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December 2, 2013
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December 2, 2013
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Nell’Italia con la classe politica in coma, M5S potrebbe andare “oltre”?

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 12 mins read

Un mio amico professore, dall’Italia, mi invia questa matttina una email : “Qui come vedi non ci riposiamo mai… adesso abbiamo Renzi contro Letta, Cuperlo contro Renzi, Civati contro Cuperlo e Letta, i Vaffa contro tutti compreso Napolitano, Napolitano che fa sapere di essere pronto alle dimissioni se non se la piantano di far casino, Berlusconi che affila le armi per le elezioni europee, e mi fermo. Se il governo non si spiccia, le elezioni europee faranno saltare la santa barbara… e poi francamente non so cosa succede, perché il mio timore è il vuoto di potere e di poteri. I poteri sono tutti compromessi e non hanno autorità morale per imporsi alla guida… Dovrebbero rinunciare a privilegi etc. copiando quello che sta provando a fare Francesco per la Chiesa… ma ce li vedi tu?”

Una fotografia affatto sfocata. Anche da qui sembra che l’Italia, come la conosciamo, possa sfaldarsi e l’intervista di Vincenzo Pascale a Marco Esposito pubblicata ieri da La VOCE di NY suona come un allarme.

Eppure, proprio ieri, potrebbe essere arrivata una novità importante. Almeno rispetto al pericolo del "vuoto". 

Per impegni familiari, domenica non potevo seguire in diretta web il V3Day di Genova, con cui Beppe Grillo è riuscito a riempire, in una giornata gelida, la Piazza della Vittoria dove forse oltre centomila persone sono transitate, smentendo così quei politici spettrali come Pierferdinando Casini, che aveva detto in tv che gli italiani “se ne fottono” del M5S.

Quindi osservando a luci spente l’evento politico di Genova ascoltando per intero il discorso di Beppe Grillo, ci sembra di aver notato una trasformazione. Lo slogan del terzo V day era “Oltre”. Con quell’oltre riferito, ci sembra,  ai precedenti V Day, quello record di Bologna del 2007 (e che allora, come scrivemmo subito, fu “censurato” dai maggiori media italiani)  e quello di Torino del 2008, in cui il movimento si presentava all’Italia come una nuova ondata di protesta di cittadini stanchi delle prevaricazioni della casta della partitocrazia italiana col grido “mandiamoli tutti a casa”, ma che ancora non dava la sensazione di possedere idee e piani su come sostituirla.

“Il mio timore è il vuoto di potere e di poteri” mi scrive allarmato il mio amico da Roma. Già, noi intanto abbiamo preso nota del discorso di Grillo. Se nelle prossime cabine elettorali venisse bocciata la partitocrazia arroccata nella fortezza di una Seconda Repubblica mai nata, precipiteremmo veramente nel vuoto totale?

A noi sembra, da New York,  che dal M5S, maggiore partito (movimento) di opposizione,   si comincino ad ascoltare non solo urla e invettive, ma anche proposte da chi ormai crede che presto potrebbe ritrovarsi al governo. Abbiamo quindi cercato di trascrivere certi passaggi cercando di sondare un programma. Per ora gli elettori italiani, secondo gli ultimi poll, confermerebbero M5S ancora alla cifra record del 25%.  Il Movimento Cinquestelle potrebbe quindi diventare di colpo anche il maggior partito d’Italia e, legittimamente, essere chiamato a governare. Sarebbe cadere nel vuoto?

Qui sotto vi facciamo un lungo resoconto del discorso di Grillo. Chi scrive, tra slogan di piazza urlati da un comico prestato alla politica, ha trovato anche delle indicazioni e incitamenti  (Energia rinnovabili, istruzione, impegno dei giovani, referendum sull’euro) degni di un dibattito democratico serio, che va ben oltre quello che le idee stanche dei partiti tradizionali non hanno finora saputo comunicare ai cittadini sconvolti dalla crisi economica e in cerca di una proposta politica che possa rilanciare più nel segno della “solidarietà” che della “crescita”, l'Italia e l’Europa. 

