Gioielli e pezzi di argenteria, borse firmate e sciarpe fashion. Regali di nozze, acquisti di auto. Multe. Sono stati spesi così, secondo gli investigatori, i fondi destinati ai gruppi dell’Assemblea regionale siciliana. Nell’inchiesta sono indagati 83 deputati, in carica e delle passate legislature, e 14 consulenti e dipendenti dei gruppi parlamentari.
Tra i parlamentari finiti sotto inchiesta per peculato anche l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio e l’attuale presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ma nella sua precedente qualità di deputato dell’Udc.
La Procura di Palermo ha definito l’inchiesta sulle cosiddette “spese improprie” all’Ars che si era aperta nel settembre del 2012 con il coordinamento del Procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
I deputati sono indagati per illecito utilizzo dei rimborsi spettanti ai gruppi. L’accusa per gli indagati è peculato.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati, tra l’altro a Francesco Musotto, ex capogruppo Mpa nella scorsa legislatura, anche all’ex deputata Giulia Adamo, ex Udc, Rudy Maira, del Pid e Antonello Cracolici, del Pd. Tra le spese contestate dalla procura di Palermo all’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, secondo ambienti politici, ci sono anche spese fatte con i fondi del gruppo per l’acquisto di cialde per il caffè, bottiglie di acqua minerale e per la pubblicazione di necrologi. Ma c’è anche Lino Leanza, oggi Articolo 4, Cataldo Fiorenza, ex Mpa, Marianna Caronia, anche lei ex Mpa e oggi anche ex deputata, ma anche l’Udc Nicola D’Agostino. E ancora: Innocenzo Leontini, Nunzio Cappadonna, Giambattista Bufardeci, Paolo Ruggirello e Livio Marrocco. Tra gli indagati anche i deputati Antonino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Currenti e Alessandro Aricò. Tutti avrebbero disposto o autorizzato alcune spese non istituzionali, o comunque non giustificate.
Rudy Maira avrebbe ricevuto 24 bonifici per un totale di 51mila giustificati come acquisto di un’auto: veicolo che però, dalle indagini, risulta di uso privato e non per il gruppo politico. Giulia Adamo avrebbe speso 1.690 euro in una gioielleria, Il Pd avrebbe preso 2.500 euro dalla cassa del gruppo per pagare il regalo di nozze per un’impiegata. Il Pd dice che fu un anticipo e che poi i parlamentari del gruppo restituirono la somma.
Francesco Musotto avrebbe speso invece 45 mila euro senza giustificazione. Musotto ha sempre sostenuto che l’ex presidente Raffaele Lombardo gli avrebbe chiesto di aiutare la presentazione di liste a livello nazionale, alle elezioni amministrative del 2010. «Io ho preso i soldi e li ho consegnati, non me li sono certo presi io». Di rimando Raffaele Lombardo: «Di tutto questo renda conto e li restituisca. Ha perso tempo – Io dal gruppo e dal partito, compresi questi ultimi due mesi da pensionato non di lusso, non mi faccio rimborsare neppure l’aereo, tanto per essere chiari».
Oltre alle spese in gioielleria e per auto di lusso, ci sarebbero anche alcuni viaggi fatti dai deputati con famiglia al seguito e shopping nei negozi con l’acquisto di borse griffate, sempre a spese dell’Ars.
Attacca il gruppo M5S: «Ancora una volta l’onorabilità e l’integrità delle istituzioni sono rimesse nella mani della magistratura. Non conosciamo, se non per via di fonti giornalistiche, le accuse avanzate nei confronti dei politici indagati. È evidente, comunque, come rappresentato a più riprese nel corso di questa legislatura, la necessità di un intervento legislativo deciso per mettere fine al malcostume nelle gestione dei soldi dei cittadini».
L’indagine è stata affidata ai sostituti procuratori Maurizio Agnello e Luca Battinieri. Gli investigatori delle Fiamme gialle sono andati più volte a Palazzo dei Normanni, tra la fine del 2012 e la primavera del 2013, per acquisire documenti riguardanti le spese dei vari gruppi parlamentari.
Per potere intascare i rimborsi destinati ai Gruppi parlamentari alcuni dei deputati indagati si sarebbero fatti fare lo scontrino della mancia di un euro lasciata al bar. Con il denaro dei Gruppi sarebbero state pagate multe prese dai parlamentari, regali fatti a colleghi dell’Ars per la nascita dei figli, o per matrimoni. Dall’inchiesta sarebbe emerso che molti dei fondi distratti dalle casse dei Gruppi parlamentari finivano nelle tasche dei portaborse attraverso pagamenti extra e soldi fuori busta. Le spese illegittime ammonterebbero a oltre 10 milioni di euro. Sono stati distribuiti 52,9 milioni dall’Ars ai gruppi parlamentari nella scorsa legislatura.
