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May 25, 2014
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May 25, 2014
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Vinca chi è pronto al New Deal per la Grande Europa

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Il fatto che le elezioni per il Parlamento Europeo coincidano con le elezioni in Ucraina ormai ad un passo dalla guerra civile e, probabilmente, a pochi giorni da una invasione russa, dovrebbe far comprendere agli elettori europei che al peggio non c'è mai fine. Anche in tempi di crisi non solo economica ma di ideali, bisogna saper riconoscere il progresso che si è raggiunto. Quei cittadini europei che si lamentano dell'euro che li avrebbe impoveriti e dei loro politici che lasciano ai banchieri troppo potere, ecco mentre vanno a votare carichi di rabbia, dovrebbero pur ricordarsi che ciò che sta per accadere al confine tra Ucraina e Russia, solo tre quarti di secolo fa avveniva ai confini tra Francia e Germania. Quindi mentre riflettono, i cittadini europei nel votare dovrebbero scegliere quei candidati che quell'Europa unita vorrebbero salvarla. Certo, dando magari più potere a chi vorrà battersi per gli interessi dei cittadini europei invece che delle banche. Per questo dovrebbe esser chiaro che il voto per l'Europa non significa appoggiare le politiche di austerità per "salvare" l'euro. 

L'Europa non è e non può ridursi ad essere identificata con l'euro. Ci sono tanti paesi che fanno parte dell'Ue e restano fuori dalla moneta unica.  L'errore (o il piano), ormai lo sanno anche i bambini, fu quello che con Maastricht si volle mettere il carro davanti ai buoi cercando di far precedere l'arrivo della moneta unica al lento processo verso una sempre più forte unione politica. Quindi quello che ci auguriamo esca dalle urne europee è un mandato alle forze politiche che vogliono rafforzare l'Ue senza per questo promuovere quelle politiche di austerità studiate solo in funzione dell'euro. Lavorare in sostanza in Europa per un "New Deal" in grado di rilanciare nel continente l'occupazione col volano della spesa pubblica. L'euro potrebbe anche andare a farsi friggere (e succedesse, verrà il ciclo per resuscitarlo). Essenziale è andare avanti senza più tentennamenti verso la vera unione politica dell'Europa, fondata sui valori democratici di libertà, uguaglianza, solidarietà, pari opportunità, integrazione nel rispetto delle diversità culturali e di lingua.

Per quanto riguarda il voto in Italia, ci sembra di capire che dell'Europa e del fatto che volerla unita non debba significare morire per l'euro, se ne sia parlato poco o  affatto nei comizi. Questi invece sono stati trasformati nella provinciale opportunità per continuare a duellare su chi dovrebbe governare l'Italia. Le piazze italiane hanno dibattuto per queste elezioni europee su chi dovrebbe sedere a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e Beppe Grillo (con terzo incomodo lo zombie Silvio Berlusconi che nonostante le condanne definitive e l'eta' da ultra pensionato, continua a sognare di far diventare Forza Italia l'ago della bilancia, una specie di Psi di craxiana memoria). Cioè il classico guardare al dito mentre con queste elezioni si dovrebbe puntare alla luna. 

Ovviamente di questo Renzi porta la responsabilità più grande con quel suo peccato originale nell' aver voluto conquistare il governo del paese grazie alle solite manfrine di partito e senza mai essersi sottoposto ad una prova elettorale nazionale. Era inevitabile che gli italiani avrebbero approfittato della prima opportunità elettorale, anche europea, per far sentire il loro giudizio verso colui il quale, opportunisticamente e un po' vigliaccamente, aveva cercato di raggirare invece di cogliere l'opportunità elettorale per ottenere un forte mandato di governo. 

Qui a New York la Presidente della Camera Laura Boldrini, al Palazzo di Vetro dell'ONU,  ha incitato ad andare a votare per l'Europa. Giusto, chi non lo farà poi non si lamenti di chi prenderà le scelte. Ma proprio noi che siamo cittadini italiani residenti fuori dal Vecchio Continente, non potremo contribuire col nostro voto a rafforzare gli Stati Uniti d'Europa, come per esempio invece potranno fare i francesi, gli svedesi e tanti altri cittadini europei residenti in Nord America. Gia' le leggi elettorali italiane sono ancora una "porcata" e Renzi che avrebbe dovuto fare sfracelli…. O questi sono stati gli 80 euro?

Intanto ieri proprio a Bruxelles un attentato antisemita con tre morti e feriti, mentre nell'Ucraina dove si continua a sparare anche un giornalista-fotografo italiano sarebbe stato ferito gravemente. Da New York allora speriamo che tanti italiani, come per miracolo, si sveglino oggi con la voglia di andare a votare ma non per voler spingere Grillo a Palazzo Chigi o resuscitare Berlusconi o ringraziare Renzi per gli 80 euro, ma per rafforzare l'Europa in questi tempi incerti e dai pericolosi venti di guerra che salgono dall'Est. Quindi un voto per un'Europa diversa da quella vista finora. Certo, tra i candidati che passa il convento della politica italiana sarà difficile scovare chi potrebbe aiutare nel Parlamento europeo a continuare a sognare la nuova Europa, ma se tra i candidati esistesse chi l'Europa la sa pensare solo in grande, allora per il bene dell'Italia e dispiaciuti che da qui non potremo dargli il nostro voto, ci auguriamo che vinca queste elezioni. 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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