Oltre a quello di Grillo, ci è apparso molto degno anche l’intervento dell’affaticato ma ancora  conbattivo Dario Fo, sull’importanza che la cultura deve avere per il rilancio dell’Italia (guarda video).

Ecco quindi il nostro resoconto del discorso di Beppe Grillo e giudicate voi se ieri a Genova la politica italiana abbia fatto un passo avanti o avvicina l’Italia al precipizio.

 

Dopo aver ringraziato Genova e ricordato che in quella piazza che si chiama Vittoria (“Non è un caso”),  aveva parlato anche Sandro Pertini (“che oggi se fosse vivo sarebbe qui a parlare con noi”) e anche il Papa Ratzinger (“Un papa? Amministratore delegato tedesco del Vaticano semmai, che se ne va…”), Beppe Grillo ha affermato che ora come con l’ arrivo di “un prete” in Vaticano anche la  “sacralità della Chiesa non c’e più”,  grazie all’arrivo di M5s non c’è più anche la finta “sacralità del Parlamento fatto di nominati e prescritti…"

Grillo dice ai militanti del M5S  che “non siamo più neanche un sogno. Noi scopriamo un mondo diverso che esiste già. Che parla di solidarietà…. Dobbiamo andare oltre, anche oltre la rivoluzione culturale”. Vogliamo “un mondo dove nessuno deve rimanere indietro, quindi vogliamo il reddito di cittadinanza. Non è possibile avere 8 milioni di poveri facendo finta che non esistono”.

Per il leader di M5S bisogna “sgombrare le macerie di partiti che non ci sono più e a cui daremo l’estrema unzione”.

L’accusa più frequente che si fa a Grillo è quella di essere populista? Lui a Genova ha replicato così: “Ci dicevano che siamo l'antipolitica. Siamo i populisti? Sono fiero di esserlo populista insieme a voi. Siamo populisti arrabbiati”.

Perche’ arrabbiati? Ecco un esempio: “Venti anni ci ha messo la Corte dei Conti a dire che i rimborsi elettorali sono anti-costituzionali e i partiti ce li devono rendere indietro. Ci hanno truffato con le parole…. Finanziamenti ai partiti che erano stati bocciati col referendum e allora loro cambiano le parole, lo chiamano  rimborso… Ora la Corte dei conti si accorge dopo 20 anni che c'è qualcosa che non quadra… Mancano 2,7 miliardi di rimborsi elettorali… Noi facciamo quello che diciamo. Li vogliamo indietro i 2,7 miliardi compresi gli interessi, servono per le nostre scuole… Voglio vedere se Equitalia andrà a chiederli indietro… Faremo noi il redditomentro…”.

La piazza grida “Tutti a casa” e Grillo risponde con la battuta: “Devono andare tutti a casa, ma il problema e che sono pieni di case”.

Grillo sembra ad un certo punto annunciare che il movimento non abbia neanche più bisogno di lui, grazie agli eletti in Parlamento e soprattuto le donne saranno le protagoniste del M5S: “Mi avete superato alla grande, io comincio a sentire il peso degli anni, voi senatori mi avete superato… siamo entrati con mille difficoltà ma che orgoglio vedere donne dentro il Parlamento, donne senza silicone e culi di plastica, donne che hanno lavorato e sanno.”

