Con una curiosa coincidenza storica materializzatasi su entrambe le sponde dell'Atlantico proprio negli stessi giorni, due protagonisti della politica, uno americano e l'altro italiano, sono balzati agli onori della cronaca per i clamorosi metodi da “Anonima Sequestri” con i quali hanno deciso di estorcere un salatissimo “riscatto” politico dalle proprie, rispettive nazioni.

Ted Cruz

Silvio Berlusconi
Mi riferisco ovviamente al senatore texano Ted Cruz e al piazzista brianzolo Silvio Berlusconi, due esponenti di destra che, per motivi diversi ma con metodi analoghi, hanno deciso che le procedure legislative e giudiziarie dei rispettivi paesi non sono applicabili alle proprie esigenze ideologiche e personali.
Seppur lontani anni luce per le cause e le circostanze in seguito alle quali si sono sviluppati, questi due ricatti di destra hanno differenze e somiglianze.
In America, il “casus belli” del ricatto attuato da Cruz e dagli altri ultraconservaori del Tea Party al Congresso (e che é in procinto di bloccare le attivitá dell'intero governo federale) é costituito dalla ostinata opposizione della destra alla legge di riforma sanitaria attuata dal governo Obama nel 2010 e che sta per entrare in vigore all'inizio di ottobre. A nulla sono servite le osservazioni sul fatto che la legge é stata approvata attraverso un normale iter burocratico ed ha ricevuto un ulteriore legittimazione dalla Corte Suprema che, nel giugno 2012, ne ha certificato la costituzionalitá.
Di fronte all'inevitabilitá della riforma, la destra, con in testa il senatore Cruz, si é abbandonata ad un vero e proprio delirio ostruzionistico fatto di sabotaggi e disinformazione la cui frenesia é aumentata proporzionalmente all'approssimarsi della data fatidica, fino a culminare, appunto, nel ricatto presentato in questi giorni alla nazione: l'attuazione della riforma sanitaria va bloccata, emendata e rimandata di un anno altrimenti il contigente repubblicano in parlamento negherá l'autorizzazione a finanziarie le attivitá del governo per il nuovo anno fiscale che inizia il 2 di ottobre con tutte le conseguenze del caso per l'occupazione e l'economia.
Mentre quello della destra americana quindi é un ricatto di matrice ideologica, quello perpetrato in Italia dal “Popolo della Libertá Condizionata” rispecchia, come d'altronde l'intero partito, gli interessi personali e giudiziari del suo “dux populi” Berlusconi.
Dopo aver minacciato il governo per settimane nel tentativo di estorcere un'amnistia impensabile persino per una classe politica come quella italiana, il Cavaliere, giá condannato per evasione fiscale, si é trovato nella situazione di dover tentare ogni sotterfugio per evitare di perdere il seggio di senatore, unico scudo disponibile per evitare nuovi possibili mandati di arresto prossimi venturi legati ai suoi processi per altri reati.
Tra le ipotesi valutate negli ultimi giorni, ad emergere come la piú affidabile sarebbe stata quella ispirata, a quanto pare, dall'ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, che si basa proprio sulla revoca della fiducia al governo Letta. Con la caduta dell'esecutivo e lo scioglimento delle Camere infatti, la giunta del Senato incaricata di interpretare la legge Severino che escluderebbe il condannato Berlusconi da cariche pubbliche, non potrebbe piú riunirsi consentendo al Cavaliere di restare senatore fino all'insediamento di un nuovo parlamento.
Tra lo scioglimento delle Camere, le nuove elezioni e i prevedibili ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, questo stratagemma consentirebbe a Berlusconi di guadagnare almeno un anno ma, nel frattempo, l'ennesimo cambio di esecutivo con tutta l'incertezza politica che esso comporta, riattizerebbe la diffidenza dei mercati finanziari internazionali nei confronti dell'Italia con conseguenze potenzialmente disastrose per l'economia.
L'audacia politica che ha caratterizzato questi due ricatti di destra, mette in luce altri aspetti che accomunano i due movimenti conservatori in America e in Italia.
Il primo e piú importante é costituito, a mio avviso, dalla malleabile dabbenaggine delle rispettive basi elettorati costituite, in entrambi i paesi, dalla parte piú anziana e meno informata della popolazione. Sia il blocco del governo federale in America che la caduta dell'esecutivo in Italia infatti, possono avere conseguenze disastrose per la gente ma i conservatori su entrambe le sponde dell'Atlantico, pur avendone interamente la responsabilitá, sanno benissimo di poter scongiurare possibili reazioni negative da parte dei propri sostenitori aprendo le dighe della disinformazione pilotata e strillata, sia in America che in Italia, dagli organi della propaganda ideologica: Fox News, la pagina editoriale del Wall Street Journal, Canale 5, Il Giornale.
Un altro aspetto comune ai due ricatti sta nel fatto che, malgrado la sconcertante irresponsabilitá di questi gesti, entrambi i partiti che li hanno promossi possono contare su un sorprendente livello di sostegno al proprio interno anche se esso é basato, a mio giudizio, su circostanze molto diverse.
In America, il Tea Party di Ted Cruz e degli altri ultraconservatori giunti in Parlamento dopo le elezioni di medio-termine del 2010, ha trasformato gradualmente il Partito Repubblicano da uno dei due principali schieramenti politici del paese in un movimento radicale ispirato ad un nichilismo ostruzionista e anti-obamiano che ormai lo spinge sempre piú ad agire al confine tra l'estremismo politico e la patologia psichiatrica.
In Italia invece, come per tutte le cose, anche il sostegno al leader supremo non é mai di principio ma di convenienza ed é basato su quel rapporto tra Berlusconi e suoi “clientes” ormai politicamente, finanziariamente e giudiziariamente legati a lui in una perversa simbiosi che ha trasformato la politica italiana, sia di destra che di sinistra, in una mera occupazione cleptocratica del potere e in cui l'attivitá legislativa, concepita nel suo significato fondamentale di “risoluzione dei problemi”, é ormai relegata ad un ruolo del tutto marginale.