PRIMA PAGINA
– La Suprema Corte dà a Trump una sostanziale immunità. Subito sotto il titolo, che occupa tutta la larghezza della pagina, i ritratti in primo piano dei nove giudici, divisi fra i 6 conservatori e i 3 liberali. A sinistra delle foto, un brevissimo articolo intitolato Come hanno votato: La Suprema Corte ha sentenziato che gli ex-Presidenti hanno diritto ad almeno una presunzione di immunità per gli atti ufficiali. Il voto è stato di 6 a 3 secondo le consuete linee politiche, con veementi dissensi dei tre giudici liberali. A destra delle fotografie, prosegue l’articolo principale con il titolo: Sentenza storica sul caso del 6 gennaio espande i poteri del Presidente. La Suprema Corte ieri ha sentenziato che l’ex-Presidente Trump ha diritto a una sostanziale immunità dalle imputazioni di aver cercato di ribaltare i risultati delle elezioni, una decisione storica presa in piena campagna elettorale. L’immediato effetto pratico del voto sarà di complicare ulteriormente il caso contro Trump, con scarse possibilità che possa andare davanti a un giudice prima delle elezioni. Il giudice capo della Corte, John Roberts ha detto che Trump gode di un’almeno presunta immunità per i suoi atti ufficiali, aggiungendo che quando ci sarà il processo, il Tribunale dovrà fare una difficile ricerca per stabilire quali atti erano ufficiali e quali no.
– Rimandato il 6 gennaio, ma ci sono possibilità di nuove scoperte. Titolo di una grande fotografia di Trump che parla alla folla con questa didascalia: La maggioranza della Corte si domanda se le dichiarazioni di Trump sul 6 gennaio facevano parte di un atto ufficiale o non ufficiale.
– Macron ha rischiato il tutto per tutto e adesso è abbandonato. È finita un’epoca in Francia. I sette anni di dominio politico del Presidente Macron sono finiti con la cocente sconfitta del suo Partito nel primo turno delle elezioni parlamentari. Non solo ha dissolto il Parlamento chiamando ad affrettate elezioni, ma ha dissolto il movimento centrista chiamato “macronismo”. Il Partito di estrema destra National Rally, vincendo un terzo dei voti, non garantisce che arriverà all’assoluta maggioranza necessaria per formare il governo, ma ci arriverà molto vicino. Il Partito di Macron resterà con il terzo dei voti, la coalizione che aveva formato con altri partiti è al collasso, in una delle più dure auto-provocate sconfitte della storia europea.
– Come i Democratici hanno portato Biden alla crisi. Neanche sette settimane prima che i Democratici si riunissero a Chicago per nominare Biden a un secondo mandato, il partito democratico è in crisi. Molti leader del Partito, donatori, attivisti e normali elettori, sbalorditi dalla negatività del dibattito, temono che perderà con Trump e trascinerà il partito al disastro. Apertamente o sottobanco quasi tutti pensano che Biden farebbe ancora in tempo a rinunciare, passando l’incarico a un candidato giovane ed energico che potrebbe ribaltare la situazione. Molti hanno giá un nome, Gavin Newsom, popolare governatore della California, ma per adesso Biden non sembra d’accordo.
PAGINE INTERNE
– Boeing comprerà un fabbricante di parti. L’affare da molti bilioni rovescia una decisione della Boeing di non far costruire niente fuori casa.
– Cultura sulle case inglesi. Una battaglia sulla complicata storia delle case di campagna inglesi offre una finestra sull’umore nazionale prima delle elezioni.
– Un massacro minaccia il Darfur. Se cade la città di El Fasher, quasi 2 milioni di abitanti, niente fermerà un completo massacro.
– La Cina porta indietro pietre dalla luna. Le pietre possono contenere indizi sulle origini della terra e della luna e rappresentano l’ultimo successo della Cina nell’esplorazione planetaria.
– Bannon va in prigione. Ascoltato Consigliere per lungo tempo di Trump, si è arreso e ha cominciato i 4 mesi di prigione.
– Rubik Cube. Matematici e appassionati hanno avuto 50 anni di tempo per esplorare i 43 bilioni di cambiamenti che un Rubik Cube può sostenere.