“Noi andremo oltre” ripete Grillo, soprattutto “riguardo al lavoro che è diventato il più grande ricatto sociale della storia. Ce lo reinventiamo il lavoro, e andremo oltre i sindacati  che sono esattamente come i partiti e andremo oltre. Bisogna fare un piano di almeno cinque o dieci anni…”

E il piano del futuro riguarda soprattutto l’energia, “la Germania e il Giappone hanno piani pronti per cento anni, e noi non sappiamo ancora che fare…” Ecco quindi la proposta: “Dobbiamo per forza passare dall'energia fossile a quelle rinnovabili. Un normale passaggio di civiltà….  Entro il 2030 tutta l'energia elettrica deve essere trasformata con le rinnovabili, quelle vere. Poi entro il 2050 tutta l'energia, compresa quella fossile, deve essere sostitutita dal vento, dall’acqua e dal sole.  E’ una rivoluzione e la cominciamo adesso”.

Ma per arrivare a certi obiettivi, ci vuole un paese la cui popolazione sia stata preparata, istruita. E invece, l’Italia è precipitata nelle classifchie mondiali proprio nella preparazione culturale dei propri cittadini: “Siamo il paese in Europa con il più basso numero di diplomati e laureati. In Italia, la patria di Dante e del Rinascimento, 7 su dieci hanno difficoltà a capire un discorso se leggermente complicato…. Siamo analfabeti. Non parliamo poi della velocità della rete. Ci stanno superando tutti i paesi, anche il Rwanda… Il 60 per cento delle persone adulte non va su internet, e allora mi dicono di andare in tv, ma io dico loro alzate il culo e uscite,  andare nelle piazze o in rete. Questa è una nostra stella che dobbiamo mettere nella Costituzione. Deve essere un diritto di nascita l’accesso gratuito a internet. Perché la conoscenza del cittadino è come la religione. E invece questi parlano di Imu…”.

Continua Grillo: “I nostri parlamentari hanno presentato decine di leggi. Bisogna togliere l’assurdità dell’Irap… Bisogna fare il reddito di cittadinanza. Bisogna ragionare in modo diversificato. Perché quei pochi che sono convinti che hanno un posto di lavoro, hanno solo un posto di reddito, perché devono accettare qualsiasi stronzata per poter sopravvivere. E questa non è vita…. I manager non devono guadagnare dodici volte lo stipendio dei loro collaboratori. Basta con la forbice 1-12”.

Non è mancato l’attacco al Presidente Giorgio Napolitano, ma non è una novità per Grillo, eppure i principali giornali italiani sul V-Day di Genova hanno visto in questo passaggio la “notizia” principale: “Abbiamo pronto l'impeachment per Napolitano, se ne deve andare. Napolitano si è raddoppiato, mai successo, si è raddoppiato la carica. Ha distrutto i nastri delle registrazioni telefoniche con Mancino. Non lo voglio. Rimarrai da solo, la tradirai da solo l'Italia”.

Subito dopo averlo detto (forse pensando di aver esagerato?) Grillo ha aggiunto: “Mi devo calmare, perché abbiamo già fatta la nostra rivoluzione i partiti non ci sono più. Dobbiamo solo fare una cosa. Dargli l’estrema unzione…”

Ecco le proposte, con focus sulle tasse:

“Guardate che la politica è il fisco. Ma chi deve pagare le tasse in questo paese? Bisogna spostarle le tasse. A chi genera all’ambiente dei disastri e chi consuma molta energia fossile paga più tasse. Chi invece si orienta per le rinnovabili e ha una produzione che non sia usa e getta…” deve pagarne di meno. 

Poi Grillo si concentra sull’Europa, ma non attacca l’istituzione dell'UE ma chi ha imposto l’euro in quel modo: “Andare oltre il concetto di questa Europa che non ci credono più neanche i bambini. Vogliamo l’Europa della solidarietà  invece la Grecia è stata abbandonata a se stessa… Dobbiamo andare oltre il concetto di Europa dentro o fuori. Io ho una modesta proposta per l'Europa. In sette punti…” 

Su uno schermo appaiono le sette proposte:

– Referendum per la permanenza nell'euro
– Abolizione del Fiscal Compact
– Adozione degli Eurobond
– Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune finalizzata eventualmente all'adozione di un Euro 2
– Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio
– Finanziamenti per attività agricole finalizzate ai consumi nazionali interni
– Abolizione del pareggio di bilancio

