si rilancia il Paese".
Peccato che Renzi, finora, per il Sud Italia non abbia fatto proprio nulla se nulla si può considerare lo scippo dei fondi Pac (Piano di azione e coesione) destinati al Mezzogiorno e usati diversamente dal Governo nazionale.
Ma, la speranza è l’ultima a morire. Così Emiliano, nel mostrare i muscoli, mostra anche fiducia: “Proprio per questo, mettiamo sul tavolo il senso di responsabilità di chi dice che bisogna cambiare radicalmente il livello di efficienza delle amministrazioni. Noi ce la mettiamo tutta, ma c'e' bisogno del sostegno del governo nazionale ed anche della determinazione del Pd. Ora ci siamo noi al governo: a Roma, come a Bari, a Napoli… Non ci sono più alibi. La questione meridionale va superata".
Dello stesso tono le dichiarazioni di Mario Oliverio: "C'e' bisogno di un riordino istituzionale, un bilanciamento dei pesi e delle competenze. Anche per quanto riguarda le risorse. Negli anni- spiega- abbiamo avuto un accentramento decisionale, con il trasferimento di competenze a livello decentrato, e parallelamente la contrazione di risorse. Basti pensare alle competenze acquisite dopo l'abolizione delle province. Quello di cui c'è bisogno, invece, è di consentire alle regioni il governo di asset strategici, in raccordo con il livello nazionale, assicurando loro anche i fondi necessari".
Sul tavolo c'e' anche il riordino della Conferenza delle regioni. Nessun governatore del PD pensa di subentrare a Sergio Chiamparino e tuttavia anche nell'organismo di via Parigi il 'PD Sud' chiede maggiore peso.
Resta in campo, poi, l'idea di un ministero del Sud: "Ovviamente non siamo contrari", spiega ancora Emiliano alla Dire. "Ma non deve essere un modo sotterraneo per archiviare il mezzogiorno. Tutto il governo deve avere a mente la centralita' della questione meridionale. Il ministero puo' essere un utile strumento a patto che ci sia la mentalita' che occorre per riconnettere il Paese. Una cosa deve essere chiara: c'e' una maggiore disponibilita' delle regioni del sud a ricoprire ruoli di responsabilita'".
Grande assente della riunione di oggi, il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Che è in rotta di collisione col suo partito. E che, ancora, sceglie l’ambiguità. Oggi, ad esempio, nel commentare le dimissioni (forse tardive) dell’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, Crocetta ha parlato di “probabile default della Sicilia” e di “massacro sociale”.
Ma, ha omesso di dire che ad aggravare la situazione finanziaria delle regione è stato proprio il Governo Renzi.
Tace per ambizioni personali, come in molti pensano? Vuole cioè tenersi caro Renzi per assicurarsi un posto al sole?
Chissà.
Fatto sta che nonostante il PD locale lo stia immolando come capro espiatorio, e nonostante si descriva come il 'salvatore' della Sicilia, di schierarsi apertamente contro i ‘carnefici’ proprio non se la sente….