Ecco l’elenco dei fondi divisi per ciascun gruppo:
PDL 13 milioni e 500 mila euro
PD 15 milioni e 500 mila euro
MPA 7 milioni e 500 mila euro
PID 6 milioni e 500 mila euro
FLI 3 milioni
GRUPPO MISTO 1 milione e 700 mila euro
UDC 1 milione e 700 mila euro
GRANDE SUD 1 milione e 200 mila euro
MPS 750 mila euro
Si tratta di fondi assegnati dal Parlamento in base alle regole in vigore fino all’estate di due anni fa, poi modificate con l’introduzione delle rendicontazioni. Nel 2012 i gruppi incassarono 12,65 milioni di euro, 13,72 mln l’anno precedente e la stessa cifra nel 2010. Due i canali di finanziamento previsti in quel periodo: il «contributo per le spese legate allo svolgimento dell’attività parlamentare» pari a 4.178 euro assegnato per ogni deputato aderente al gruppo e un contributo di 3.750 euro al mese per ogni parlamentare. Con il primo canale di finanziamento i gruppi dovevano pagare il portaborse, eventuali consulenti e manifestazioni con finalità istituzionali. Fino alla primavera di due anni fa queste somme venivano caricate direttamente nella busta paga del parlamentare, dunque non facilmente controllabili. Alla fine del 2012 la metà della somma venne erogata in busta paga e ogni deputato ogni quattro mesi doveva fornire le pezze d’appoggio che giustificavano le spese; l’altra metà della somma invece veniva assegnata dal gruppo parlamentare al singolo deputato ogni mese ed era necessaria un’autocertificazione. Per quanto riguarda il secondo canale di finanziamento, cioè il contributo a ogni deputato, il gruppo tratteneva i fondi con i quali pagare i dipendenti e le spese di funzionamento (stampanti, fotocopiatrici, convegni e consulenti). Un’altra fonte di finanziamento era legata all’utilizzo dei cosiddetti dipendenti “stabilizzati”, un bacino di 86 persone: se il gruppo vi faceva ricorso riceveva il contributo per il pagamento degli stipendi.
TUTTI GLI INDAGATI. 83. deputati. Livio Marrocco, Giulia Adamo, Luigi Gentile Giuseppe Spampinato, Ignazio Marinese, Alessandro Aricò, Carmelo Currenti, Marianna Caronia, Francesco Musotto, Gugliemo Scammacca Della Bruca, Francesco Mineo, Giovanni Cristaudo Giovanni Greco, Carmelo Incardona, Raffaele Nicotra, Antonino Scilla, Giambattista Bufardeci, Marco Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Nino Dina, Rudi Maira, Salvatore Cascio, Salvatore Cordaro, Giuseppe Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Santo Catalano, Paolo Ruggirello, Riccardo Savona, Mario Bonomo, Innocenzo Leontini, Francesco Cascio, Salvo Pogliese, Nicola Leanza, Cateno De Luca, Cataldo Fiorenza, Nunzio Cappadona, Nicola D’Agostino, Giovanni Di Mauro, Fortunato Romano, Antonello Cracolici, Calogero Speziale, Michele Donegani, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Raffaele Lombardo, Riccardo Minardo, Giuseppe Sulsenti, Michele Cimino, Giovanni Ardizzone, Roberto Ammatuna, Pino Apprendi, Giovanni Barbagallo, Roberto De Benedictis, Giacomo Di Benedetto, Giuseppe Di Giacomo, Davide Faraone, Michele Galvagno, Baldo Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Vincenzo Marinello, Bruno Marziano, Bernardo Mattarella, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Franco Rinaldi, Salvino Pantuso, Mino Di Guardo, Massimo Ferrara, Giuseppe Picciolo, Concetta Raia, Salvatore Termine, Gaspare Vitrano, Vladmiro Crisafulli, Gianni Parisi, Giuseppe Cipriani, Enzo Napoli.
14 portaborse. Gregorio Di Liberto, Anna Maria Roscioli, Sergio Iraci, Vito Messana, Anna Lucia Drago, Margherita Messina, Raimondo Sciascia, Elena Mancuso, Vincenzo Barbaro, Lorenzo De Luca.