E quindi Grillo prova a spiegare: “Vogliamo un referendum per rimanere  dentro o fuori l’euro. Siamo stati truffati non ci hanno detto niente… ci siamo trovati a competere in un mercato schizzofrenico. Derivati? E’ come scommettere… Vendere un debito? Mai successo nella storia la possibilità di vendere un debito, e invece ora è così… Bisogna allora fermarsi e guardare quello che succede col giro dei soldi. Noi diamo i nostri soldi alla BCE e la BCE da i finanziamenti alle nostre banche. Ma queste non finanziano le famiglie e la piccola impresa, queste invece comprano il debito, più bot e cct, avendo come garanzia la BCE che gli da i soldi che gli abbiamo dato noi… Schizzofrenia! Ma dato che noi siamo il terzo finanziatore dell’Europa e quando diamo 10-15 milioni ce ne ridanno 6 o sette in finanziamenti, metà dei quali vanno in truffe di mafia, ‘ndrangata e camorra, e col resto dei soldi che va a finanziare imprese italiane trasferite in Romania che fanno il 3% di Pil dei rumeni. Ma io quelle imprese le rivoglio qui per far lavorare invece che essere in Romania con i nostri soldi… Dobbiamo rivedere tutto, per questo il reddito di cittadinanza. Non voglio vivere in un paese dove uno si ammazza e l’altro si incatena, mentre l’altro dorme in macchina…”

Grillo spiega che non è contro l’Europa: “Sono stufo. Basta. Andiamo oltre, facciamo un referendum che non significa voler essere fuori dall'Europa. Io voglio un referendum sull'euro. Su 28 paesi, dieci sono fuori dall’euro e vanno abbastanza bene. Il popolo italiano deve essere prima informato, sui pro e contro dell’euro. Voglio un piano B di sopravvivenza…. Allora dato che l’Europa si basa sulla solidarietà, facciamola questa solidarietà. Facciamola sugli eurobond di solidarietà che significa mettere i debiti di tutti insieme. La solidarietà si fa quando uno è in difficoltà, no? E allora andiamo a vedere se accettano…”

E se non lo fanno? Il leader di M5S proprone delle soluzioni, ma sempre dentro l’Europa:

“Io vorrei una alleanza tra i paesi mediterranei. Non dobbiamo parlare con la Merkel, ma con i paesi che sono nelle nostre stesse condizioni. Dobbiamo parlare con la Spagna, Grecia, Francia, Portogallo, siamo economie diverse a velocità diverse, con un euro svalutato del 20% e andiamo avanti lo stesso…”

La parola di un comico in economia? Grillo rincara: “Lo so, non accetteranno mai queste cose dette da un comico… Ma poi accettano quello che dicono grandi economisti nei salotti tv… Economisti che non ne azzeccano una da 50 anni e che sono stati la rovina di questo paese!… Basta col fiscal compact! Io voglio rivedere tutti gli accordi firmati…. Voglio che la piccola media impresa sia tutelata… e se c’è da mettere un dazio per difendere i nostri prodotti, lo metteremo. I cinesi stanno esportando 300 miliardi di dollari all’anno e si stanno comprando il paese, l'Europa. Ma dove stiamo andando. Dobbiamo mettere dei blocchi dove oltre non si può andare. Siamo un paese in miseria se non tuteliamo la nosta piccola media impresa…. Salvaguardare il made in italy quello vero. Noi che produciamo il miglior olio d’oliva del mondo, siamo diventati importatori di olio di merda…”

Poi un attacco anche alla società che insegue il mito della crescita permamente: “Se più consumi più devi importare. La crescita, il consumo, non vale più niente, non crea posti di lavoro, li toglie…. E poi un altra poroposta è l’abolizione del pareggio in bilancio. Vedremo quando sforare e quando no… ”

Grillo è euro scettico e fa vedere alla piazza (e a chi vede su internet) delle tabelle sull’andamento del Pil e del debito pubblico dell'Italia dall'introduzione dell'euro… “Il rapporto debito Pil 132.7%… Abbiamo perso la sovranità su tutto anche sui nostri figli che se ne vanno…”

Ecco che qui un passaggio che ci colpisce quanto quello sull’energia rinnovabile: “I nostri figli  se ne vanno, ma invece voi giovani non dovete lasciare questo paese dovete rimane qui, non dovete emigrare dovete cospirare!”.

Cospirare. Forse come i carbonari del Risorgimento, o anche i partigiani antifascisti, che dopotutto non avevano che venti o al massimo trent'anni?

Poi Grillo fa un lungo elenco di aziende italiane, molto note, che secondo lui sono state “svendute” ad aziende estere.  Come la Buitoni, la Perugina, l’Antica gelateria del Corso, la Stock, la Vecchia Romagna, l’Algida, Pernigotti, Galbani, Bottega Veneta, Fendi, la Ducati, la Benelli, Il prosciutto di San Daniele, Bertolli, Fastweb… (l’elenco continua e ormai Grillo ci mette anche la Fiat…). E poi la Telecom svenduta agli spagnoli…

E poi parla anche delle aziende municipalizzate sotto contratto con l’estero: “Staccano l'elettricità e l'acqua e staccano perché  abbiamo svenduto agli spagnoli, agli americani… staccano staccano! E chi puoi chiamare? Un call center a Manhattan? Con chi te la prendi? L’acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica, i nostri padri si sono fatti un culo così per 50 anni e ora non possiamo fare svendere tutto da questi dilettanti allo sbaraglio”.

Per Grillo bisogna andare "oltre" quello lui chiama “dilettantismo politico… attraverso la legge sul femminicidio trovano pure il modo di non far abolire le province…”. E allora “ci dicono che i soldi per il reddito sulla cittadinanza non ci sono.  Ma togliamo gli F35 e le missioni in Afghanistan, e poi togliamo le province e facciamo un referendum sulle  regioni… Siamo costretti a pensare in un altro modo. C'e' un altro modo e arriva con il M5S…”

A questo punto il comizio di Grillo sembra finire, ma trova il modo di parlare ancora di Papa Frrancesco: “Questo movimento è nato il giorno di San Francesco, ben prima che arrivasse questo papa. Si anche lui ha copiato un pochino. Anche lui è grillino. Vi ricordate le nostre parole guerriere? La solidarietà, la comunità, nessuno deve rimanere indietro, cose di cui ti vergogni a dirle, sembri uno smidollato… Ecco sono parole forti. Come nel primo V-Day, nel 2007, con la frase Parlamento pulito. Ve lo ricordate?”

E dopo aver ricordato altre battaglie degli ultimi anni del movimento Cinquestelle, ecco che Grillo torna all’attacco di Letta sulla legge elettorale: “Mentitore, che dice che noi vogliamo il Porcellum, noi che abbiamo raccolto le firme nel 2007 contro il Porcellum e quando c’è la sua firma sugli atti che dicevano di lasciarlo e non tornare al Mattarellum.”

Grillo non da scampo ai politici dei partiti tradizionali: “Noi gli toglieremo i soldi, se vorranno continuare a fare politica dovranno fare come noi. Diecimila persone hanno dato duecentomila euro per organizzare questa sera. Siete voi i padroni di questa piazza.  Non abbiamo nessuno sponsor e non abbiamo nessun soldo pubblico”.

Quindi alla fine non poteva mancare l’attacco ai giornali che prendono i soldi pubblici e che per il M5S continuano a fare disinformazione:  “Toglieremo i finanziamenti ai giornali di regime che ci prendono per il culo ogni giorno. Sono idee chiare e noi facciamo quello che diciamo”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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